Era di due giorni fa il comunicato delle Ferrovie che annunciava la ripartenza della campagna 'No ticket, no party'. E assicurano: "Saranno ammessi a bordo del treno esclusivamente, passeggeri con regolare titolo di viaggio”.
Si sapeva da tempo che il 31 agosto, giorno del grande rientro dalle ferie, avrebbe intasato le stazioni ferroviarie creando ingorghi di viaggiatori e vacanzieri. Quindi come non dar ragione a quelli come Zanardi che ieri hanno attaccato il lassismo di chi era preposto ad organizzare e gestire il flusso ingente di viaggiatori e non l’ha fatto a dovere. Comunque la cronaca di ieri inizia quando nella mattinata, un treno l'Intercity Plus 520, diretto a Torino, è stato assediato da oltre mille tifosi azzurri che volevano raggiungere la capitale per la partita con
Però rimane sempre il fatto che stiamo parlando di una banale, ludica e poco impegnativa partita di calcio. E tutte queste menate da guerra civile sono francamente intollerabili e fuori luogo.
la Roma , anche senza biglietto. L’intercity plus da 720 posti, a cui sono state aggiunte delle carrozze, è arrivato a caricare 800 tifosi e 300 passeggeri.
Rimanevano a terra 500 tifosi che sarebbero potuti partire con altri treni successivi, seguendo l’esempio di una settantina di supporters, con regolare biglietto, che sono partiti con l'ICP 586 delle 10.24. Ma la decisione di separarli per sti tizi era una cosa impensabile, e fu così che circa 250 i passeggeri hanno dovuto lasciare l'Intercity plus 520 e viaggiare a bordo di altri treni. L’intercity Plus è un treno a prenotazione obbligatoria. Ciò significa che per salirci sopra uno deve muoversi qualche giorno prima. Andando alla biglietteria della stazione, o all’agenzia di viaggio, oppure se è capace su internet. E non alla stazione la domenica mattina pretendendo di partire. Se non c’è posto non parti, anche perché significa che qualcuno più accorto e previdente di te ha acquistato prima quel diritto.
E’ una banale regola civile che vale per il cinema, il teatro, l’aereo, l’ombrellone sulla spiaggia, i parcheggi a pagamento, il ristorante, la pizzeria eccetera eccetera.
Una normale norma del vivere civile con cui uno ha a che fare che almeno un migliaio di volte nella vita.
Invece per i ragazzotti prepotenti che ieri occupavano la stazione di Napoli, questa banale norma non esisteva. Il Napoli è l’unica fede, e non me ne fotte se a rimanere a terra è una mamma che con quel treno perché doveva portare il figlio all'ospedale Gaslini di Genova per una visita medica importante.
Chissà da quanto tempo la signora aveva organizzato quel viaggio, ma poi ci penso sopra e non posso evitare di dire:
“Ma come cavolo l’è venuto in mente di andare a prendere il treno?
Signora lei è proprio una persona incosciente!
Signora la prossima volta, ci vada in aereo.
Signora la prossima volta ci vada in macchina a Genova, anzi no perché se poi incontra quei 50 tifosi dell’Inter che ieri hanno saccheggiato e devastato un autogrill è colpa sua.
Signora è da incoscienti fermarsi all’autogrill la domenica mattina!
La prossima volta non parta di domenica, perché è da pazzi partire la domenica delle partite. Signora faccia una cosa, la prossima volta scelga un ospedale diverso, magari in un altro Paese, dentro uno Stato in cui la gente normale non è ostaggio delle bestie da stadio".
Anzi no!
Perché quelli che ieri hanno invaso, bloccato, devastato, ferito, cercato di sprangare la gente nei vari stadi italiani erano soltanto delle povere vittime a cui veniva negato il sacrosanto diritto di fare “quel cazzo ci pare a noi”. E così ieri a nome di tutti, perché in fondo difendono anche il nostro diritto di “fare quel cazzo ci pare”, i tifosi infastiditi dalla continua persecuzione, hanno pensato bene di protestare devastando le 11 carrozze, causando oltre 500 mila euro di danni e il ferimento di quattro dipendenti delle ferrovie dello stato. Il treno è stato fermato a Roma, in quanto non c'erano più le condizioni per il suo proseguimento verso Torino. Ed i passeggeri che da Roma attendevano questo treno per andare a Torino, Genova o chissà dove, hanno dovuto farsi in culo e prendere, nonostante il biglietto a prenotazione obbligatoria, un altro treno.
Quello che rimane è la mortificazione di uno stato impotente di fronte ad una follia collettiva e l’immagine di una stazione sotto assedio per colpa di una partita di calcio.
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