Nick: PepposDj Oggetto: Ricordi Data: 1/9/2004 18.49.3 Visite: 86
Oggi è il primo settembre del 2004. Già. Sono passati 6 anni da quel giorno. Meglio riordinare i ricordi. Eravamo sempre i soliti: io, claudio (cla24), salvio (padrino85), enzo (red_devil), gianni (^Giuda^) e marco (KooGa8). Solo cla avevo un computer degno di questo nome. Io avevo (ho ancora) un Amiga 1200. salvio un nintendo e così via. Non avevamo Internet. Neppure sapevamo che esistesse. Figuriamoci "chattare", "mandare gli mms" o cose simili. Ci arrangiavamo a giocare a pallone x strada, nel mio parco, fuori da cla...sembrava si essere x le strade delle favelas sudamericane, invece era (ed è ancora) ercolano... Arrangiavamo dove capitava. Altri parchi avevano il campetto. Noi no. Un giorno decidemmo di giocare dietro il palazzo di enzo. C'era qualche albero, qualche rovo, qualche scarola. Era a ridosso di un campo agricolo. Prima di noi, lì, ci avevano giocato gli adolescenti degli anni 90...erano un paio d'anni che non andavano, erano diventati maggiorenni, uscivano con le auto, andavano a ballare e quando giocavano, affittavano il campo del Moscato. Noi decidemmo di usare quel pezzo di terra. Lo stato era pietoso. Bisognava lavorarci almeno una settimana x renderlo x lo meno "non letale"! Ma all'epoca eravamo ragazzini tra i 13 e i 14 anni che non sapevano neppure cosa fosse il "lavoro". Ci aiutò una persona veramente eccezionale, Don Salvatore, lo chiamavamo noi. Era il padre di un ragazzino che frequentavamo, anche se più piccolo di noi, e che ora in pratica non vediamo più. Era detto il Greco, perché, seppur di Barra, aveva sposato una ragazza greca che studiava a Napoli. Per tutti era il Greco. Per noi il Greco era il figlio, appunto, Alessandro. Ci aiutò lui, Don Salvatore, a sistemare quel pezzo di terra. Nessuna opera di bonifica dell'Agro Pontino, intendiamoci! Ci aiutò nel sistemare un'aerea sufficiente a farci giocari fino ad un massimo di 5 contro 5. Il resto lo lasciammo selvaggio e abbandonato. Quel pezzo di terra era terra di nessuno. I proprietari si erano trasferiti al nord, quella doveva essere proprietà privata, ma non c'erano recinzioni o altro. Per cui, era diventato nostro. Diventò la sede di tante partite coi ragazzi del vicinato. Tante risate, tante cadute, tante botte. Però noi ci divertivamo così. Bastava poco. Poi la favola finì. Quasi due anni durò. Dal nulla, comparvero i proprietari, intenzionati a farci un parcheggio. Noi, ovviamente, dovevamo solo incassare il colpo e portarlo a casa. Ma la reazione dei vicini fu violenta. Non volevano un parcheggio in quell'area. Alla fine vinsero loro. Ma non noi. Ora quella terra, disboscata completamente, è stata acquistata, non vorrei sbagliare, dal vicino agricoltore, che vi ha esteso le sue coltivazioni. Passò poco tempo, e Don Salvatore se n'è andò. Stroncato da un tumore che sembrava averlo risparmiato dopo la prima operazione, è dovuto soccombere. E con lui se n'è andato un modello, x noi. Lo vedevamo praticamente ogni giorno. Si dava sempre da fare, poteva tranquillamente vivere di rendita, aveva una palazzina tutta sua, due figli all'università che però già lavoravano nella sua agenzia di viaggi, il terzo, il nostro amico, che aveva già un futuro concreto. Ma lui passava il tempo a coltivare il giardino, a insegnarci qualcosa, a proporci come passare il tempo. Già. Sono passato una mezz'oretta fa, prima fuori casa sua e poi fuori il terreno ora agricolo. Che malinconia. Sono passati 6 anni. E quello che ieri sembrava una certezza, oggi non c'è più. Oggi ho 20 anni. Quando voglio giocare, affito il Moscato, proprio come quelli prima di noi. Ma mi intristisce vedere ragazzini di 13-14 anni, che invece di giocare a pallone, giocano alla playstation; anziché giocare a mignolino con le figurine (quante bestemmie su boghossian e lalas ), mandano MMS agli amici. Sarò nostalgico, ma rimpiango quei tempi. Bastava un pallone, un pò di spazio, noi 6 ed eravamo contenti. Per Don Salvatore, bastava fare qualcosa, qualsiasi cosa, ed era felice. Già. Sei lunghi anni. Grazie di tutto. |