Nick: Bardamu Oggetto: Mi vergogno di essere italiano Data: 11/6/2009 12.19.46 Visite: 387
Non vi vergognate di vivere in un Paese dove la mafia che fa lobby in parlamento riesce a cancellare uno straordinario strumento d’indagine? Non vi vergognate di vivere in un Paese in cui l’informazione è definita parzialmente libera? Non vi vergognate di vivere in un Paese in cui il primo ministro usa il potere per approvare leggi che cancellano i suoi reati? Non vi vergognate di vivere in un Paese in cui alla magistratura che indaga contro le mafie viene tolta anche l’aria per respirare? Non vi vergognate di vivere in un Paese in cui un ministro della Repubblica afferma pubblicamente che "con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole"? Non vi vergognate di vivere in un Paese in cui un importante politico siciliano si vergogna del nome dell’aeroporto dedicato ai morti di mafia perché "Se qualcuno, in viaggio per Palermo in aereo, non ricorda che l’immagine della Sicilia è legata alla mafia, noi la evidenziamo subito già con il nome dell’aereoporto", quindi se il "Falcone-Borsellino" si chiamasse arance rosse di Sicilia sarebbe meglio. Non vi vergognate di vivere in un Paese in cui per difendere il "diritto alla diversità " del Primo ministro gli si concede per legge di parlare liberamente al telefono con mafiosi, faccendieri, corruttori, corrotti, mignotte e minorenni? Non vi vergognate di vivere in un Paese in cui Rosaria Capacchione prende meno voti di Andrea Cozzolino e di Angelo Montemarano e Luigi Cesaro diventa presidente della provincia di Napoli con il 60% dei voti? Oggi fanno 25 anni dalla morte di Enrico Berlinguer, l’uomo che per primo in Italia ha portato al centro del dibattito politico la questione morale. A 25 anni dalla morte di Berlinguer la diversità non è più rappresentata dall’appartenenza politica, ma tra chi vive tutto con indifferenza e compiacenza, rivendicando, di fatto, una diversità ribaltata, quella dell’uomo potente a cui tutto è concesso, e chi invece prova ancora vergogna, sdegno e rabbia per la deriva morale di questo Paese. Tra chi giustifica la sua presunta immoralità con "il tanto sono tutti uguali" e chi invece ancora lotta in un Paese che ti fa sentire ogni giorno più solo.
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