Nick: Buendia Oggetto: pensarci bene magari non basta Data: 12/2/2010 16.59.31 Visite: 267
leggo per un attimo di svago un articolo che ha la pretesa di recensire un libro che, a sua volta, ha la pretesa di essere tale. questa roba s'intitola "puoi trovare di meglio" e per l'ennesima volta affronta la tematica dei disastri sentimentali visto dalla prospettiva delle ragazze che vengono lasciate dal fidanzato. o le mogli scaricate dal marito come nel caso di questa sedicente scrittrice. "sono stata sposata anch'io e poi mi sono separata". certo, capita. capita di sbagliare strada, che si dimentichino le chiavi di casa, capita di beccarsi un raffreddore, capita di morire. sono eventualità contemplate. ma non dovrebbe capitare di sbagliare a sposarsi, non tanto spesso, non più di una volta. tanto vale non farlo mai e non lo dico per la storia figli che ne patiscono e blablabla... i figli sono quasi sempre più forti e ragionevoli di chi li mette al mondo, mentre l'errore (alfa o beta che sia) a cui non trovo una ragione viene fatto o prima, da chi contrae il vincolo, o poi, quando si sceglie di reciderlo. sarà che un divorzio fa mediamente più notizia delle unioni durature ma io ne sento di ogni, e vedo tanti, troppi uomini e donne che se la vivono come una mano persa a poker. ma la verità, anche se dal mio punto di vista, per me è una sola e la percepisco in senso assoluto: quando ti sposi è fatta. hai segnato la tua vita nella maniera più indelebile, le hai dato una forma e un colore che la rendono troppo diversa da quella che era e non puoi tornare indietro. molti invece pensano di sì, tanto c'è il divorzio. invece no, ecco come la penso io, perché il passo è così lungo, è così profondo il solco con "prima" che puoi solo restare dove sei e anche quella di andare avanti resta solo un'illusione. al massimo ci si muove di lato, a margine dell'errore fatto, che comunque circoscrive la tua linea di azione e la significa. perciò guardo con diffidenza a quelli che si separano, senza condannarli nel mio tribunale interno, e ancora più sospettosa divento quando vedo quelli che si sposano. il matrimonio contiene in sè la probabilità non nulla di accettare un ipotesi falsa o rigettarne una vera: è una questione di statistica. ma prima di provarlo sulla nostra pelle, prima di spezzare il continuum della sua vita, unica e irripetibile (ma qui forse mi contraddico), ognuno dovrebbe pensare che legare la propria umanità a quella di un altro non è un obbligo, e nella scelta, non è nemmeno qualcosa di transitorio. sposarsi non è per sempre ma averlo fatto, a prescindere da come si chiuderà la partita, durerà lo stesso tutta la vita. almeno questa vita qui. |