Nick: Rambov` Oggetto: De Mita lascia il Pd Data: 20/2/2008 12.18.38 Visite: 142
De Mita lascia il Pd. La Suppa senza sedia, Squeglia medita, Bassolino trema
L'addio del "vate di Nusco" ufficializzato un'ora fa nel corso del coordinamento nazionale del partito. All'alba l'ultimo no di Veltroni a una sua ricandidatura. Andrà con la Rosa Bianca di Pezzotta, Tabacci e Baccini CASERTA - De Mita lascia il Partito Democratico. La notizia non è certo clamorosa, dato che già ieri sera la cosa era apparsa scontata. Veltroni aveva pronunciato l'ultimo no alla ricandidatura del "vate di Nusco" nelle liste del Pd, non perdendo l'occasione, da ottimo comunicatore qual è, di utilizzare il no all'anziano ex presidente del Consiglio, leader assoluto della politica campana per decenni, come un potentissimo spot finalizzato a indicare con nettezza i tratti della sua identità rinnovatrice. L'ufficializzazione dell'addio stamattina, nei primi minuti del coordinamento nazionale del Pd. De Mita, a inizio lavori, si è alzato e ha parrlato. «Sono vittima dell'età - ha affermato - e per questo mi ribello e vi lascio. Mi sento insultato». Per De Mita si profila un accordo con Tabacci e la Rosa Bianca, anche se l'ex premier non ha confermato questa voce. «Non si tratta - ha, però, precisato - di un addio alla politica. «Come diceva un poeta spagnolo, 'Quando morirò morirò con la chitarra in mano', io dico che quando morirò farò l'ultimo discorso elettorale". Una minaccia, più che una promessa. Ora, se è vero che De Mita, anche e soprattutto per ragioni anagrafiche, non riuscirà a portare con sé, fuori dal Partito Demcratico, tutti gli uomini e le donne a lui vicini, è anche vero che quelli che lo seguiranno nel partito di Pezzotta saranno in numero sufficiente per far perdere ulteriori voti al Pd in Campania sia alla Camera che al Senato. Prima conseguenza: l'obiettivo dei 17 seggi nella circoscrizione di Campania due per il centrodestra diventa più probabile di quanto non lo fosse ieri. Così come l'abbassamento a dieci, massimo undici deputati ad appannaggio del Pd, con conseguente recupero della rappresentanza da parte di un ipotetico polo di centro, in grado, a questo punto, di varcare la soglia del 10 - 12 per cento. Seconda conseguenza: gli equilibri della Regione Campania. Va detto che il fatto che De Mita abbia litigato con Veltroni non vuol dire, automaticamente, che da questo minuto in poi lavori per far cadere Bassolino. Anzi, il rapporto di solidarietà e di potere tra i due potrebbe, paradossalmente, rafforzarsi proprio nel comune esercizio di uno stato di minorità politica. Bassolino simbolo della politica che sbaglia, che scade nel "politicante", De Mita iconografia del vecchio e preda del Veltroni iconoclasta. Insomma, un fresco silurato e un potenziale trombato in parabola discendente potrebbero unire le loro debolezze. Detto questo, però, è chiaro che il quadro politico che uscirà dalle elezioni nazionali potrà pesantemente condizionare gli equilibri della Regione Campania, dove, comunque, l'addio di De Mita al Pd e al centrosinistra, indebolisce la struttura su cui si regge la maggioranza Bassolino. E allora ecco che l'eventualità di tornare alle urne per le elezioni regionali entro un anno, contemporaneamente alle elezioni europee, diventa una prospettiva da stamattina ancora più probabile. Per quel che riguarda il destino dei fedelissimi casertani di De Mita, è opportuno per qualche ora non avventurarsi in previsioni che potrebbero risultare avventate. Se Rosa Suppa resta con De Mita sarà candidata con la Rosa bianca, ma senza alcuna possibilità di essere eletta. Se resta nel Pd, diventerà una ballerina di seconda fila. Per quel che riguarda Pierino Squeglia, il discorso è più articolato. Tutto sommato il suo destino è legato a quello del segretario regionale Iannuzzi, che, senza De Mita, è infinitamente più debole di quanto non lo fosse fino a ieri. Squeglia potrebbe rimanere con Iannuzzi, ma non si sa fino a che punto Iannuzzi gli possa garantire una rielezione. Squeglia potrebbe seguire De Mita diventando il leader casertano del partito di Pezzottia, Tabacci e Baccini a Caserta e quasi leader in Campania. Ripartirebbe da zero o quasi da zero. Ma questo lo verificheremo già a partire dalle prossime ore. Gianluigi Guarino
mercoledì 20 febbraio 2008
  ma io sono piccolo e nero... |