Nick: Ulisse Oggetto: Non solo Vigliacchi Data: 7/7/2004 18.45.5 Visite: 5
Insize, ovviamente tu hai ripreso i fatti riportando solo la dichiarazione della ragazza. Manca la versione dei due accusati che, per motivi di servizio, non possono rilasciare dichiarazioni alla stampa. Tra l'altro, l'unico giornale a riportare l'accaduto è stato proprio "la Stampa". Strano no? Semplicemente si tratta di notizie non certe. Ho indossato una divisa e ti assicuro che se ti vien voglia di fare cazzate non le fai in servizio. Puoi passare facilmente un guaio. Ci pensi sopra 10 volte. Aggiungici che quelli che prestano servizio sul radiomobile dei carabinieri (ossia il personale che gira sulle gazzelle) non sono degli sprovveduti. Non credo vadano in giro a menare ragazze. Neanche il peggiore lo fa (secondo me, opinione che mi sono fatto stando nell'ambiente). ti dedico quest'altro articolo, forse bilancia il tuo. Con simpatia ///U. Moldava 'schiava' e incinta a Milano: salvata dai carabinieri lucani La ragazza, diciassettenne, era stata rapita nel suo paese e costretta a prostituirsi al nord. Ha chiamato la compagnia di Tricarico su indicazione di un'amica. Salvata alla stazione, arrestati due albanesi TRICARICO (Matera), 27 NOVEMBRE - Una ragazza moldava di 17 anni, al quarto mese di gravidanza, costretta a prostituirsi a Bergamo da una banda di albanesi (due dei quali sono stati arrestati) è stata «liberata» dai carabinieri della compagnia di Tricarico - ai quali si era rivolta per chiedere aiuto - nella stazione centrale di Milano. P.H. (queste le iniziali della ragazza, ora diretta verso un centro di accoglienza della Puglia) era stata sequestrata in Moldavia nell'aprile scorso: da allora è stata venduta e rivenduta almeno cinque volte ad organizzazioni criminali rumene, montenegrine, jugoslave e albanesi (più o meno ogni volta per circa cinque milioni di lire). Dopo aver trascorso tutto lo scorso mese di agosto in Albania, P.H. - secondo il racconto fatto ai carabinieri della compagnia lucana, che hanno già «liberato» decine di donne sequestrate nei Balcani e nei Paesi dell' ex Unione Sovietica e costrette a prostituirsi in Italia - è stata trasferita in Puglia: allo «scafista» è stato dato un compenso di tre milioni di lire. Dopo un periodo in città del circondario di Bari, la ragazza è finita prima a Roma, poi a Milano e infine a Dalmine (Bergamo). Qui è riuscita a contattare una sua amica, da tempo sottratta alla prostituzione e ospitata in un centro di accoglienza: è lei che le ha suggerito di telefonare ai carabinieri della compagnia di Tricarico e di fidarsi di loro. In poche ore il caso è stato affrontato e risolto: i militari le hanno suggerito, quando sarebbe stata accompagnata a Bergamo per prostituirsi, di fuggire e raggiungere la stazione centrale di Milano. Lì l' hanno incontrata, sono tornati a Dalmine e sono entrati nella casa dove era tenuta segregata quando non si prostituiva. I due albanesi trovati nell'appartamento - Arben Seferi, di 31 anni, e Dashmir Kakani, di 28 - sono stati arrestati con le accuse di sequestro di persona, violenza sessuale continuata, riduzione in schiavitù e favoreggiamento all' immigrazione clandestina finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Secondo il primo racconto fatto ai carabinieri (l'operazione è stata coordinata dal comandante provinciale di Matera dell' Arma tenente colonnello Giacomo Vilardo e da quello della compagnia di Tricarico capitano Mario Tusa), la ragazza ha subito innumerevoli violenze sessuali: in alcuni casi, prima del trasferimento in Italia, tenuta sequestrata con altre coetanee, è stata violentata anche da gruppi di otto uomini. In Puglia, i suoi «guadagni» erano di circa un milione al giorno: ma neanche una lira le è stato permesso di inviare alla madre, in Moldavia.
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