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Nick: Shamal
Oggetto: re:Mettiamo che
Data: 4/10/2004 21.10.40
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Bella domanda, in effetti viene il momento in cui ci si chiede: ma da che parte sto? Credo veramente in quello che faccio o non sono che uno strumento nelle mani di qualcun altro, messo lì per fare "massa"? Da marxista pragmatico, penso che il comunismo, lungi dall'essere la soluzione di tutti i mali (qualcuno ci ha provato a spacciarlo per panacea, e abbiamo visto che cosa è capitato), possa essere una via da seguire, una strada senza certezze. Anche se non mi riconosco in Trotskij, penso che la frase "quando la chiesa crolla, i fedeli possono tornare a pregare per strada" possa descrivere bene il momento attuale della mia parte politica. Ovviamente cito il mio esempio perché non conosco le tue idee politiche.
In questo senso, "schierarsi" significa trovarsi dei compagni di viaggio, dai quali mi possono dividere un'enormità di cose, ma che condividono alcuni obiettivi comuni. Oggi, la pace e la giustizia sociale, come nel '77 la critica allo stato (che reprimeva anche quelli che, come me, non avevano intenzioni particolarmente violente).
Il movimento (quello anti-liberista) è quantomai eterogeneo, e spesso ho la sensazione che ci vorrebbe "più marxismo", più capacità di analisi. In altre parole, quello che mi sembra mancare sono gli strumenti. Mi dico che sono giovani, che si faranno, ma spesso mi trovo in contrasto. Sarà che alle marce comincio a stancarmi, non lo so.
Ad ogni modo, penso che, qualsiasi scelta si faccia, debba essere ispirata alla ricerca non della Verità, ma delle piccole verità che compongono il reale, siano esse anche solo interiori. Quando questa verità manca, dobbiamo denunciarlo con forza, perché lo dobbiamo anzitutto a noi stessi. È in questo che gli individui interagiscono. Dove non c'è questa interazione, c'è isolamento, desolazione, e il borbottare dei vecchi rimbambiti sugli autobus.
