Nick: oppio_ Oggetto: Internet veloce per tutti Data: 10/6/2009 12.3.26 Visite: 217
Il piano Caio Il sottosegretario alle Comunicazioni: l'interesse è che Telecom resti italiana
«Internet veloce per tutti entro il 2012»
Romani: lo scorporo della rete non è un'ipotesi di lavoro
ROMA - «Con un investimento di quasi 1,5 miliardi di euro, anche con l'apporto dei privati, tutti gli italiani potranno connettersi a Internet con almeno 2 megabit al secondo entro il 2012». Lo ha annunciato il viceministro alle Comunicazione Paolo Romani spiegando al Senato il progetto «banda larga» del governo per annullare il digital-divide che esclude dalla rete oltre 7 milioni di italiani. È il primo effetto del rapporto di Francesco Caio, presentato all'esecutivo il mese scorso, e che ieri è stato sintetizzato dallo stesso consulente puntando il dito sul concetto del «primo passo» e del ruolo «dell'intervento pubblico». «C'è un concreto rischio osteoporosi per l'attuale rete in rame che si sta deteriorando - ha spiegato - ma questo è un tema di politica industriale». Paolo Romani, nel corso della conferenza stampa, non si è tirato indietro e ha confermato che «per digitalizzare tutto il Paese in fibra ottica occorrono circa dieci miliardi di euro con enormi ricadute sulla crescita del Pil». Per fare questo, ha aggiunto Romani, «è inevitabile intervenire su Telecom che deve comunque rimanere una azienda italiana».
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Il viceministro, commentando le ipotesi di fusione di Telecom Italia con il socio spagnolo Telefonica, ha precisato che è un «convincimento profondo» del governo che il gruppo «deve rimanere italiano». «L'ho detto al ministro delle comunicazioni brasiliano Helio Costa - ha continuato - all'amministratore delegato di Telefonica Cesar Alierta e al numero uno di Telecom Franco Bernabè». Su un eventuale scorporo della rete Telecom in una nuova società (ventilato anche nel rapporto Caio) Romani ha precisato «che non si tratta di una ipotesi di lavoro del governo ma solo di riflessione E su un possibile ruolo della Cassa depositi e prestiti per finanziare la sostituzione della rete Telecom dall'attuale in rame a quella del futuro (fino a 50 megabit) Romani ha affermato che si tratta di una «opzione ma non se ne è parlato». Dalla cifra totale di 1,471 miliardi, 800 milioni sono quelli stanziati con l'ultima finanziaria (per essere veramente disponibili occorre un passaggio al Cipe previsto per la fine di giugno) mentre gli altri provengono dai fondi europei. «All'appello mancano 210 milioni che - ha spiegato il viceministro Romani - dovrebbero provenire dai privati i quali hanno mostrato forte interesse». Il progetto da 1,5 miliardi, la cui cabina di regia sarà al ministero di Largo Brazzà, interesserà circa 50 mila persone in quattro anni, tra ingegneri, tecnici e operai. Caio, che l'anno scorso ha fornito un analogo studio per il governo inglese, ha spiegato che chi investe in questo settore vincente non perde soldi: il ritorno del capitale è dell'11-16% in dieci anni.