Nick: Kashmir Oggetto: Vuoto colmato Data: 14/11/2004 3.6.19 Visite: 88
Il Sabato a Spoleto è una palla: si esce alle 18:30 per rientrare alle 20:00 calcolando che c'è l'autobus alle 19:34 posso dire che io ho un'ora d'aria alla settimana. E cosa c'è? Il borgo, questo sconosciuto. Per voi. Meglio per voi. 200 metri di salita, dove ci sono tutti i giovani di Spoleto appiccicati, che fanno "su e giù" più a rota che mai, sia uomini che donne. Le mie amiche di Spoleto, essendo del posto, vanno sempre lì, ed io mi aggrego a loro. Con Fiorella e Chiara si parea, per carità, ma io con loro pareo più a scuola che nell'ora d'aria settimanale, squallidissimo maledetto borgo. Una palla assurda. Torno a casa più nervosa di prima. Oggi io e Fiorella eravamo sole, Chiara non poteva venire, Eleonora neanche, e Claudia mi ha ucciso la salute, lo sa, gliel'ho detto. Facevamo "su e giù" come al solito, ed incontravo sempre un mio carissimo amico che è stato mio fratello per tre anni: Daniele, il cugino della mia Sara, romanaccio fantastico anche lui, cuore da musicista e anima da chi ama la propria città, la propria terra e anche la propria squadra. Ci salutavamo sorridendo, ogni volta che ci incrociavamo. Alla quarta volta ho pensato "lo devo abbracciare, lo fermo." Abbiamo iniziato a parlare, mi ha presentato Paolo, napoletano, mio compagno di "sventura", trasferitosi qua per i miei stessi motivi, tifosissimo del Napoli, azzurro dentro, e simpaticissimo. Parlavamo, ridevamo e scherzavamo, mi sembrava un deja vù dei vecchi tempi, ed ero felice, tanto felice. Non avrei più voluto finire quella conversazione, ma Fiorella mi stava chiamando, ed io la raggiunsi, dopo aver sorriso un'ultima volta ad una delle persone che è ha segnato la mia vita, con la sua amicizia, con la sua presenza. Al mio ritorno a casa gli mandai un messaggio dove gli dissi che ero stata felicissima di rivederlo e che gli voglio bene, anche a lui a fatto piacere, gli mancavo un pò...e non immagina neanche quanto mancava a me... Daniele è sensibilissimo, buono come il pane, ha un tatuaggio bellissimo sul braccio che fa capire almeno in minima parte quanto ama le sue origini, ha un sorriso che fa capire almeno in minima parte le sue qualità, sa come divertirsi, sa voler bene, sa farsi voler bene, è di destra, ma non ce ne è mai fottuto delle rispettive idee politiche; ha una simpatia devastante, trasmette la sua allegria a chi gli sta intorno. E' stato il mio migliore amico per tre bellissimi anni, incredibili, gli anni di Sara, la mia stella, gli anni suoi, il mio sole, gli anni in cui la gente mi guardava in modo strano perché andavo alle manifestazioni con Sara, con la maglietta dei Led Zeppelin, la bandana di Che Guevara, gridavo la mia rabbia in un megafono, la mia voglia di cambiare, tutto. Un giorno litigammo di brutto, lo chiamai per uno "sgarro" che fece, lo feci una chiavica, perché per via del suo gesto Sara era nei guai per l'ennesima volta. E da quel giorno, stetti a lungo senza il mio romanaccio preferito. Senza The Wall, senza Walter Adrian Samuel, senza di Lui. Stetti male malissimo. Un paio di mesi fa lo reincontrai, e parlammo come se tra noi non fosse successo nulla, la corda di diamante che ci lega non si è mai spezzata. Ci siamo lasciati andare per un vaffanculo di troppo, e per alcune persone della famiglia di Sara che mi schifavano, ancora mi sto chiedendo il perché, voglio bene anche a loro...abbiamo condiviso tante, ma tante cose. Stasera, verso le 22:00 gli mando un messaggio. "We, lupo, se stai a casa e se ti va, magari ci facciamo 4 chiacchiere, un riassunto delle puntate precedenti, parliamo un pò, semmai dammi il tuo numero di casa che ce l'ho sull'altra scheda" "Non sto a casa, sto da un amico, tu stasera esci?" "Non so se ora posso...semmai dove state?" "In piazza, tu dove puoi stare?" "Al Sacro cuore, fatemmi sapere" "Confermato per il sacro cuore" "Ok, ti faccio uno squillo quando parto, viene anche quel mio amico di Napoli" "Va benissimo! A tra poco!" Mi sono vestita in fretta e furia, saltellando come una bambina al solo pensiero di riabbracciare mio fratello di anima, seppur non di sangue, attendendo lo squillo con ansia. Squillo ricevuto. Mi precipito verso il Sacro Cuore con un sorriso ebete stampato in faccia, tipo Maurizio Costanto che spera di maniarsi la moglie, ma in realtà era quello di una bambina che ritrovava uno dei pezzi più importanti del puzzle più importante della sua vita... Eccolo là, insieme a Paolo, Pietro e Matteo. Matteo e Pietro vanno via, io resto con Dany e Paolo. Ci andiamo a fare un giro, ridiamo come i pazzi ricordando le loro bevute e i loro viaggi all'estero, ricordando i vecchi tempi e i nostri amici della vecchia comitiva, ed io mi sento bene, mi sento a casa, come mi sono sentita per tre anni...bellissimi. Incontriamo Sara ed Alessio, ci raggiungiamo, Sara abbraccia Daniele, saltellando, e poi abbraccia me, ed iniziamo a saltare abbracciate urlando come le pazze...la amo quella donna. Andiamo ai giardini, facciamo le sceme sulle giostrine, loro che pareano guardandoci, facendoci le foto, ridendo, alluccando...come ai vecchi tempi... Andiamo verso la stazione, aspettando un loro amico. Abbiamo voglia di salire sul treno ed andarcene a Roma, afammocc!! L'avremmo fatto volentieri!! La compagnia era perfetta, Roma anche, l'attimo...fuggente, ma permanente. Ma pareva brutto nei confronti del loro amico che stava scendendo, ovviamente. Ma l'avremmo fatto. Ne sono sicura. Ci salutiamo, felici di esserci visti, io saltellavo di gioia. Paolo mi ha riaccompagnata a casa, quasi del tutto, e abbiamo pariato addosso agli spoletini e parlato di Napoli che ci manca parecchio. Paolo mi saluta, due bacetti sulle guance con lo schiocco, e un bacio alla mia catenina del Napoli, chinandosi. Bellissima conclusione per una bellissima serata...magica... A volte la felicità è dietro l'angolo, basta saperla cogliere al volo... Io stasera sono felice, il puzzle è bellissimo, ora, è tornato il pezzo che era volato via da troppo tempo... Grazie di esistere. Con l'affetto che non ho mai perso, Giuly* |