Nick: m|r Oggetto: miodesopsie Data: 22/7/2008 21.24.16 Visite: 220
Il castello dove girano la soap è illuminato anche se non provengono rumori o voci. Dal "mio posto preferito" godo di una serata calma e silenziosa. Ha piovuto da poco e lo scoglio è ancora umido e scivoloso. Mille odori arrivano al mio naso, troppo sensibile per questa città. "Devo morire" dice il mio compagno di atmosfera. Ci siamo fatti fare due torcibudella. Nella bottiglia grande della Nastro, abbiamo messo vodka e limone. "Tutti dobbiamo morire" dico e allargo il raggio della conversazione. Come se condividere un destino triste lo rendesse più sopportabile. La somma delle tristezze è una tristezza più grande, no? "No, nel senso che tu non sai di che morte finirai ma io sì" mi fa un sorriso furbo e rutta in do minore. Dal castello qualcuno si affaccia e sembra guardare nella nostra direzione. Le nuvole sono lontane adesso e le luci di Capri tremano nell'aria che si fa un po' più fredda. "Dài, per favore. Rilassati e bevi. Fallo per me. Ho avuto una giornata inutilmente di merda. Vuoi?" "Ok. Allora brindiamo al mio sangue marcio e alla tua merda inutile." Facciamo tintinnare le bottiglie. Ma ho perso quell'atmosfera in discesa di qualche istante prima e inizio a chiedermi se non debba approfondire meglio il suo stato di salute. Uno yacht si avvicina al nostro scoglio. E' rumoroso, puzza di nafta e si mette proprio davanti alla sagoma di Capri ma anche a tutto il resto. Lui si alza e inizia a urlare verso lo yacht. "Andate, andate via". Dal castello si affacciano altri. "Andate a fare in culo da un'altra parte." Urla e vedo che gli gonfia una grossa vena sul collo. Dal castello ci puntano un faro contro. Mi alzo anche io ad urlare. Lo yacht ci butta un'altra luce addosso. Non si vede più niente. Tranne piccole macchie davanti agli occhi. Alcune sono geometriche, altre hanno la forma di organismi tipo quelli che si vedono al microscopio. Si muovono seguendo abbastanza il movimento degli occhi ma, se cerchi di fissarli, fuggono al lato. Da piccolo guardavo il cielo. Seguivo le nuvole e le piccole forme. Niente che si potesse raggiungere. "Toda vida" |