Nick: Kashmir Oggetto: Momento di acidità Data: 8/10/2004 21.45.14 Visite: 164
"Come stai?" Si chiede sempre all’inizio di una chiacchierata, è la domanda fissa, chissà se davvero gliene fotte a qualcuno. Stasera ho risposto "boh.". Come sto? Boh. Adesso sto seduta davanti al pc, con la maglietta nera, i jeans, la sigaretta nella mano sinistra e la matita nera squagliata, mischiata al mascara. So solo questo, il resto è "boh". Mamma sta fuori con gli amici, domani sera tocca a me. Per ora tocca a lei, e sono contenta, forse. Forse, perché lei ha i cazzi suoi, amari, e gli amici possono far bene quanto possono far male. Anche i suoi amici hanno i cazzi loro, ma mamma è il loro diario personale. Mamma sta male per i problemi degli amici. Mamma sta male per i problemi suoi. Mi sono sfastriata di questo male, tutti in questo periodo mi dicono che stanno male. Io dico "boh.". Non conosco un cazzo di me. So solo che ho 17 anni compiuti in modo strano. Che fumo come un cesso e che se non diminuisco crepo, che il nero del catrame non è l’unico nero incrostato dentro di me, è un nero che non esce, come quello del catrame. Pazienza, come il catrame, finché sta buono lì non da fastidio, poi iniziano i colpi di tosse, l’acidità di stomaco, e a volte si crepa. Pazienza, come quella crosta, finché sta buona lì non da fastidio, poi inizia il prurito nel cervello, l’amarezza, e a volte si scoppia. A volte, rare, e non va bene. Mi dicono "sei una persona solare", e quando capita il raro momento di scoppio mi dicono "mi sembra incredibile vederti così". Fiorella e Andrea non sono poi così increduli, quando scoppio mi lasciano scoppiare, non si chiedono il perché, non gli sembra così strano. Forse perché mi conoscono meglio di quanto mi conosca io. Andrea a volte mi dice cose di me che mi fanno riflettere, a volte scherza, a volte fa capire sottilmente, a volte è diretto come un "vaffanculo". Ecco, quando è diretto come un "vaffanculo", io faccio un po’ di autoanalisi, che non fa mai male. Non riesco ad analizzare proprio niente però, cerco la risposta, cerco la verità, ma su questo mondo secondo me non ci sta. Ecco, diciamo che lui è un po’ il mio Socrate, mi aiuta a percorrere la strada per la verità, però non me la fa vedere tutta, perché non la sa neanche lui. Meglio non saperla, saperla significherebbe smettere di cercarsi, di coltivarsi. Non voglio trovarmi, voglio cercarmi per sempre. Vado bene a scuola, e mamma ride. Sono disordinata, e mamma piange. Non sono nessuno, quando lo capirà starà meglio. Scusate per lo sfogo. E’ solo acidità di stomaco. |