Nick: road77 Oggetto: re:Hirst Data: 15/11/2004 19.16.28 Visite: 12
Qualke info... Damien Hirst - The Agony and the Ecstasy Il grado zero della visione. Nelle opere di Hirst non c’è nulla da guardare e ben poco da vedere. Il senso nasce completamente all’interno di noi stessi, attraverso le nostre reazioni. Ogni epoca riflette su temi come la morte significando se stessa. Una testa d’animale, un pezzo di macelleria, sotto formaldeide rappresenta la società dello spettacolo e dell’immagine? La quasi totale mancanza di rielaborazione simbolica rende questo linguaggio attuale, nella generale espansione del sapere in quantità e non in profondità. Ma lo rende anche sufficiente? È un intellettualismo di ritorno? L’artista rappresenta il proprio tempo o lo subisce? Hirst risponde all’infantile desiderio di scoprire cosa c’è "dentro", rivoltando come un calzino corpi e pensieri, con l’amore e l’accanimento di un impagliatore necrofilo. Un voyeurismo rappreso in un algido stop motion. Interessante anche la riflessione sulla serialità di gesti/ossessioni nell’esposizione compulsiva di pillole e medicinali, una morte più lenta e suggerita, così esplicita e familiare da disorientare i visitatori. In effetti, come sempre più spesso accade nell’arte contemporanea, la vera opera è il pubblico. Fino al 31 gennaio 2005 Museo Archeologico Nazionale tel. 848 800288
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