Nick: Haran Oggetto: Questione di centimetri Data: 24/12/2007 12.41.45 Visite: 175
L'ultima giornata di un sorprendente 2007 ha registrato un'altra occasione mancata per portare a casa il bottino pieno, legittimato da una superiorità territoriale che raccoglie molto meno di quanto produce: se si esclude la perdita d'identità in quel di Bergamo, il Napoli ha sempre messo in difficoltà le squadre avversarie con un gioco piacevole e offensivo, forse troppo spesso distratto nel subire goal evitabili e talvolta incapace di assestare il colpo letale che serve a chiudere la partita. Lasciati per strada punti preziosi che avrebbero potuto relegare gli azzurri ad un paio di piani più su, in una classifica che di per sè ha già il sapore di un'impresa. L'atmosfera natalizia della partita con il Torino ha avuto anche i colori rossi della divisa di Trefoloni, enfant prodige della generazione arbitrale post-Collina, il quale scivolava in una prestazione davvero pessima. Due improbabili sviste in occasione dei penalty ed un'esplusione sponda granata che paradossalmente danneggia gli uomini di Reja: il Toro, forte del vantaggio, ha giocato tutto il secondo tempo in inferiorità numerica nella propria metà campo e la manovra degli azzurri ha trovato davanti a se un muro di gomma, per altro ben schierato da Novellino ma mai tanto pericoloso da meritare questo punto trovato sotto l'albero. Questo Napoli mostra carattere, riesce ad acciuffare il pareggio grazie a uno dei pochi calciatori dai quali Reja non dovrebbe mai prescindere: le geometrie e la profondità che riesce a dare Hamsik sono indispensabili per rendere pericolosa una manovra che appare sbiadita quando una condizione fisica precaria fa sembrare Lavezzi quasi noioso, a tratti assente dal gioco. In questo senso, la prossima sosta arriva a dovere: non è solo l'argentino a sembrare giù di tono, i "ragazzi terribili" scoperti da Marino pagano uno strepitoso avvio di campionato con l'etichetta di rivelazioni e con le conseguenti occhiate interessate delle grandi. Eppure, c'è davvero mancato poco per vincere, ma il destino ha voluto che quel colpo di testa dell'arciere azzurro finisse sul palo, strozzando in gola la gioia degli oltre quarantamila napoletani che per un paio d'ore hanno rinunciato allo shopping natalizio per il solito rito domenicale celebrato in quel del San Paolo. Una fatale questione di centimetri: nove volte su dieci quel pallone finisce in porta, stavolta non è stato cosi, come nella più classica delle beffe. Gli stessi centimetri che hanno permesso a Sereni di neutralizzare il piattone di Domizzi in occasione del regalo ricevuto da un Trefoloni versione Babbo Natale. Sarebbe bastato un leggero cambio di traiettoria su quel colpo di testa allo scadere, che avrebbe trascinato con sè la vittoria della squadra e la resurrezione dell'uomo e del calciatore Calaiò, con tanto di probabile standing ovation di un intero stadio in delirio, giusto premio per un giocatore al quale bisogna riconoscere di aver fatto intravedere quell'istinto del bomber che riesce a concretizzare anche l'unica buona occasione sfruttabile. Forse l'annata è davvero storta per questo ragazzo, ormai destabilizzato dalla mancanza di una maglia da titolare che fino a pochi mesi fa era il frutto dei goal che hanno portato il Napoli in A e che solo la mediocre scelta di squadre alternative lo costringerà ad aspettare il suo momento tra i gregari della nobile panchina partenopea. Pochi centimetri per cambiare la storia, ma la dea bendata stavolta ha deciso cosi.
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