Fazio autorizza le donazioni samaritane Si potrà dare un organo a sconosciuti
La decisione del Consiglio Superiore di Sanità. Il donatore non può assolutamente sapere l'identità del ricevente e viceversa. Le regole per scongiurare il rischio di traffici illegali
di ALBERO CUSTODERO
ROMA - Donare un organo a sconosciuto ora è possibile. Lo ha autorizzato il Consiglio Superiore di Sanità e il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ne ha dato notizia ufficialmente. La cosiddetta donazione samaritana, che può essere fatta per il rene, deve però essere sottoposta a un rigido protocollo sia per evitare che l'atto di generosità e altruismo celi un traffico d'organi a pagamento. Sia per tutelare la privacy. Sia per garantire che il donatore sia sano e non trasmetta, insieme all'organo, anche qualche malattia. Per scongiurare il rischio di commerci illegali, espressamente vietati dalla nostra legislazione, il parere favorevole del Css prevede in modo esplicito l'anonimato più totale: il donatore non può assolutamente sapere l'identità del ricevente e viceversa.
La decisione è stata adottata dopo che si sono verificati nei mesi scorsi casi di numerose persone che s'erano rese pubblicamente disponibili a vendere un rene per motivi economici, dopo essere rimaste senza lavoro e senza reddito. La nuova normativa è di fatto l'estensione di una già esistente che prevedeva le donazioni cosiddette cross over, ovvero la donazione incrociata tra coppie donatore-ricevente (consanguinei ma emotivamente legati, in genere coniugi), ma biologicamente e immunologicamente incompatibili.
Fazio spiega così il cross over: "Il possibile ricevente si procura un donatore. Se il donatore non è compatibile, può ricevere, sempre nel totale animato, l'organo da un donatore samaritano e l'organo che viene donato può andare a un altro ricevente. Quindi così c'è un'altra donazione".
Il Comitato nazionale per la bioetica ha raccomandato che la donazione samaritana avvenga in assenza di altre forme di donazione (da cadavere o da consanguinei). Che al donatore, sottoposto alla verifica delle sue condizioni psico-fisiche, vengano date tutte le informazioni necessarie sui rischi cui va incontro con il suo gesto di generosità. E che venga istituito un registro riservato e rispettoso della privacy coi nomi sia dei potenziali che degli effettivi donatori. Per i primi dieci casi, prevece il Css, la donazione samaritana deve rientrare in un programma nazionale la cui gestione è affidata al Centro nazionale trapianti, che dovrà tenere conto della provenienza regionale del donatore.