Nick: Coatlicue Oggetto: questioni di lingua Data: 14/10/2004 10.52.59 Visite: 107
È una notte senza sonno. Sono le tre e Roma è una strada deserta e umida. Paola mi ha dato le chiavi della macchina perché è stanca per mettersi a guidare. Adoro guidare di notte. Adoro le luci della strada di notte. L’asfalto è bagnato e minuscole gocce di pioggia schizzano sul parabrezza. Non devo percorrere molti chilometri per arrivare a casa. A quest’ora sulla Cristoforo Colombo non c’è nessuno. Solo qualche puttana. Dio mio che fisici da paura che hanno. Farei la puttana anche io se mi fosse concesso di avere gambe come le loro. La mie gambe. Devo mettermi seriamente a fare palestra. Oggi piove ancora. Sono due giorni che piove. In inglese questa frase si costruisce con la forma impersonale: "It has been raining for two days". Gli inglesi ti propinano la forma impersonale nelle situazioni più personali del mondo. È un atteggiamento da scarica barile. Da ignavi. Da chi non vuole assumersi responsabilità. Quando squilla un telefono inglese e il tizio inglese dice "Hallo" tu devi rispondere "It’ s me". Io non sono IT, io sono I. L’inglese è fondamentalmente una lingua scarna, fin troppo essenziale, pavida e poco musicale. Di certo non credo sia la lingua della creatività. Anche se fiumi di letteratura e di canzoni ne affermano l’esatto contrario. Ma è una mia personale interpretazione. Personalmente amo la mia lingua. La trovo una lingua bellissima, ricca di vocaboli e sfumature. In inglese se io dico I love you posso intendere due cose: ti amo/ti voglio bene. E c’è davvero un abisso tra i due concetti. Mi chiedo sempre come gli inglesi riescano a capire la differenza. Ovvio che se una mamma inglese dice I love you al suo bambino inglese non può che significare ti voglio bene. Però mettiamo il caso che un timido adolescente inglese abbia una cotta per una graziosa fanciulla inglese e passi quasi tutti i pomeriggi con lei ad aiutarla a fare i compiti, ma lei non ricambia la cotta perché è innamorata del giocatore di rugby del terzo anno, quello alto biondo e con gli occhi azzurri. Mettiamo che questo timido adolescente inglese un giorno si armi di grande coraggio, le prenda la mano e le dica I love you (ti amo) e lei gli stampi un bacio sulla guancia e gli dica I love you too (si anche io ti voglio bene, ma solo come amico perché a me piace il giocatore di rugby alto biondo e con gli occhi azzurri…beh l’inglese è una lingua molto sintetica): non c’è scampo, il fraintendimento è del tutto evidente. Il timido adolescente inglese tornerà a casa felice e innamorato. La fanciulla in questione scriverà fitte pagine sul suo diario riguardanti il giocatore di rugby alto biondo e con gli occhi azzurri. Quando arriverà il tempo dei chiarimenti, il timido adolescente inglese avrà il cuore a pezzi, la fanciulla si sentirà una merda e il giocatore di rugby alto biondo e con gli occhi azzurri continuerà indisturbato i suoi allenamenti. A chi dare la colpa? A nessuno se non ad una lingua priva di sfumature. Perché sono le sfumature che contano nella vita. Anche se non è detto che proprio queste sfumature te la facilitino. La vita. Trasliamo l’esempio alla lingua italiana. Lingua appunti ricca di significati e significanti. Prendiamo un adolescente italiano che fa la corte a una bella fanciulla italiana innamorata a sua volta del tipo del quinto anno alto moro e intellettuale. Se, per ironia del destino, dopo mesi e mesi di vani tentativi l’adolescente italiano riesce ad abbozzare un timido "ti amo! alla fanciulla in questione e lei gli risponde "ti voglio bene come ne vorrei al mio migliore amico", nel 90% dei casi il ragazzo tornerà a casa felice e innamorato e con un sorriso ieratico stampato sul volto perché, grazie alle sfumature della lingua italiana (o della sua mente malata) avrà interpretato la risposta dell’amata come "anche io ti amo ma sono troppo timida per dirtelo e poi se mi brucio così subito tu smetti di corteggiarmi e finisce l’incantesimo". Interpretazione che risulterà errata nel 99% dei casi perché se una ragazza italiana ti vuole bene come se fossi un fratello/amico/cugino di primo o secondo grado significa che ti vuole bene come se fossi un fratello/amico/cugino di primo o secondo grado. La fanciulla italiana riuscirà ad ottenere un appuntamento con il tipo del quinto anno alto moro e intellettuale e vivranno una grande storia d’amore. Sarà dura per il nostro adolescente italiano farsene una ragione. Un po’ mi fa tenerezza perché le persone che vanno oltre il significato proprio delle frasi (nel bene e nel male) sono degne della mia ammirazione. Che è in realtà quello che faccio anche io. Spesso. Rimanendone fregata. Vedi sopra. È per questo che in generale credo non sia sempre il caso di trascendere il significato proprio di un’affermazione. Specialmente se l’affermazione in questione non è la tua. E per chi non riesce a sbrogliare la matassa, consiglio un corso di inglese.
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