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Nick: Kashmir
Oggetto: Sciolta alla luna
Data: 21/9/2004 15.9.0
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Cosa c'è di meglio di una grigliata fra amici alle 11 di sera, con la fame che sale e con il fuoco che fa scintille nell'aria, con il bicchiere di vino che si riempie con la stessa velocità con cui si svuota, con quelle cazzo di zanzare che riescono a pungerti nei posti più assurdi...
con la Musica che ti sovrasta, che entra ed esce dalle tue vene, che ti fa salire tante emozioni oltre allo stimolo della fame che, per disperazione, decide di divorare il tuo stomaco in attesa....
Ancora un bicchiere, e stai iniziando o dimenticando a ricordare chi sei e cosa ci fai lì....
Due accordi, due parole, e un altro sorso di vino per schiarire la voce o per suonare meglio, come quando Jimmy Page si ruppe il dito nella porta del treno che si chiudeva, e per guarire si attaccò alla bottiglia di Jack.
Il suo inseparabile amico, Jack, che ha ucciso un'altro suo inseparabile amico, anzi diciamo che Bonzo si era ucciso da solo, mangiando quattro panini con prosciutto e formaggio, e scolandosi l'impossibile...affogando nel suo stesso rigurgito....ma questa è un'altra storia, Bonzo era uno dei migliori, sempre loro quelli che se ne vanno.
La prima fetta di carne è pronta.....e si sentono voci che, semp pe fa a beré, dicono tremanti: "dai, non ti preoccupare, mangiala prima tu", e il più furbo non ci pensa due volte e addenta la prima bistecca alla faccia degli altri che lo guardano sbavanti.
Il più furbo era sempre lui.
Io non la mangiavo per prima perché volevo aspettare agli altri, e poi perché fumavo così tanto per far scemare il senso di fame, che al punto "clou" quest'ultima mi passava sempre...
Lui invece, anche se fumava, la divorava con un'ingordigia da Leone...sulla spiaggia di Porto Sant'Elpidio si sentiva solo il rumore delle sue mascelle, e quello delle fette di carne che si appoggiano sui piatti.
Buon appetito.
Mangiammo come i porci, ma proprio schifosamente, sembravamo sette morti di fame, la gente passava e ci guardava schifata, ma noi ce ne sbattevamo, era dalle sette che uscimmo dal mare ca ce stevem puzzann e famm....
con la pancia satolla, prendo una sigaretta dalla borsa, lui mi porge la sua fra le mie labbra dicendomi "lo so che le marlboro ti piacciono di più" e me l'accende quasi comandando la fiamma, che solo fra le sue mani non si spegneva. Che vento che c'era...
....continuammo a bere vino, non ce ne fotteva niente di nessuno, bevevamo, cantavamo e suonavamo....
poi si fece l'una e mezza, e io e lui ci togliemmo i vestiti, restando col costume.......
L'acqua era gelida, ma lui nonostante ciò e nonostante il fatto che appena un'ora prima avevamo divorato anche la brace, mi gettò nell'acqua...io, più stronza di lui, lo tirai per il braccio e feci finta...forse..di affogarlo.
Mi guardò con quella faccia da cretino, bellissima. Una faccia che avrei accarezzato, sfiorato, o semplicemente guardato, fino all'infinito. Ma che quando mi faceva gli scherzetti assumeva un'aria infantile, che però mi piaceva, faceva uscire quel bambino che era in lui...
Gli altri si buttarono subito dopo di noi, con una violenza che fece spegnere il fuoco della carbonella...
Io cominciai a sentire lo stomaco sempre più pesante, uscii dall'acqua senza pensarci due volte, e mi stesi a terra, illuminata dalle innumerevoli stelle che c'erano quella sera...poi ne vidi una cadente....e chiusi gli occhi....
quando li riaprii, dietro di me c'era lui col suo telo, mi abbracciò per asciugarmi..."scemina, sei tutta bagnata...".
"scemone, è colpa tua..."
"mi piaci troppo quando sei tutta bagnata e infreddolita"
"ah, anche infreddolita...ti piacciono le ragazze con la polmonite?"
"no, voglio darti il mio calore..."
O fridd nguoll.
o il caldo, non lo so, non capivo niente.
Sapevo solo che c'era il mio cubano che teneva le mie braccia fredde tra le sue...una sensazione bellissima.
Io cantavo De André, accanto alle note di Mauro, con la sua chitarra classica, la musica che si espandeva nell'aria; lui che mi guardava, e mi ascoltava, e sentiva quello che provavo guardandomi negli occhi.
Ogni tanto li socchiudevo, come faccio quando mi immergo nella musica, e immaginavo di essere su un grande prato vicino a lui, a ridere e a pariare addosso al suo capo, come facevamo tutti i giorni....
Mi riaccompagnò a casa...mentre camminavamo e parlavamo mi prese la mano, e mi disse che non dovevo mai tornare sola e non dovevo fidarmi di nessuno, neanche di lui...."sei un gioiello, non farti rubare da nessuno...".
Le sue parole mi facevano arrossire come un pomodoro, ma era notte e non si vedeva nulla, ma lui sapeva che le mie guance diventavano due pomodori quando mi diceva qualcosa di bello.....
Eccomi alla soglia.....
Mi abbraccia...forte...dicendomi che vorrebbe restare così fino all'alba....
Poi tira fuori una cosa dalla tasca...
3 pesos cubani, con la faccia del Che che tende, fiera, verso l'alto...
li porge nella mia mano, chiudendola, e portandola piano vicino al fianco...
"Servirà a non farti dimenticare di me quando ripartiremo...."
"Non potrei mai dimenticarti..."
"Neanche io....grazie"
"Di cosa?"
"Di stare con me, qui, ora"
"Non ringraziarmi, chiudi gli occhi e goditi la magia del momento..."
Ciao Joa....non ti ho dimenticato
c'è ancora il profumo della tua pelle su quella moneta..
"La tecnica non conta, io mi occupo di emozioni" - Jimmy Page -
