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I nostri ragazzi. I ragazzi del presidio, e delle assemblee. I ragazzi che ci sorridono gentilmente, che ti ringraziano di stare con loro per strada, che ti perdonano se non riesci a trascorrere la notte in strada perche’ non ce la fai fisicamente o perche’ non hai abbastanza coraggio. Gli stessi che non si fermano mai, che scompaiono perche’ sono andati a preparare volantini, a prendere questo o quel giornalista.
I nostri ragazzi, che ti apprezzano per quello che provi a fare, anche se sai che non basta, perche’ loro danno molto piu’ di te: danno la gioventu’, l’entusiasmo, la voglia di cambiare il futuro, la loro cultura, le loro esperienze, il loro tempo. Loro danno quello che avresti dato tu se avessi avuto vent’anni di meno e piu’ coraggio. Perche’ potrebbero andare in discoteca, al cinema, a farsi gli affari propri, pensare solo a spendere i soldi di mamma e papa’ per la maglietta firmata o le scarpe piu’ trendy, come tanti altri coetanei fanno o come avrebbero fatto tanti di noi.
Invece no, loro hanno scelto di stare li’. Non tutti sono di queste parti, ma sono, uniti dalla voglia di fare, di costruire. E ricevono attacchi da ogni parte: dai media che li chiamano “facinorosi”, “scalmanati”, “violenti”, da chi non ha il coraggio di esporsi, di agire ma dalla propria poltrona ama criticare e giudicare.
Per questo siamo fieri di chiamarli i nostri ragazzi. Sono i figli di noi genitori improvvisati, in questa battaglia per non farci rubare la nostra terra per cercare una via d’uscita da questo assurdo destino voluto dai governi, dalla malavita, da tutti quei “bravi” cittadini che restano chiusi nel loro piccolo mondo e aspettano che sia sempre un altro a difenderlo e a pagarne le conseguenze.
Anche a loro dobbiamo il nostro risveglio da un torpore durato troppo a lungo. Anche a loro dovremo la nostra voglia di non ricaderci. Al loro fianco dobbiamo restare in ogni momento, pronti a non lasciarli soli a fronteggiare le difficolta’.
Le mamme del presidio alle Selva di Chiaiano
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