Nick: Persefone Oggetto: riflessioni post stupro Data: 3/7/2009 14.31.28 Visite: 314
Era così sottomessa, sembrava così distrutta a pezzi, che pensai che sarebbe stato meglio se l'avessimo uccisa. Incrociò le gambe e si tirò le mani al petto, come una di quelle prigioniere nei film sui campi di concentramento. Il suo corpo, che mi era sempre sembrato così bello, flessuoso, così atletico e pieno di curve quando ballava nei suoi vestiti sottili e aderenti, adesso appariva piegato e abbattuto, malandato e contorto. Capii che cosa avevamo fatto, che cosa le avevamo portato via.La sua bellezza non dipendeva tanto dai lineamenti, o dal fatto che aveva un bel fisico. Dipendeva da come si muoveva, dal portamento, dal modo di fare . Erano la sua sicurezza, il suo orgoglio, la sua vivacità, il coraggio, il carattere. E poi una cosa ancora più fondamentale e meno evidente di quelle che ho detto. Era il suo ego, la consapevolezza di sè. Non ne avevamo il diritto. ( Tolleranza Zero). |