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Nick: WaLK
Oggetto: Tra sogno e realtà
Data: 21/8/2004 14.37.20
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Se dentro di sè avesse avuto la serenità che stava rincorrendo, avrebbe apprezzato quel tramonto come lo spettacolo più bello che Dio potesse regalare in quel momento agli occhi dei passanti. Gli ultimi raggi di quel sole stanco, che si tuffava in mare oltre un compatto strato di nubi, riflettevano una luce intensa di un inusuale colore viola. Il tutto era così insolito che appariva superfluo azzardare previsioni sulle interazioni dei colori con lo spazio che lo circondava.
Decise di fermarsi a guardare. A pensare..
Era fatto così. Contrariamente a chi si impegna a cercare le scorciatoie più facilmente percorribili, per codardia, superficialità o mera semplicità, amava misurarsi in scalate azzardate e contorte che gli davano brividi di piacere e paura allo stesso tempo; scalate capaci di temprare, di far crescere, ma anche di regalare emozioni vere. Ciò gli permetteva di affrontare strade che aveva l'impressione di conoscere bene, ma lo portava anche su altre vie, nelle quali spesso si era sentito smarrito e che avevano richiesto una buona dose di tenacia per non precipitare di sotto! Croce e delizia della sua indole, si diceva. Sostanzialmente istintiva, razionalmente irrazionale. La sua costante evoluzione non l'aveva portato a modificare l'impostazione di fondo, anche se a volte l'avrebbe desiderato. Ne era ormai prigioniero. Doveva ringraziarlo se aveva vinto sfide importanti con risultati insperati per tanti, ma per lo più lo malediceva per altri risultati mancati che puntualmente aveva finito per conseguire anche a causa sua. "Sei troppo buono, troppo fottutamente buono" si diceva.. aveva affrontato buona parte della vita, fino a quel momento, con la convinzione che essere buoni significasse dedicare la propria vita a tessere la felicità degli altri prima ancora che la sua, o quanto meno compatibilmente con la sua.. ciò che lo aveva portato a qual punto. Ma anche quando aveva messo, come è giusto che sia, se stesso al primo posto, era sempre stato di quelle persone che "amano" complicarsi le cose pur di non fare un torto a quelli a cui voleva bene.
Il sole era ormai sott'acqua, e la luce residua chiedeva al panorama circostante il meritato riposo. Anche lui si chiedeva, alle volte, se non fosse il caso di concedersi una pausa, una pausa dell'essere. Non potendo cambiare la sua natura avrebbe, forse, potuto almeno allontanarsene temporaneamente.. il suo chiodo fisso non gli dava tregua, doveva trovare una soluzione. Qualcosa che andasse al di là dello sperare di dormire senza sognare o del fare cose che occupassero la mente per distrarre il cuore. Ma fondamentalmente non voleva rivoluzionarsi. Gli altri, o le stesse persone alle quali stava pensando avrebbero potuto anche non riconoscerlo più, nell'immediato o negli intrecci casuali che la vita avrebbe presentato loro, ma cosa sarebbe successo se fosse stato lui a non riconoscere più se stesso?
Ormai si era fatto buio, era il momento di tornare a casa. Un altro sguardo al suo cellulare, nulla. Poteva mettere in moto e andare, anche se non conosceva bene quel groviglio inestricabile di strade, e questa volta era solo in macchina..
Si era appena svegliato.
Si era reso conto di aver sognato ancora, conosceva quel senso di ansia.. ma era davvero stato soltanto un sogno?
