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Nick: Kashmir
Oggetto: gioia di Gioia
Data: 9/11/2004 18.46.43
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Già si prospettava una bellissima giornata per lei; all'uscita dal lavoro avrebbe trovato i suoi amici ad aspettarla, amici a cui teneva tanto, che non vedeva da molto tempo, troppo.
Abbracci forti, baci, carezze, grida, foto fatte insieme, la gente che passava per strada e li guardava esterrefatti, quasi scandalizzati.
Ma i giovani sono belli, non c'è scandalo in loro, alzano la voce un pò troppo, ma lo fanno per sentirsi vivi, per nutrirsi di enfasi e bere energia che il mondo sprigiona per loro. Sono belli i giovani.
A loro piaceva cantare, ridere, scherzare, gridare, divertirsi, mangiare assieme, insomma...tutti quei momenti intensi che si ricordano fino alla morte, e anche oltre. Si custodiscono nell'anima in una cassaforte, un tesoro, più prezioso di ogni moneta d'oro di una qualsiasi cassaforte.
Dopo un pò andarono in quell'albergo verde, circondato di verde, all'interno di un boschetto, con il suono degli usignoli che cantavano allegri e qualche bambino che giocava a nascondino.
Risero, scherzarono, gridarono, si divertirono, insomma...tutti quei momenti intensi che ricorderanno fino alla morte. Ogni momento era fermato da una foto, avevano sempre migliaia di foto, per cercare di fermare ogni attimo magico, divertente, o semplicemente spontanteo, come d'altronde lo erano loro.
Stanchi del viaggio, provarono a dormire. Lei non ci riusciva, era troppo emozionata per il loro arrivo, e troppo felice di stare con loro; ma era anche stordita dal russare.
Cambiarono posizioni più volte, i letti erano tre, di cui uno matrimoniale, e loro erano in cinque, due ragazze e tre ragazzi.
Lei si addormentò con uno di loro, o tentò di addormentarsi...erano troppo intenti a guardarsi negli occhi, accarezzarsi, baciarsi le guance.
Con lui sapeva di avere un rapporto speciale, e sognava. Quella sera aveva quella persona speciale accanto a lei, avevano un rapporto bellissimo, straordinario, e finalmente erano vicini...
Chiuse gli occhi come una bambina, rannicchiata, con le ginocchia leggermente piegate verso le gambe; lui la abbracciava, le dava protezione, la faceva sentire importante, e nel frattempo, si sfioravano le guance con le labbra, si abbracciavano, si volevano...
Il bacio.
Il loro primo bacio.
Inaspettato, o forse no? Desiderato? Si, tantissimo. Lei desiderava quelle labbra accanto alle sue, dolcissime, piene di affetto, di magia, in quella sera scura, illuminata soltanto dai raggi della luna che passavano dolcemente dalla finestra, per poi arrivare ai piedi di quel letto, un letto dove nacque qualcosa di magico...immenso, delicato.
Passarono due giorni indimenticabili, il tempo volava, ma quando si guardavano negli occhi, sembrava fermarsi, sembrava che nessuno fosse attorno a loro, sembrava che stessero da soli, perduti nell'immensità, ma al sicuro, l'uno fra le braccia dell'altro.
La magia di un momento, la morbidezza di un abbraccio, l'incanto di un sorriso, la sazietà che può dare un bacio solo raramente...
e poi ognuno tornò a casa propria...
Mai come in quel momento, Gioia aveva capito che "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" era il proverbio più privo di senso che avesse mai sentito pronunciare da labbra umane.
E ogni volta che si rivedevano era sempre più magico, sempre più dolce, più intenso. Come un rock che impazzisce dentro al corpo e all'anima.
Gioia lo scrisse sul suo diario, fra le pagine della sua vita, e sapeva che non lo avrebbe mai cancellato.
E pensava...pensava...
Sperava...
Forse un giorno lo guarderà per sempre.
