Nick: sUnRiSe** Oggetto: l'ho sempre sostenuto Data: 23/11/2008 0.43.31 Visite: 193
Sempre più armi nelle case italiane E la famiglia uccide più della mafia Tra il 2005 e il 2006 un omicidio su tre in ambito familiare. Oltre 1.300 vittime in sei anni Clienti in una armeria ROMA - Gli italiani non sono mai stati così armati. Tra le mura domestiche è custodito un arsenale con 10 milioni di armi, ovviamente legali. Si stima che siano almeno quattro milioni le famiglie "armate", cioè in possesso di almeno una pistola. E quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro, la casa, negli ultimi anni si è trasformato in una sorta di trappola: tra il 2005 e il 2006 un omicidio su tre è avvenuto tra le mura domestiche. In altre parole, la criminalità organizzata e quella comune hanno ucciso meno della famiglia Le città più armate. Si collocano in cima alla lista delle città più armate nel 2007, Torino e Milano, seguite da Roma e provincia, con circa 2 milioni di armi regolarmente detenute su un totale di 10 milioni di "pezzi" presenti sul territorio nazionale. Significativa anche la situazione nella provincia di Nuoro, in cui, agli oltre 1.200 possessori di porto di pistola rilasciati o rinnovati prima del 2007, debbono considerarsi anche i 17.700 cittadini con porto di fucile per uso venatorio, con una media pari ad un'arma ogni 10 abitanti. Famiglia killer. Le cifre non lasciano dubbi: con un morto ogni due giorni e oltre 1.300 vittime in sei anni, la famiglia italiana uccide più della mafia, della criminalità organizzata straniera e di quella comune. Dai dati degli ultimi due rapporti Eures-Ansa sull'omicidio volontario in Italia, per gli anni 2005 e 2006, emerge che un omicidio su tre avviene in ambito familiare. Nel 2006 ad esempio, le vittime di omicidi in famiglia sono state 195, pari al 31,7 per cento di quelle complessive, con una crescita del 12 per cento rispetto all'anno precedente, quando le vittime furono 176 (il 29,1 per cento del totale). Mafia. Le vittime di mafia sono state, nel 2006, il 25,2 per cento del totale, e solo il 12,7 per cento del totale degli omicidi quelle della tanto temuta microcriminalità. Anche nel 2005, la criminalità organizzata e quella comune hanno ucciso meno della famiglia: 176 i morti in famiglia, 146 le vittime di mafia, 91 quelle della criminalità comune. Più vittime al Nord. Gli ultimi dati a disposizione, quelli relativi al 2006, sottolineano che quasi la metà degli omicidi in famiglia avviene al Nord, 94 vittime, mentre al Sud se ne contano 62 e al Centro 39. La Lombardia è la prima regione per numero di omicidi in famiglia (30); seguono il Veneto (22), la Campania (18), la Sicilia (17) e Lazio, Toscana ed Emilia Romagna (14 vittime). Delle 195 vittime del 2006, 134 sono donne (un aumento del 36,7 per cento rispetto all'anno precedente). Il rischio più alto è per le casalinghe, tra i 25 ed i 54 anni. Ed è proprio nel rapporto di coppia che avviene oltre la metà degli omicidi, considerando che circa i tre quarti i questi delitti avvengono all'interno delle abitazioni. L'arma da taglio risulta lo strumento più utilizzato negli omicidi in famiglia (31,3%) e in nove casi su dieci l'autore del delitto è un uomo. (21 novembre 2008) tratto da "La Repubblica" io l'ho sempre sostenuto che al nord la gente sta troppo stressata ed è per questo k al telegionale si sentono moltissimi omicidi al nord.. prendiamo Erba, Garlasco, Cogne ed ora Vicenza... qui sono tutti schiavi del tempo, del lavoro.. tutti su chivalà pronti a litigare e ad arrabbiarsi col primo k capita.. ma k caxx di vita è quella che conducono qui?? SOLO ed ESCLUSIVAMENTE lavoro. qui dopo le 19 c'è il coprifuoco, nessuno per strada il mio ex diceva "perchè qui al contrario del sud il giorno dopo devono andare a lavorare" ah ah ah
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