il cinema italiano di denuncia, da quarant'anni a questa parte, fotografa in maniera impietosa la società italiana, tale e quale farebbe un esponente della borghesia illuminata di sinistra fuori il caffè del bar dello sport della piazzetta del paese.
a me personalmente, questo film italiano di denuncia, ha gonfiato allegramente i coglioni, per quanto possa essere delizioso (a volte) da vedere.
sicuramente il cinema di denuncia degli anni nostri, è diventato oltre che impietoso, pure noioso, come se questo borhese colto e annoiato, ma riformista e illuminato, si fosse spostato dal bar dello sport, al salotto del puttanone vecchio della città capitale.
infatti a che serve da 40 anni a questa parte denunciare una situazione che non cambia di una virgola: è deprimente ed umiliante.
devo quindi maliziosamente pensare che sia un modo di proporre un certo tipo di film, per attirare sovvenzioni statali che finiscono nelle tasche dei soliti quattro che gestiscono il cinema italiano.
quando vedremo uscire fuori un produttore che crei un'industri del cinema?
il cinema rimane pur sempre uno spettacolo da cui uscire con la bocca aperta dalla meraviglia, non più depressi di come si è nella nostra quotidianità.
per superare i problemi, abbiamo bisogno di iniezioni di ottimismo, non di uscire più depressi di come ci costringe la quotidianità fatta di munnezza e camorra, che è la stessa cosa, abbiamo bisogno di un cinema di supereroi.
se l'america è una nazione vincente è perchè si è creata una cultura ad hoc.
quello è il modello per il nostro cinema.