"Penso che non riuscirò mai a ripagare i debiti che ho fatto per studiare, certi giorni penso che quando morirò avrò ancora le rate dell'università. Oggi ho un piano per restituire il prestito che dura 27 anni e mezzo, ma mi pare troppo ambizioso perché il tasso è variabile e riesco solo a pagare gli interessi. Sono sicura che quando compirò sessant'anni i debiti della scuola di legge saranno ancora lì a farmi compagnia".
Carrie ha 29 anni, è cresciuta in Pennsylvania, in un sobborgo poco fuori Philadelphia, in una famiglia della classe media. Ha fatto il master alla Law School di Villanova, università cattolica di Philadelphia. Vive a Washington dove lavora come assistente legislativo per un deputato al Congresso. Ha finito di studiare da due anni fa e deve ancora pagare 65mila dollari: "Ma ho lo stesso debito adesso di quando ho finito la scuola, perché ogni mese riesco a fare soltanto il pagamento minimo, che copre a malapena gli interessi sul capitale che mi hanno prestato e siccome la rata è anche salita insieme ai tassi d'interesse non ho fatto nessun passo avanti. Ogni mese devo versare almeno 550 dollari, un quarto del mio stipendio, e con il costo della vita che sale e uno sipendio pubblico non riesco a fare di più".
Il problema delle università americane è legato soprattutto all’accesso.
Le grandi fondazioni del sapere hanno rette elevatissime e questo naturalmente va a compromettere il merito.
Negli Usa spesso il merito è misurato in funzione del portafoglio e quindi chi non ha i soldi spesso rimane al palo oppure si accolla mutui a tasso variabile che durano tutta la vita.
Obama ha finito di pagare il mutuo contratto per studiare solo ora (dopo ben 18 anni), e solo grazie ai soldi ottenuti attraverso la vendita del libro.
Oggi l’80% dei giovani laureati è oppresso dai debiti contratti per studiare in particolare nelle scuole di medicina, legge e business. In particolare la situazione è drammatica per i ragazzi che hanno terminato un master in legge e medicina, che hanno rispettivamente in debito da risarcire di 77mila dollari e di 140 mila dollari.
Il debito dei ventenni americani è una realtà che soffoca la possibilità di costruirsi un futuro, sposarsi, comprarsi una casa, pensare ad una famiglia o più banalmente andare al cinema o in vacanza. Il problema è stato a lungo fuori dai radar della politica, a metterlo sulla scena è stato Barack Obama - che ne ha fatto un dato ricorrente di ogni suo comizio, ed uno dei punti cardine del suo programma elettorale.
Barak Obama ha denunciato che "negli ultimi dieci anni due milioni di studenti meritevoli non hanno potuto frequentare l'università perché non avevano i soldi necessari".
"E' inaccettabile - ripete Obama - un'America in cui non puoi mettere a frutto il tuo talento perché non sei ricco di famiglia, perfino la retta dei college è cresciuta del 40 per cento negli ultimi cinque anni e così l'ingresso al college, che per generazioni di americani è stato il passaporto per un futuro migliore, oggi è un sogno che per molti sta svanendo".
Pensa al talento che viene sprecato e perduto perché una famiglia non può permettersi di finanziare un'istruzione che ormai ha dei costi eccessivi ed esorbitanti. L'isolamento crescente del sistema scolastico dalla società e dai suoi bisogni è tremendo. "Io penso che sia osceno che un ragazzo debba indebitarsi per tutta la vita per poter studiare. C'è chi avrebbe le qualità, la passione, la voglia di studiare ma non può farlo, la società dovrebbe incoraggiare e sviluppare il talento, non soffocarlo nei debiti. È una sconfitta per l'America e per tutti, ogni tanto mi chiedo chissà chi sarebbe stato il grande medico che avrebbe fatto un'importante scoperta scientifica o l'avvocato in grado di scrivere una pagina di storia. Non lo sapremo mai perché gli abbiamo bloccato la possibilità di andare a scuola".
Perché scrivo questo?
Perché oggi Mary Star Gelmini dalle pagine del corriere della sera ha superato se stessa, definendosi l’OBAMA ITALIANA!
Auhauhauhauha
Che dire?
Solo che L’articolo 16 della legge 133 votata il 6 agosto da questo governo prevede proprio questo,
la trasformazione delle università in fondazioni.
Cioè il passaggio dal modello scolastico universitario europeo a quello Americano.
E’ proprio uguale uguale ad Obama!
Inoltre ha detto sempre nell’intervista che l’università nel 2009 non verrà interessata dagli interventi.
Peccato solo che questi interventi sono previsti in una legge finanziaria che partirà dal 1 gennaio del 2009.
Ma se ne iess a fanculo lei e quelli che gli suggeriscono le strunzat che deve dire!
http://www.corriere.it/politica/08_ottobre_27/scuola_gelmini_intervista_2c9d1c82-a3f1-11dd-b65a-00144f02aabc.shtml
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