Nick: rockgirl Oggetto: La Mia Ossessione Notturna Data: 10/2/2010 12.16.48 Visite: 463
sono sola, sono in qualche posto di profondo degrado urbano, quasi sempre. a volte c'è il mare, a volte stradine tortuose che si perdono fra i ruderi. sono sola anche nella mia casa, che nella realtà non sento mia. è come molto tempo fa(il passato, ancora...), prima della ristrutturazione: il vecchio studio, camere buie e sempre chiuse. e c'è qualcosa lì, una presenza non so. ora sono in un auto, forse un taxi. seggo dietro e di fianco ho un signore sulla cinquantina, pelato. ora che ci penso sembra bondi. ma nel sogno credetemi era anche più spaventoso. porto gli shorts, pantaloncini aderenti molto corti, mi tengo a distanza quasi mi sentissi in difetto per il mio abbigliamento; anche se, normalmente, è già mia abitudine fare così. ma lui si accosta viscidamente, comincio a tremare, mi tocca, mi sfiora la coscia. insiste e io sempre più impotente. l'autista non ne vuole sapere di fermarsi. mi pare che ci sia qualcuno vicino a lui che sogghigna lanciando sguardi compiaciuti al posto di guida, quasi fosse una sua vittoria, un suo programma ben riuscito. dopo darò anche un nome, a questo ragazzo non brutto, untuoso, lampadato e dalle sopracciglia cerettate. un tale alessio boccalatte (faccio il nome perché non so chi sia, ho combinato forse cose di persone conosciute in passato - ma guarda un po'). aveva organizzato tutto, approfittandosene anche lui del suo stesso meraviglioso piano. l'atto in sè non è stato 'girato' o me lo sono autocensurato. ma io so e lui sa. scappo da qualche parte, un negozio di fortuna, soffro da morire. una scrivania al centro di una stanza è coperta di telefoni. non ne funziona uno, non sono in grado di chiamare la polizia. peraltro sono pure mezza muta. mia zia capisce la cosa e comincia a sbraitare: ho capito, ora ti deve solo sposare. TI DEVE SPOSARE. mi sembra di morire, voglio esplodere ma ne escono solo grida sorde, mentre mi contorco disperata, che passano indifferenti. tutto è indifferente. mi sveglio tentando di dirle che sembra uscita dal medioevo. ma quale medioevo? ricordate la storia del matrimonio riparatore? io a quello volevo arrivare: Nella Bibbia (Deuteronomio, 22,23-29) [4] si legge: « (23)Se una fanciulla vergine e' fidanzata, e un uomo trovandola nella citta', si sara' giaciuto con lei, (24) siano condotti ambedue fuori della porta della citta' e siano lapidati, finché muoiano: la fanciulla perché, pur trovandosi in citta', non ha gridato, e l'uomo, perché ha violato la donna del suo prossimo. Togli così il male di mezzo a te. (25) Invece se un uomo trova una giovane fidanzata per i campi, e facendole violenza, si giace con lei, muoia soltanto l'uomo che e' giaciuto con quella; (26) ma non far nulla alla giovane, essa non ha commesso colpa degna di morte; e' come il caso di uno che assale il suo prossimo e lo uccide. (27) Infatti, egli ha trovato quella giovane fidanzata per i campi, ella puo' aver gridato, ma nessuno e' venuto in suo aiuto. (28) Se uno trova una fanciulla vergine, non fidanzata, l'afferra e si giace con lei, e verranno scoperti, (29) l'uomo che si sara' giaciuto con la fanciulla deve pagare al padre di lei cinquanta sicli d'argento ed ella sia sua moglie, perché egli l'ha disonorata, né la potra' mai rimandar via per tutta la sua vita » Il versetto (29) è una delle prime attestazioni del costume del "matrimonio riparatore": era concepito come una forma di risarcimento e di tutela per la donna, che avendo perduto l'onore, non sarebbe piu' potuta essere presa in moglie da nessun altro uomo; invece, come si puo' notare, la legge protegge la donna anche dall'eventualità di un ripudio successivo. Il costume del matrimonio riparatore sopravvisse nella cultura occidentale fino a tempi molto recenti: in Italia fino al 1981, allorché un uomo commetteva, nei confronti di una donna nubile ed illibata, stupro o violenza carnale punibile con la pena prevista dall'art. 519 e segg. del codice penale, onde evitare il processo o al fine di far cessare la pena detentiva inflitta, poteva offrire alla ragazza il matrimonio riparatore facendo così cessare ogni effetto penale e sociale del suo delitto (art. 544 cod. pen., ora abrogato). Lo stupratore, affinché potesse fruire del beneficio di legge, doveva offrire il matrimonio alla ragazza addossandosi altresì tutte le spese della cerimonia e senza poter pretendere alcuna dote. Se la ragazza rifiutava la riparazione offerta subiva il disprezzo sociale, e presumibilmente non si sarebbe più sposata[senza fonte]. Tale usanza è stata legalmente abolita attraverso la modifica dell'art. 544 del codice penale (art. 1 L. 5/8/1981 n°442). La prima donna italiana a ribellarsi al matrimonio riparatore è stata la siciliana Franca Viola nel 1966, rifiutandosi di sposare il suo rapitore e stupratore. dalla bibbia (e vabuò) al MILLENOVECENTOOTTANTUNO. e per forza che ancora ci trasciniamo tante puttanate (vedi il laborario degli orrori canale 5), che razza di schifosi esseri che siamo.
Eppur va tutto bene va proprio tutto bene, manca un po' l'appetito e il valium per dormire l'ho finito. |