Nick: JacKn|Fe Oggetto: Data: 21/10/2004 20.25.51 Visite: 237
Una volta lessi una dedica, su un libro di Stephen King mi pare, recitava pressappoco così:"Questo libro è dedicato a xxx [il nome non lo ricordo], che non ha mai avuto bisogno di gridare". Mi affascinò la cosa, perché io ero uno di quelli che spesso gridavano. Gridavo con mia sorella, gridavo con mia madre, col mio cane. Riflettendoci capìi che anche io avrei voluto non gridare, ma che non ce la facevo, era più forte di me. Le persone che esercitavano fascino su di me erano quelle silenziose, che parlavano con un filo di voce, e che se volevi potevi ignorare tranquillamente. Anzi. Dovevi sforzarti per sentirle. Joe Diorio, un grande chitarrista di jazz, una volta mi disse "quando mi accordo che il pubblico parla forte, e che la musica a stento si sente, non faccio come quei musicisti che aumentano il volume, ma al contrario lo abbasso". Questa fu un'altra frase che penetrò la mia coscienza così tanto da non lasciarla mai più. Sono passati tanti anni, e ancora grido, nonostante mi riproponga sempre di smettere. Di provarci almeno. Non ci riesco, e spesso quando alla gente non frega un cazzo della mia voce, io la alzo, faccio la voce grossa. In effetti mi rendo conto che questo è l'atteggiamento che contraddistingue le persone prevalentemente stupide, arroganti, e con poco amor proprio. Perché chi ha amor proprio, la sua te la dice a stento, soltanto se gliela chiedi. Dicevo, sono passati molti anni, ancora grido, meno di molti altri, ma ancora troppo. E ancora rimango affascinato dall'eleganza e dalla maestosità degli spiriti silenziosi, sperando di cambiare in questo senso, e di poter anche io un giorno camminare sul velluto. Senza far rumore. Mi piace pensare che ci riuscirò, anche se nutro (segretamente, è ovvio) il dubbio atroce che la mia sia una di quelle situazioni in cui si è attratti da una realtà diversa, così diversa che non si raggiunge mai. Come un fanatico di Bird che non impara mai a suonare il sax. Nel frattempo, ringrazio la mia sorte, se di sorte ce n'è una una, e giorno dopo giorno m'innamoro di più (difficile da credere, ma è così) della mia donna silenziosa, che scivola in punta di piedi su un tappeto di velluto. |