Nick: m|r Oggetto: La sottile linea bianca Data: 3/10/2008 23.47.7 Visite: 255
E' che c'è sempre questa gran voglia di fuggire. Mollare tutto e andare da qualche parte che non sia questo. Credo sia un'emozione umana comune. Andavamo spesso a queste cene organizzate dagli amici suoi. Dopo mesi in cui eravamo coppia c'erano ancora, ben definiti, i miei amici e i suoi amici. Ogni tentativo di mix era fallito miseramente. Quindi spesso eravamo in questo splendido attico nelle cui finestre si stagliava l'intera e dolorosa bellezza del golfo. I suoi amici erano simpatici anche se il sospetto che fossero cordiali con me solo perchè ero con lei era una possibilità concreta. Da fuori mi vedo ordinario con i freak e freak con gli ordinari. Fuori posto, in genere. Dopo la cena e il vino veniva sempre il momento delle canne. Momento che mi escludeva a priori odiando il fumo in qualsiasi forma. Quando rollavano, almeno per le prime canne, ogni tanto mi guardavano come se stessero facendo qualcosa di non lecito davanti a uno zio severo e giudicante. Gli avevo detto la prima volta come la pensavo. Se compri l'erba la compri da gente che ha a che fare con la malavita. Ergo, i tuoi soldi li dài a quelli che gettano merda su questa città da decenni. Poi non avevo aperto più bocca sull'argomento. Certe volte vorrei essere uno che coglie solo il momento e perde ogni prospettiva e non sentire la solitudine dei principi non condivisi. Ma non si cambia a comando. Io col sangue amaro ci morirò. All'ennesima canna, all'ennesima bottiglia di vino se c'era ancora un barlume di lucidità usciva la polvere bianca. Anche lei a quel punto si rifiutava. Provavo tristezza, niente altro. Non mi andava di giudicare. Anche io spesso cerco vie di fuga che sono diverse e altrettanto vane. Le mie almeno, constatavo, non si trasformavano in altre gabbie.
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