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Nick: Nieth
Oggetto: omicidio cogne
Data: 13/12/2007 21.43.22
Visite: 278

girando in rete ho trovato questo commento, a quanto pare di un medico.
premetto che potrebbe essere un falso, che questo medico non esista e che l'intero commento sia campato in aria, non ho verificato in alcun modo.
malgrado questo, partendo dal presupposto che potrebbe anche essere vero, personalmente l'ho trovato interessante.
di seguito:


Dottor Giovanni Migliaccio, Neurochirurgo
OSPEDALE FATEBENEFRATELLI & OFTALMICO
MILANO
20121 Milano Corso di Porta Nuova, 23

Mi sento in dovere sia come cittadino che come medico,di rendere noto
quanto appunto è venuto a mia conoscenza e le deduzioni conseguenti,
dopo la lettura della perizia necroscopica sul cadavere del bambino
Samuele Lorenzi, per la cui morte, ritenuta da causa violenta, è già
stata condannata in I grado la sua mamma.
Leggendo infatti attentamente la perizia necroscopica e,visionando il
materiale fotografico, non posso non rilevare che in essa vi sono
moltissime contraddizioni ed errori di valutazione che ritengo fondata
la convinzione che il piccolo sia realmente morto per cause naturali,
cioè a seguito di una imponente quanto improvvisa e violenta emorragia
cerebrale,a seguito della rottura di un aneurisma,e/o di una
malformazione vascolare congeniti.
Gli elementi che non convincono sono molti:
1) Si dice che il piccolo sia stato colpito in regione frontale con 17
colpi ad opera di un arnese largo e pesante! Mi chiedo: come è
possibile contare 17 colpi sul capo di un bimbo di tre anni? Il numero
di colpi inferti su un corpo si possono contare sul torace,
sull'addome, ma non sul cranio
2) A una prima ispezione del cadavere, ictu oculi, non si sono
evidenziati lesioni di alcun genere: lo sfondamento del cranio in
regione frontale provoca la frattura della base cranica anteriore che
si esprime esternamente con un'enorme tumefazione del viso e degli
occhi, definita come occhi da procione, patognomonica appunto di
frattura della base cranica anteriore.
3) La regione della base cranica anteriore, in ogni sua parte, (tetto
orbitario, etmoide, sfenoide)risulta perfettamente integra.
4) In nessuna altra parte del corpo, dalle sopracciglia in giù fino ai
piedi, non c'è ombra di una pur minima lesione: è mai possibile che
chiunque l'abbia colpito con violenza e in preda ad uno stato psichico
quanto meno alterato neanche per sbaglio abbia colpito sul torace
sulle spalle sull'addome? E' vero che il prof.Viglino segnala delle
escoriazioni sul 3° e 4° dito della mano destra, diagnosticandole come
effetto del tentativo di difendersi dall'aggressore. Ma ragioniamo un
attimo: istintivamente chi sta per esser colpito al capo tende a
coprirsi, a difendersi con entrambe le mani, non con una sola!
5) Anche l'ipotesi che il piccolo fosse tenuto fermo per poterlo
colpire ripetutamente solo sul capo, non è sostenibile perchè si
sarebbero dovute riscontrare sul corpo i segni delle mani che lo
avrebbero trattenuto
6) Le ferite cutanee sul cuoio capelluto per la maggior parte sono
dell'ordine di pochi centimetri di lunghezza e pochi millimetri di
profondità.Quale arnese mai ha potuto provocare tali lesioni? Esse
sono spiegabili non come l'effetto di un corpo contundente (che ne
avrebbe procurate di ben maggiori dimensioni), ma come l'esito della
trazione che l'osso fratturato,affondandosi, esercita prima sul
periostio, quindi sulla galea, poi sul sottocute e quindi sulla cute(i
tre strati di tessuto molle esistenti fra il cuoio capelluto e l'osso
cranico)
7) L'esame necroscopico ha evidenziato una emorragia intraventricolare
e una emorragia subaracnoidea, senza tracce di ematomi extradurale e/o
sottodurale: questi ultimi generalmente tipici delle lesioni
traumatiche, mentre l'e.s.a.(emorragia sub aracnoidea) è tipica della
rottura di lesioni vascolari. Esiste si una e.s.a. post traumatica, ma
con caratteristiche del tutto diverse.
8. Il piccolo è morto circa due ore dopo l'evento: se avesse ricevuto
tutti quei colpi sul cranio, sarebbe morto all'istante. Non è
possibile sopravvivere oltre pochi minuti dopo aver subito 17 colpi
sul cranio!
9) E ancora: il medico del 118 non avrebbe potuto trasportarlo se ne
avesse constatato la morte
10) La stessa perizia esclude che le lesioni abbiano potuto creare
spruzzi di sangue a distanza come sono stati rinvenuti attorno al
corpicino e sulle pareti della stanza. Esatto! Infatti gli spruzzi a
distanza non possono che essere riferibili al cosiddetto vomito a
getto tipico dell'ipertensione endocranica, ed è più che ovvio che se
il sangue, misto a vomito, ha sporcato soffitto, pareti, comodino,
abat-jour ecc abbia anche sporcato il pigiama, tra l'altro ripiegato
sul letto. Anche le fantasiose perizie sulla "dinamica" di ricaduta
del sangue affermano che le caratteristiche delle gocce sul pigiama
sono tipiche appunto della goccia che cade dall'alto.
11) Quanto detto al punto precedente esclude completamente l'ipotesi
dell'omicidio per due motivi:
a) l'eventuale assassino estraneo non aveva nè il tempo nè un motivo
razionale per indossare il pigiama della donna; quand'anche l'avesse
fatto nel toglierlo le forme delle macchie di sangue si sarebbero
modificate;
b) se a indossare il pigiama fosse stata la madre, si sarebbero dovute
riscontrare analoghe macchie di sangue quanto meno sia sul volto che
sui capelli di lei stessa
12) L'altra fantasiosa teoria che vorrebbe spiegare le macchie di
sangue a distanza come "effetto pozzanghera" dovuto all'arnese arma
del delitto che colpisce-intinge-spruzza scaturisce dall'incompetenza
scientifica ed anatomica: bisognerebbe ammettere che il cranio si sia
riempito di sangue come una bacinella, il che contrasta con la
fisiopatologia dei traumi cranici, con l'anatomia e con la logica.
13) Le fratture affondate riscontrate non sono che la conseguenza di
trauma cranico a seguito di crisi epilettica insorta a seguito
dell'emorragia. La dinamica può essere questa: si verifica il
sanguinamento della malformazione con immediato inondamento
ventricolare e degli spazi subaracnoidei,(spazi situati tra un solco
cerebrale e un altro) da qui l'irritazione della corteccia provoca la
crisi epilettica generalizzata (che può essere della durata anche di
alcuni minuti), nel corso della quale crisi il cranio ripetutamente
"sbatte" contro il muro o contro il letto e si verificano le
fratture.
14) Si afferma che la prova inoppugnabile della morte per omicidio sia
il corpicino coperto dal lenzuolo come ultimo atto di pietà. Se il
bimbo, come ritengo, è stato in preda a una violenta crisi comitiale
risulta convincente che, al termine di essa, il lenzuolo possa esser
ricaduto sul volto e corpo del piccolo. Qualcuno afferma che il
lenzuolo sia stato ben ripiegato: l'eventuale assassino col poco tempo
a disposizione non avrebbe perso tempo a "sistemare" il letto. In ogni
caso, volendo tenere per buon questo indizio, sarebbe l'unico a favore
della morte violenta contro gli innumerevoli a favore della morte
naturale.
15) Un'altra prova inoppugnabile di colpevolezza della Franzoni
sarebbero gli zoccoli o pantofole sporchi di sangue perche dalla
stessa indossati al momento del fatto delittuoso. Come è possibile? Se
si ammette, come si ammette da più parti, che l'assassino ha colpito
stando in ginocchio sul letto di fronte al bambino e, tenendo conto
che in tale posizione i piedi sono coperti, oltre che dal corpo
intero, in modo particolare dalle gambe e si trovano appoggiati e
"affondati" sul piano del letto, come si può pensare che si siano
sporcati di sangue in quel frangente?
Si deve pertanto dedurre che gli zoccoli erano nella stanza non
indossati e si sono sporcati come si sono sporcati gli altri oggetti
16) L'evento, su cui vaneggiano ancora i periti, di un ossicino della
teca cranica che è "volato" a distanza, deriva dal fatto (che i periti
non conoscono) che nelle fratture craniche, soprattutto nei bambini ,
si trovano "sminuzzamenti" dell'osso che quindi, a seguito
dell'ingravescente aumento della pressione all'interno del cervello
(che si trova in un ambiente chiuso ed inestensibile), può venir
schizzato a distanza, esattamente come il vomito.
17) Nella perizia necroscopica assurdamente si dichiara che lo stato
di coma valutato con la scala CGS (Coma Galsgow Scale) e risultato=3,
consente la diagnosi di morte:
Non è così! Sappiamo bene che la diagnosi di morte viene accertata con
altri parametri e per un certo periodo di tempo (EEG,EKG ecc.). Dal
coma, anche con punteggio = a 3, si può uscire.
18) Nella perizia viene affermato anche che il bimbo era già morto
quando sono arrivati i soccorsi perchè, (e sarebbe una prova
inoppugnabile)quando il medico del 118 ha introdotto nel cavo orale la
tipica cannula detta di Guedell per favorire la respirazione, non vi è
stato il riflesso della tosse! E' assurdo: in un paziente in coma
profondo non è possibile evocare il riflesso della tosse!
19) Nel rapporto del Pronto Soccorso di Aosta l'ora del decesso viene
segnalata alle 09.47
20) Non risulta che sia stato fatto un esame istologico dei vasi del
circolo di Willis, (la zona vascolare arteriosa dove vi è maggior
frequenza di malformazioni) o di altri distretti vascolari, attraverso
il quale si sarebbe potuto evidenziare l'eventuale alterazione delle
pareti di uno o più vasi arteriosi.
Rimango esterrefatto come quelli soprattutto che dovrebbero a vere a
cuore la volontà della verità e della giustizia, come se tutti fossero
presi da una forma di condizionamento collettivo, non si siano
soffermati per un solo istante a voler prendere in considerazione,
l'eventuale ipotesi alternativa alla morte violenta del piccolo
Samuele.
Mi sia consentito anche di sfiorare gli aspetti psichiatrici e
psicologici poichè ritengo che gli psichiatri soprattutto, per la
stessa natura della loro disciplina, devono tenere conto di mille
variabili del comportamento umano, alcune delle quali sono senz'altro
il confronto con personalità analoghe, la considerazione delle
caratteristiche espressive di un carattere, la valutazione e il
confronto delle analogie e via dicendo; è mai possibile che sfugge il
comportamento anomalo e cioè del tutto consono con i parametri della
normalità della signora Franzoni?
Non vi è, nella storia criminale di tutti i tempi, riscontro di madri
infanticide che, in un lasso di tempo più che breve, non abbiano
confessato il loro misfatto dimostrando tutta la loro patologia e il
loro dramma.
E' mai possibile che questa donna, la signora Franzoni, non dimostri
un minimo cedimento psichico, che dopo oltre tre anni non si ritrovi
nei suoi comportamenti qualcosa di anormale?
E non mi si venga a raccontare la storiella dello sdoppiamento di
personalità e della rimozione dell'accaduto! : una personalità è
doppia per tutta la vita e non la si può nascondere!
E, ancora, come si fa ad asserire che la Franzoni uccide in preda a un
raptus e, allo stesso tempo,organizza l'alibi, accompagnando l'altro
figlio alla fermata dello scuolabus? Delle due l'una! No?
Ho appreso che i Magistrati inquirenti hanno verbalizzato, oltre alla
registrazione della telefonata al 118,che qui trascrivo, anche la
testimonianza della centralinista che probabilmente è stata o verrà
considerata dai nostri illuminati Giudici come una valutazione
psicologica attendibile di una "vera" esperta.
Ecco, e si mediti!:
(Ansa)
Ecco la trascrizione della telefonata fatta da Anna Maria Franzoni
alle 8.28 del 30 gennaio 2002 al servizio di soccorso 118 per chiedere
aiuto mentre il figlio Samuele era in un lago di sangue nella villetta
di Montroz.
Centralino. "Pronto". Franzoni: "Ascolti mio figlio ha vomitato sangue
e non respira, abito a Cogne" Centralino: "Un attimo che le passo
subito ..." Franzoni: "Fate presto, la prego" (musica d'attesa - tratta
da "Le quattro stagioni" di Vivaldi - per alcuni secondi) Operatrice:
"Pronto" Franzoni: "Mio figlio ha vomitato sangue, venga subito"
Operatrice: "Allora, no, con calma (Annamaria urla e la sua voce si
sovrappone) devo avere l'indirizzo, abbia pazienza" Franzoni: "Abito a
Cogne" Operatrice: "Il numero di telefono (...). Ecco, Cogne dove?"
Franzoni: "Frazione Montroz" Operatrice: "Con calma ... Monrò?"
Franzoni: "Cosa devo fare?" Operatrice: "Numero civico?" Franzoni:
"Ooh ... eeh ... la prego, sta male!" Operatrice: "Signora, con calma
perchè non risolviamo niente. Allora, Monrò?". Franzoni: "Numero 4 A.
E' già venuta stanotte perchè stavo male io. Vi prego, aiutatemi, non
respira ... (respiro affannoso, urla incomprensibili)" Operatrice:
"Subito ... Signora, abbia pazienza, è Montroz o Monrò?" Franzoni:
"Montroz". Operatrice: "Ecco. Numero?" Franzoni: "Oh, mamma mia. 4 A".
Operatrice: "4 A. Signora, allora suo figlio quanti anni ha e come si
chiama?" Franzoni: "Tre anni, Samuele". Operatrice: "Di cognome?"
Franzoni: "Lorenzi (interferenza telefonica). La prego, sta
malissimo". Operatrice: "Signora, intanto se vomita non lo tenga ..."
Franzoni: "E' tutto insanguinato, ha vomitato tutto il sangue. Non
respira ...". Operatrice: "Arriviamo subito, signora" Franzoni: "Grazie"
Operatrice: "Mi lasci solo il telefono libero perchè se no ..."
Franzoni: "Sì, sì, sì, arrivederci".
L'operatrice, Nives Calipari, ha fatto mettere a verbale (il 24
febbraio 2002) che "anche per vicende più banali sono abituata a
sentire persone che vengono prese dal panico e non sanno dare precise
indicazioni sui nomi delle persone, sugli indirizzi, sui numeri di
telefono o altro. La Franzoni, invece, mi ha risposto con lucidità".
Spero che la gentile centralinista non venga considerata una esperta
in psicologia telefonica, ma considerando gli esperti che si sono
occupati del caso...
Quindi, secondo la centralinista,ormai da considerarsi veramente una
esperta in una nuova disciplina quella di psicologia telefonica, (chi
sarà il Rettore?, il prof. Crepet o il prof.Bruno?) chi è veramente
preso dal panico per un caso drammatico non è in grado di comunicare
all'ambulanza il proprio domicilio, per cui in casi del genere cosa
succede? I soccorsi non devono arrivare perchè, se arrivano
all'indirizzo correttamente indicato, si rischia di essere accusati di
omicidio?
Amaramente concludo chiedendo agli esperti seri : Per la signora
Franzoni, dove sono le prove oggettive che possano far porre diagnosi
di personalità schizoide?
Nessuna personalità nè psicopatica nè criminale rimuove veramente il
momento di un misfatto e poi di tale gravità! Può mentire ma non
rimuovere il ricordo.
E il ricordo di un efferato omicidio pesa su comportamenti e
personalità ogni giorno, ogni minuto!
E nascondere una verità di tal tipo per così lungo tempo non è
possibile,neanche per le personalità più disturbate.
L' ipotesi della morte naturale è stata ritenuta e continua a
ritenersi assurda, ma quali sono gli elementi clinico-scientifici che
sostengono tale assurdità?
Spero che il destino di Anna Maria Franzoni non sia nelle mani di un
carabiniere e di una centralinista, oltre a quelle in cui, purtroppo,
già è!

cos'è il genio?
è fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione..


beh.. non sono bello come clooney nè affascinante come sean connery, nemmeno intrigante come johnny depp.. ma so leccare come lessie!




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omicidio cogne   13/12/2007 21.43.22 (277 visite)   Nieth
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