Nick: Buendia Oggetto: titoli e gerarchie Data: 4/12/2009 17.18.27 Visite: 328
punto primo, eliminiamo velocemente ogni parvenza di correttezza, etica, politica, quale che sia, mi sembrano in tutta franchezza forme -ipocrite- per anestetizzare la ricaduta su deretani altri dell'inevitabile giudizio sui ruoli sociali all'interno delle strutture ad operatività complessa. io non mi sognerei mai di beneficiare di titoli che non siano miei, dove per miei intendo conseguiti a fronte di un certo impegno. credo nelle gerarchie con tutte le valenze che esse comportano sul piano giuridico del diritto e del dovere. la società è fatta a scalini e il punto in cui ci si trova 9 volte su dieci è scelto e non determinato per caso. la gerarchizzazione serve per individuare anche le responsabilità e demarcare i territori di competenza. quindi senza tanti giri di parole, mi chiedo come sia possibile che per definire un laureato si ricorra al termine generico dottore e che per definire un medico nell'accezione comune si adoperi lo stesso. mi spiego meglio, con l'introduzione dei corsi di laurea per infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio e congeneri, si è generata nell'ambito della sanità pubblica una marea di dottori. e quando si lavora in un ambiente dove la gente chiede del dottore non è inusuale trovarsi in situazioni imbarazzanti. ma questo vale per tutte le parti in causa. per i medici che sono nominativamente confondibili con altro personale, per i sanitari che devono fare delle precisazioni sul loro ruolo quando l'equivoco salta fuori. solo due categorie, così, su due piedi, mi sembra che vengano efficacemente tirate fuori da ogni ambiguità, ingegneri e avvocati. non so spiegare che sentimenti mi suscita questa parificazione "accademica". a me, per certi versi che sono poi pressoché peculiari del sud italia, mi sembra solo una presa in giro che accontenta parzialmente una parte della forza lavoro che resta insostituibile e preziosa per ammissione diretta degli stessi medici. per tacere di quanti si danno delle terribili arie, cosa che per fortuna è in netto calo tra chi è nella controparte. ok, mi dà ai nervi.
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