Nick: mir Oggetto: capirsi un po' Data: 11/11/2004 22.36.3 Visite: 116
Cammino sotto la pioggia, con l'ombrello aperto, nella notte che in questo periodo arriva troppo presto. Le luci lì sul mare sono lontane e le distanze sono spazi concreti tra me e tutto il resto. Cammino e non guardo in faccia nessuno, guardo per terra tra le merde di cane e i buchi nel cemento. Il mio cammino è uno scorrere accanto ad un fiume di rumore e puzza che non conosce sosta. Non ho niente nella testa cui aggrapparmi. Un pensiero bello per scaldare l'anima. Ho solo la strada bagnata davanti a me. Ho quello che farò tra un'ora e quello che farò domattina. Troppo poco. Tutto mi svuota e leva energie, non ho neanche musica per viaggiare. Arrivo in un posto dove puoi guardare in lontananza un lungo serpente in fila di auto che vanno (le luci rosse) e di auto che vengono (le luci bianche). Chiudo l'ombrello, anche se continua a piovere, e mi siedo su un muretto. Guardo ipnotizzato lo spettacolo della gente che si muove per qualcosa. Gente che ha o cerca senso anche nelle giornate di pioggia. In così poco puù bastare. Ad un tratto qualcuno si siede vicino a me. Una tipa elegante nel suo completo giacca e gonna grigio scuro, i capelli ordinati e lisci, una valigetta di pelle marrone. Ha il viso stanco di chi non si sente mai nel posto giusto. Un po' mi somiglia. Non ci diciamo nulla e guardiamo i lunghi serpenti di luci. Si alza il vento e ci butta in faccia acqua e freddo a ondate regolari. I brividi mi iniziano a scuotere quando mi alzo e faccio per andare via. La tipa si gira verso di me e apre la bocca come per dire qualcosa. Ha delle belle labbra carnose anche se intirizzite dal freddo e dal'acqua. Una sirena di ambulanza o polizia o qualcosa del genere passa e copre qualsiasi cosa esca dalla sua bocca. Se ne va. Me ne vado. Qualsiasi cosa abbia detto l'ho capita. |