Nick: sankta Oggetto: Auschwitz Data: 10/10/2004 20.48.0 Visite: 106
Dopo un po’ arrivo anche la madre. Guardò Loredana negli occhi, non mostrava segni di commozione anzi prima di abbracciarla le chiese "sei ancora a posto?"La sua freddezza nel pronunciare la domanda aveva rasentato quasi il rimprovero. Loredana sentì un gran freddo dentro, fece di sì con la testa e basta. Avrebbe voluto raccontare tutto ciò che aveva sofferto, tutto ciò che di terribile aveva visto, ma non disse niente. Avrebbe voluto ricevere quei gesti d’affetto che tanto aveva desiderato negli aridi giorni di Auschwitz. E invece niente. Non vollero sapere niente né dove era stata, né come era stata trattata. Solo sua madre continuava a guardarla negli occhi, quasi la scrutava per avere certezza di ciò che soprattutto le premeva, che sua figlia fosse ancora vergine. Ciò che aveva patito sotto i nazisti era stato terribile: il suo giovane corpo assalito dagli insetti, denutrito, esposto al gelo dell’inverno. I suoi capelli rapati a zero, la sua pelle segnata dal marchio a fuoco, la sua personalità annullata, offesa, brutalizzata dalle angherie e dalle prepotenze. Le notti insonni, il camino che fumava sempre, simbolo della morte che aveva sentito così vicina. Ma i nazisti erano i nemici, i nemici suoi e dell’umanità intera e tutto ciò che le avevano fatto le pareva una cosa quasi normale di fronte alle umiliazioni cui era sottoposta oggi da parte di sua madre.. Non era certamente questo il mondo che Loredana avrebbe voluto trovare al suo ritorno. Così Loredana ha sofferto due volte. Ci sono le notti, il sonno che tarda ad arrivare per tutti i ricordi che le pesano sul cuore, le amarezze di ieri e di oggi. Se arrivano i sogni si ritrova ad Auschwitz angosciata dalle selezioni per scegliere le ebree da portare al camino. Tu hai la faccia di un’ebrea! le dice la SS. No, no, guarda bene il mio numero, vedi ho il triangolo rosso...Qualche volta la SS ha il viso di sua madre e dice "Sei ancora a posto"?
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