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Nick: insize
Oggetto: E LUI??
Data: 25/8/2004 12.30.7
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E I RIFLETTORI SULLO STRAGISTA DI PIAZZA FONTANA (ATTUALMENTE LIBERO CITTADINO IN GIAPPONE) QUANDO LI PUNTIAMO ???


Piazza Fontana
le notizie del 2003

11 febbraio 2003 - ZORZI IN TRIBUNALE A TOKYO
"Il Manifesto"
Tokyo, le "ammissioni" di Zorzi in tribunale
"E' vero, ero conosciuto dai servizi giapponesi già nell'83". Prima di ottenere la cittadinanza
Hagen Roi Alias Delfo Zorzi: condannato per piazza Fontana, dall'89 è cittadino giapponese e i magistrati non riescono ad ottenerne l'estradizione
PIO D'EMILIA
TOKYO
"E' vero. Nel 1983, poche giorni prima della visita di Pertini in Giappone, fui contattato dai servizi giapponesi. Mi chiesero se avevo intenzione di creare problemi. Li rassicurai...". E Delfo Zorzi venne lasciato tranquillo. La polizia giapponese era dunque a conoscenza del passato di Zorzi. Ma si limitò a verificarne la conversione in uomo d'affari e lo lasciò in pace. Non lo disturbò neanche tre anni dopo, quando l'Italia ne chiese per la prima volta l'estradizione, in seguito alla condanna a dieci anni (poi annullata) per ricostituzione del partito fascista: reato politico, dissero, non è previsto nel nostro codice. E nel 1989, per evitare ulteriori problemi, il grande passo. Zorzi dà impulso alla domanda di naturalizzazione che viene approvata a tempo di record. Zorzi diventa giapponese. Sayonara. Ma se il Giappone vuole "scaricare" Zorzi, da ieri lo può fare senza temere di attentare ai diritti di un sincero amante dei ciliegi in fiore, giunto nel Sol Levante come novello Lafcadio Hearn e non, come sostiene la magistratura italiana, per sottrarsi alla giustizia. Sono le due di pomeriggio. Tribunale di Tokyo. Delfo Zorzi entra di nuovo dal portoncino riservato agli imputati. Ma non ammanettato. A scortarlo in aula - gremita di nuovo di cittadini italiani residenti in Giappone, qualche giornalista ed un funzionario della nostra ambasciata - sono infatti i suoi avvocati, ben cinque, che fanno il loro ingresso in un trionfo di profumi, vestiti firmati, valigette in pelle, presumibilmente griffate. Sembra si vada a discutere di marchi, esclusive, commissioni. Invece no. Si parla di Piazza Fontana. Ogni volta che Zorzi apre bocca, fa un'ammissione, confermando la maggior parte delle circostanze contestate ai giornalisti. Assieme agli avvocati, non si sa bene a che titolo, sfila il professor Romano Vulpitta, suo ex professore all'Orientale di Napoli e oramai da anni socio, o forse solo prestanome, di alcune delle sue società. Finché si tratta di confermare la sua presenza ad un certo pranzo (quello che lo stesso Vulpitta, all'epoca funzionario europeo, organizzò in onore di Giorgio Almirante, nel 1975, circostanza finalmente ammessa) o il fatto che, sotto lo pseudonimo di Alfredo Rossetti, Zorzi inviasse corrispondenze da Tokyo all'organo della DC, Il Popolo, va bene. Ma quando si tratta di spiegare perché ritenga diffamante essere descritto come appartenente al "movimento d'opinione" Ordine Nuovo o perché, nel presentare la sua richiesta di naturalizzazione, abbia omesso di citare i suoi precedenti penali, Zorzi è in difficoltà. Perché, gli chiede un avvocato a bruciapelo, non torna in Italia e subisce il processo? Diamine. "Perché nel giugno 1995 riferii tutto quello che sapevo al giudice Pradella, a Parigi. Non c'è alcun ulteriore contributo che io possa dare al processo...".
A fine udienza Zorzi era però esausto, e l'impressione è che si sia pentito di non aver usufruito dell'assistenza di un interprete ufficiale. Finirà forse per pagare un prezzo molto alto, per aver voluto impressionare la Corte circa la sua sincera giapponesizzazione. Forse è bene ricordare che Delfo Zorzi, alias Hagen Roi, in questo processo è il querelante, la parte offesa. Un imprenditore di successo il cui business e la cui credibilità sono stati "dolosamente e ingiustamente danneggiati" da una serie di articoli diffamatori. Articoli apparsi sulla stampa giapponese, un paio dei quali a firma di chi scrive, in cui si sostengono fatti noti e meno noti, come la dubbia acquisizione della cittadinanza giapponese, le troppo ricorrenti "sbadataggini" che, se tali fossero, trasformerebbero un agguerrito teorico della destra eversiva e un imprenditore di successo in un emerito cretino. Lei ha avuto per anni un doppio passaporto? "Si, ma non pensavo che fosse un reato... volevo sapere se ero sotto inchiesta, per questo ne ho chiesto il rinnovo anche dopo essere diventato giapponese". E come mai ha continuato a servirsi del nostro consolato, per autenticare la sua firma in calce alle procure? Non poteva rivolgersi alle autorità giapponesi? "Già. Forse sono stato un po' ingenuo. Ma l'ho fatto su consiglio dei miei avvocati. Mi dissero vai in ambasciata, in mezz'ora te la cavi". E bravo Gaetano Pecorella. Questa si chiama istigazione a delinquere. A parte il fatto - sottolineato dal mormorio della sala - che una tale sollecitudine nell'espletamento delle pratiche consolari, francamente, non risulta. "Una procura? Nel mio caso, venti giorni", assicura una cittadina.
26 febbraio 2003 - PIAZZA FONTANA: PECORELLA RINUNCIA A DIFESA DELFO ZORZI
ANSA:
Il presidente della commissione Giustizia della Camera Gaetano Pecorella ha annunciato di rinunciare alla difesa di Delfo Zorzi, il principale imputato per la strage di Piazza Fontana, che e' residente in Giappone. "Considerato che ripetutamente forze politiche interessate hanno insinuato che possa esservi un collegamento tra la mancata estradizione di Delfo Zorzi e la mia posizione istituzionale come Presidente della Commissione Giustizia - spiega Pecorella in una nota - ho assunto la determinazione di rinunziare irrevocabilmente alla sua difesa nel dibattimento che avra' luogo avanti al corte di assise di appello di Milano". "Pur ribadendo - osserva Pecorella - che la mancata consegna all'Italia di Delfo Zorzi e' dovuta alla nazionalita' giapponese, di cui ancora gode, e' mia intenzione con questa rinunzia, fugare ogni sospetto che possa investire la mia persona o, a maggior ragione, la correttezza delle procedure di estradizione tempestivamente avviate dal Ministero della giustizia".

E I RIFLETTORI SULLO STRAGISTA DI PIAZZA FONTANA (ATTUALMENTE LIBERO CITTADINO IN GIAPPONE) QUANDO LI PUNTIAMO ???



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Battisti, ma Cesare   25/8/2004 11.57.55 (136 visite)   Ulisse
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