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Nick: *bRiC|oLa*
Oggetto: I 100 passi verso il 21 marzo
Data: 17/2/2009 12.24.45
Visite: 214






Non c’è bisogno  di essere eroi, basterebbe ritrovare il coraggio di aver paura, il coraggio di fare delle scelte, di denunciare. (don Peppe Diana) 






DA WWW.DONGIUSEPPEDIANA.IT E NON SOLO . . 

Il 19 marzo 2009 ricorre il XV anniversario dell’uccisione di don Giuseppe Diana, giovane parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra nella chiesa di S. Nicola mentre si apprestava a celebrare la messa. La sua morte ha permesso, però, a tanti cittadini di questo territorio, di maturare ed avere il coraggio di dire basta e di provare a costruire  comunità alternative alla camorra. La cooperativa LE TERRE DI DON PEPPE DIANA, che nasce su terreni confiscati alle mafie per dare un’opportunità di lavoro a tanti  giovani del territorio, ne è segno concreto. Non vogliamo dimenticare don Peppe Diana, nè tutti gli innocenti ammazzati dalle mafie perché vogliamo continuare a dire basta alla camorra. La giornata della memoria e dell’impegno di LIBERA, che si tiene il 19 marzo 2009 a Casal di Principe, il 20 Marzo nel Duomo di Napoli e il 21 marzo da P.zza della Repubblica a P.zza del Plebiscito ( http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/827 ),  è un’occasione straordinaria per colorare questi luoghi di azzurro, quelle delle camicie degli scout, per tinteggiare dei colori dell’arcobaleno i vicoli e le piazze delle città attraverso i sorrisi e i volti delle donne e degli  uomini che giungeranno da ogni parte d’Italia nelle terre di don Peppe Diana. E le medaglie d’oro al valor civile che consegneremo ai familiari di Federico Del Prete e Mimmo Noviello sono il riconoscimento più alto per delle persone che, insieme a tante altre,  non hanno voluto chinare la testa di fronte a nessuna barbarie. E tutte queste morti sono anche la nostra Resurrezione, quella di un popolo e di una terra che,  seppur provata,  ha ancora la forza di credere, di sognare, di amare, di vivere …in pace. Ed insieme continueremo su strade di  speranza e di liberazione.


Chi era Don Peppe Diana? ( http://tv.repubblica.it/copertina/chi-era-don-peppe-diana/25290?video )

Don Giuseppe Diana fu ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 nella sua chiesa, mentre si accingeva a celebrare messa.
La sua morte non è stata solo la scomparsa di una persona vitale, di un capo scout energico, di un insegnante generoso, di un testimone d'impegno civile: uccidere un prete, ucciderlo nella sua Chiesa, ucciderlo mentre si accingeva a celebrare messa, è diventato l'emblema della vita, della fede, del culto violati nella loro sacralità. E' stato il simbolo dell'apice cui può giungere la barbarie camorrista sui nostri territori. Il messaggio, l'impegno e il sacrificio di don Giuseppe Diana non possono essere dimenticati. Uno dei suoi testamenti spirituali è il documento contro la camorra "Per amore del mio popolo", scritto nel 1991 insieme ai sacerdoti della Forania di Casal di Principe; un messaggio di rara intensità e, purtroppo, di grande attualità. Non dimenticare don Giuseppe Diana significa non solo ricordarlo per quello che era, ma soprattutto testimoniare quotidianamente il suo messaggio d'impegno civile, di lotta alla criminalitö organizzata, di costruzione di giustizia sociale nelle comunità locali, d'amore per la propria terra. C'è ancora bisogno di amare la nostra terra ed il nostro popolo. C'è ancora bisogno di non dimenticare il messaggio, l'impegno e il sacrificio di don Giuseppe Diana.



Il documento diffuso a natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana da don Peppino Diana e dai parroci della forania di Casal di Principe 

"Per amore del mio popolo" 
( la Casale di Don Peppe http://tv.repubblica.it/copertina/la-casale-di-don-peppe/25251?video )

Siamo preoccupati
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”. 
La Camorra
La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.
Precise responsabilità politiche
E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio. Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.
Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti. 
- Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);
- Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);
- Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
- Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)
Coscienti che “il nostro aiuto é nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che é la fonte della nostra Speranza.
NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO
Appello
Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”; Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa; Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26). Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia " Siamo rimasti lontani dalla pace...abbiamo dimenticato il benessere... La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso... dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare... sono come assenzio e veleno".

Forania di Casal di Principe (Parrocchie: San Nicola di Bari, S.S. Salvatore, Spirito Santo - Casal di Principe; Santa Croce e M.S.S. Annunziata - San Cipriano d’Aversa; Santa Croce – Casapesenna; M. S.S. Assunta - Villa Literno; M.S.S. Assunta - Villa di Briano; SANTUARIO DI M.SS. DI BRIANO )


ALCUNE FOTO DAL DECENNALE DEL 2004 A CASAL DI PRINCIPE






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