Nick: K|NT4RO Oggetto: Bava.. Data: 25/10/2004 22.24.6 Visite: 51
No,non parlo di bava in quanto saliva,sputazza o come più vi aggrada chiamarla,ma di Mario Bava,maestro e padre dell'Horror italiano. Stasera mi sto fanendo una piccola abbuffata di Mario Bava,grazie all'ottimo Sky Classic che da un mesetto a questa parte mi delizia quotidianamente.. Ho appena finito di vedere:
Con La Maschera Del Demonio Bava esordì ufficialmente alla regia, forte di numerose esperienze come direttore della fotografia e co-regista non accreditato (Le Fatiche di Ercole, Ercole e la regina di Lidia, Catilki il mostro immortale). Traendo ispirazione molto alla lontana da un racconto di Gogol, Il Vij, >Bava inventò per questo film sequenze in bianco e nero di sapore incredibilmente macabro, mai viste in precedenza, valorizzando per primo la bellezza perversa di Barbara Steele che, proprio da qui, avrebbe iniziato la sua emblematica cariera di eroina nera. Ma non solo. Infatti il film di Bava pose le basi dell'horror italiano stabilendone, una volta per tutte i canoni e gli stilemi. Inoltre la Maschera del Demonio mette in scena apertamente l'ambivalenza della donna, vista come mostro e vittima al tempo stesso, tema cardine del gotico-sexy italiano, con una Steele-seppur giovanissima, già dotata di perfetto magnetismo - nel duplice ruolo della strega-vampira Asa e della sua discendente Katia. La sua interpetazione fu così pregnante che Roger Corman la volle per il suo Pozzo e il Pendolo l'anno successivo. Ora invece mi pappo:
Tre balordi – Dottore, Trentadue e Bisturi (il cantante Don Backy - strepitoso nella parte dello psicopatico - in uno dei suoi rari ruoli) – rapinano le paghe settimanali di un’industria farmaceutica: per fuggire salgono, con una donna in ostaggio, a bordo di un’auto guidata da un uomo che sta portando il figlioletto in fin di vita all’ospedale. Presto la tensione salirà, con conseguenze inaspettate. Il film maledetto di Bava che nessuno ha mai visto al cinema perché, una volta portato a termine, il produttore Roberto Loyola andò in bancarotta e non lo poté distribuire. Fortunatamente nel 1995, grazie alll’impegno di una delle attrici (Lea Kruger) – che lo dedica a Mario – e della sua Spera Cinematografica, uscì una copia in DVD a Colonia col titolo Semaforo rosso e con alcuni cambiamenti (il lieto fine, per esempio). Ma il produttore Peter Blumenstock ripristinò poi la versione col finale originario. Per chi ha avuto la fortuna di vederlo (in italiano con sottotitoli inglesi), il film anticipa nettamente lo stile iperrealistico ed esagitato di Tarantino (che infatti lo adora) il cui Le iene è praticamente identico (l’inizio aggressivo, la situazione claustrofobica che fa esplodere conflitti tra gli stessi banditi, la violenza sessuale). Tratto forse da un giallo di Ellery Queen, vanta uno straordinario senso del tempo, ma si concede anche lunghe pause che, per contrasto, aumentano la tensione: fu girato (titolo di lavorazione L’uomo e il bambino) in piena estate nel tratto autostradale Roma-Civitavecchia senza neanche un trasparente. Ottima direzione degli attori – ma pochi nomi di questo formidabile reparto vennero regolarmente retribuiti – e amarissima visione della vita (quasi kubrickiana): i rapporti tra gli uomini si esprimono in termini di soldi che stritolano ogni possibilità di comprensione e le persone sono viste come animali (cani arrabbiati appunto) pronti a uccidersi fra loro per un bottino. Titolo inglese: Rabid dogs. Aiuto regia del figlio Lamberto Bava e splendida colonna sonora di Stelvio Cipriani. Da riscoprire assolutamente. Ogni tanto sono costretto a ringraziare quel grande uomo di merda di Murdoch...
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