Nick: neverm|nd Oggetto: Riflessione Data: 6/5/2008 14.24.48 Visite: 656
un po' di tempo fa è stato scritto e messo in rilievo là in alto un post intitolato "insurgencia, bella chiavica" e che parlava dell'aggressione fatta da alcuni ragazzi di questo centro sociale ad altri che stavano attacchinando i manifesti del partito "la destra" lì di fronte. c'è stato un dibattito molto lungo, tutti erano d'accordo nel definire sti ragazzi delle bestie e cose del genere. ora, al di là delle mie personalissime opinioni sulla vicenda, credo che doveva essere messo in rilievo anche un post sulla morte di Nicola Tommasoli, il giovane aggredito e ucciso qualche giorno fa da alcuni naziskin a Verona. Se quelli di insrgencia sono stati definiti chiavica, questi come potremmo mai definirli? Certo molti di voi risponderanno che la violenza è sempre violenza, che anche nel caso di insurgencia poteva scapparci il morto ecc. Però voglio ricordare una cosa: Davide Cesare (Dax), Renato Biagetti, Nicola Tommasoli e potrei scrivere ancora tanti altri nomi di ragazzi aggrediti e uccisi da esaltati di estrema destra. Non mi viene in mente, però, nessun nome di ragazzi uccisi da esaltati di estrema sinistra. La violenza è da condannare sempre? ok, ma una cosa è una rissa tra ragazzi di idee politiche opposte, un'altra è un'aggressione folle, un'altra è un OMICIDIO. Per me le vere chiaviche restano loro, quelli con le celtiche tatuate addosso che ammazzano un ragazzo che sta tornando a casa da una festa reggae, o un altro di un centro sociale di sinistra, o qualsiasi altro ragazzo.
Trovatelo strano, anche se consueto, inspiegabile, pure se quotidiano, indecifrabile, pure se è regola. Anche il minimo gesto, in apparenza semplice, osservatelo con diffidenza. Investigate se proprio l'usuale sia necessario. E - vi preghiamo - quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla venga detto: è naturale in questo tempo di anarchia e di sangue, di ordinato disordine, di meditato arbitrio, di umanità disumanata, così che nulla valga come cosa immutabile. Bertolt Brecht |