 |  |
 |
Nick: zopar
Oggetto: Stupenda
Data: 17/7/2004 0.2.36
Visite: 99
Stupenda.
Si eri stupenda; come ti dissi quella volta al telefono: "non ho mai conosciuto una ragazza più bella di te, nell'accezzione più pura della parola bella", quelle della tv e dei rotocalchi non erano nulla a confronto, tu eri bella e basta, non c'era da aggiungere altro, non si poteva aggiungere altro...
Ormai è un anno che non ti sento, Stupenda...
Eh si, un anno, il tuo arrivo coincise con l'apice della crisi con la mia ex, ma sono contento che non sia stata tu la causa della fine della mia storia.
Come stai stupenda?
Che hai fatto in tutti questi giorni?
Sei ancora con lui?
O come prevedevo io, la tua storia era solo mentale?
Una storia programmata, più dettata dal cervello che dal cuore...
Sono troppo orgoglioso per chiamarti, ma soprattutto non avrebbe senso farlo solo per chiederti come stai... solo per sentirti respirare... sarebbe un cercare di ritornare a un passato che non ci appartiene più...
Ti ricordi quando ci conoscemmo?
Cazzo se me lo ricordo io!
Rimasi in apnea per almeno 30 secondi, mi pareva di aver battutto il record di immersione in assetto costante: senza fiato, così mi lasciasti.
Senza fiato, non potevo credere che esistesse una bellezza tale. Non potevo credere fino a quel momento che il detto "una ragazza mozzafiato" fosse vero.
Quanti cuori hai infranto stupenda? Di quelli che conosco io almeno 3 o 4...
Forse sono stato l'unico a resisterti o forse sarei stato l'unico a potermi veramente innnamorare di te... chi lo sa...
Tu eri stupenda, ma troppo cerebrale per amare, di una intelligenza cinica, ma non cattiva, semplicemente tendevi ad amare con la mente e quindi grazie anche alla tua bellezza mietevi vittime anche tra i ragazzi più smaliziati...
Ti ricordi quella giornata a casa tua stupenda?
Una giornata insieme, da amici, come si dice in gergo per indicare che non c'è stato nulla tra noi... ma a volte mi chiedo se gli sguardi siano nulla...
Come ci divertimmo a fare la spesa... e a cucinare poi... tu abbrustolivi quei succulenti peperoni sulla graticola fuori al tuo magnifico terrazzo ed io alle prese con la crema del mio dolce... e ogni 2 minuti ti chiedevo dove fosse una pentola o dove un cucchiaio di legno...
Che aria che si respirava lì da te... si vedeva il Vesuvio in tutto il suo splendore; non come lo vedo io da qui che si fa spazio tra le fronde degli alberi difronte casa mia nelle giornate più limpide; no, vederlo da casa tua era uno spettacolo: era stupendo, proprio come te...
A volte capita che quando vado in autostrada sulla Napoli-Salerno lo vedo enorme dal finestrino dell'auto e mi ritorna in mente il tuo nome, come nei test associativi psicologici: Vesuvio e PAM dai miei ricordi sbuca fuori il tuo nome; quel vulcano è troppo legato a te...
E il pomeriggio passato fuori, distesi sui lettini a prendere il sole e a chiacchierare?
Cacchio quanto chiacchierammo quel pomeriggio... ma se avessimo passato quelle ore a baciarci, forse sarebbe stata la cosa più naturale... ma non era il caso... no...
E quel tuo modo di guardarmi? Quello che io ti chiedevo sempre "Che c'è?" e tu sorridendo dicevi: "Nulla. Ti guardo".
Non l'ho mai capita quella tua espressione nel guardarmi, non so se era un tuo modo di fare o fosse riservato solo a me... nemmeno questo ho mai capito... ma mi hai sempre detto che ero l'unico che ti faceva domande del genere... forse ero l'unico a interessarmi dei tuoi pensieri oltre che del tuo corpo...
Che giornata, Stupenda; a sera quando mangiammo il dolce, a me pareva amaro, mentre tu lo sentivi perfino troppo dolce, forse era perchè sapevo che sarei dovuto andar via; avrei voluto restare lì, dormire fuori e del Vesuvio sentire la presenza dominante senza poterlo vedere, e parlare ancora e ancora e ancora prima di addormentarci...
E poi stupenda? Che ne è stato?
Lo sai bene cosa è successo... hai scelto; hai scelto la via della ragione, ti sei programmata il tuo amore, un amore perfetto, perfetto sulla carta, perfetto come un teorema, perfetto sotto ogni punto di vista, un amore logico...
Si è la parola adatta: LO-GI-CO. E' agghiacciante ma calza a pennello.
Chissà solo il tuo cuore cosa ne abbia mai pensato... ma tu non hai mai imparato a interpellarlo, troppo abituata a soffrire per lui che a curarlo e capirlo...
Sai come ti ho ricordata stupenda?
Il cioccolato...
quel maledetto cioccolato in scaglie per il dolce, ne ho trovata una bustina in credenza e al pari del suo aroma forte mi han colpito tutti questi ricordi...
Chissà da quanto sta lì quel cioccolato...
deve averlo comprato mamma, magari tempo fa, in previsione del mio dolce, vista la perenne richiesta dei miei fratelli...
Ma lei non lo sa tutto ciò...
Non può sapere che non lo preparo da quando lo feci per te...
Eppure, avrei tanta voglia di assaggiarlo ancora.
