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Nick: Kashmir
Oggetto: eclissi spostata da una mano..
Data: 14/9/2004 16.34.13
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Vi parlo sempre di periodi belli, quando tengo genio di scrivere cose serie.
Adesso vi voglio parlare di un periodo di eclissi, che comunque sono stata contenta di vivere, in quanto mi ha aiutata molto, io ho sempre sostenuto che le esperienze brutte aiutano a crescere, e a maturare, molto più di quelle belle, non si butta mai nulla della propria vita.
Tutto iniziò quando avevo 11 anni, mi trasferii da Napoli a Spoleto, anzi, all'inizio non era proprio Spoleto, era nu paesiell e merd, San Giacomo, una frazione con pochissimi abitanti, dove c'era un ingnoranza mostruosa.
La chiamavano "la piccola Parigi"......all'inizio pensavamo che si chiamasse così perché era bellina, invece era perché tutti tenevano la puzza sotto il naso.
Mamme che andavano a prendere i propri figli a scuola con tanto di pelliccia (anche a Maggio-Giugno), padri che facevano i rattusi con le femmine stesso in compagnia dei propri figli, figli che non sapevano neanche una parola di Italiano.
In fondo questi paesielli un pò da libro fanno tenerezza.....
.....tranne quando una bambina di 11 anni, piccola, timida e insicura, entra in un nuovo mondo, in una scuola dove non conosce nessuno e non capisce neanche una parola di quello strano dialetto assurdo, con bambini e insegnanti che la guardano male.
Perché?
"Oddio regà....è arrivata a napoletana.....a ricreazione glie famo vedé"
Quella che in quell'estate era stata la mia compagna di giochi, si staccò da me, e la mia compagna di banco (costretta ad esserlo dalla professoressa), mise una mano tra il mio banco e il suo...sussurrando all'amica: "perché me tocca stà proprio vicino a sta sporca napoletana??"
Sta sporca napoletana era na criaturella, piena di lividi presi a casa e di paure, piena di emozioni represse, ma che sorrideva sempre e tentava di stringere la manina a qualcuno per fare amicizia...
Pranzo: Sola, completamente sola, e mi guardavano tutti male sussurando "camorrista, camorrista"
Ricreazione dopo pranzo:
Prima dose di mazziate.
"sei na camorrista de merda", e quelli della terza mi tenevano le braccia, mentre quelli della prima mi riempivano di pugni nello stomaco. Io stringevo i denti. Quando ne parlai alla vice preside ovviamente non mi credette dato che tutti dicevano che ero una bugiarda.
Ma i crampi parlavano, i lividi, e talvolta le costole che scricchiolavano.
Tornavo a casa, piangevo e venivo vattuta perché piangevo.
E, guarda caso, in quel periodo iniziai a soffrire di depressione.
Non vi dico quello che facevo perché è meglio evitare per tanti motivi, però potete immaginare.
5 anni è durata, 5 lunghi anni.
Una notte feci un sogno.
Nel sogno ero una bambina, stavo in un centro commerciale, e tiravo papà per la manica perché volevo andare alle giostre, ma lui mi ignorava.
Mentre lo tiravo, sentivo che riuscivo a trascinarlo verso le giostre e mi sentivo forte, quando ad un certo punto mi volto, e vedo un uomo anziano che mi sorride....
Aveva un vestito grigio, molto raffinato, con un cappello, e anche una cravatta; aveva un profumo dolce, come di lavanda e uno sguardo pacifico, di una persona che sta bene, benissimo, che ha sempre combattuto in tutta la sua vita, e che ora si sta godendo quello che gli è capitato.... Un sorriso che ti sconvolge, bellissimo e forte in tutta la sua eleganza e al contempo semplicità, che mi ha coccolata come se fossi fra le braccia dell'uomo che lo sfoggiava.
Mi ha teso la mano quando avevo bisogno di un sorriso, questo ha fatto, ed io di questo avevo bisogno, ma chi volevo che lo capisse non capisce mai un cazzo, ma lo ha capito lui anche se è lontano. E mi basta e avanza, è un modo che mi aiuta a distinguere chi tiene a me e chi no, quindi guardo positivamente anche questa cosa.
Mi sono svegliata la mattina dopo con una pace interiore che non provavo da parecchio tempo, sentivo che sarei riuscita a trasferirmi in convitto come avevo deciso con mamma.
La sera mamma e papà ci annunciarono la loro separazione....non ci fu più bisogno del convitto, ero libera, sarei stata senza lividi, senza paura di accendermi una sigaretta in bagno, senza paura di piangere, senza paura di dire le mie opinioni, di recitare, di ballare, di cantare, e di suonare....
Grazie nonno, grazie per avermi teso la mano, e avermi accompagnato alle giostre, alla felicità.
Eclissi finita...è tornato il sole.
E fanculo a chi vuole farmi scendere dalla giostra.
Grazie ancora per avermici portato nonno.....quando ti raggiungerò ci andremo insieme...e saremmo gli angeli più belli e felici dell'universo.
Con l'affetto che un giorno ti dimostrerò....
....Giuly :*
