Nick: mir Oggetto: novenbre Data: 21/11/2004 23.25.35 Visite: 158
C'è la dimensione estiva che un po' si somiglia tutta. Sai, il mare, le spiagge, il sesso consumato sotto le stelle e le zanzare che ti pizzicano il sedere. E poi c'è la dimensione autunnale. Come questa. E per il fatto che ognuno la viva al chiuso di qualcosa, ma soprattutto al chiuso della propria testa, allora è sempre diversa. In ogni posto dove sono stato l'autunno era diverso. C'è stato un autunno veronese con le strade vuote alle sette di sera, con il balcone di Giulietta che guardava malinconico il tipo che si bucava proprio lì sotto. C'è stato un autunno romano. Caldo, nell'osteria trasteverina, con gli amici che spero saranno di sempre. E i ricordi e le parole a vuoto del vino cordiale. C'è stato l'autunno di S.Agata quando mi isolavo da tutto e tutti e la notte ascoltavo incredulo il silenzio intorno. Tra le coperte bagnate dall'umido e fredde di solitudine. C'è stato anche un autunno milanese che mi ha strappato pezzi piccoli di cuore e mi ha fatto sembrare bella una pioggia leggera e fredda mentre ci si sussurrava piccole frasi all'orecchio. Stretti stretti. Ci sono stati tanti autunni napoletani. Uno in cui le pareti di casa mia sembravano voler danzare ad una musica che non sentivo. Un altro al capezzale di un amico morto di stupidità. Un altro ancora mentre camminavo in questa città senza sosta e che, invece, in quel momento sembrava avere pace. Ed allora scendevo a piedi dal Vomero a Chiaja e l'autunno mi regalava una nevicata che delineava nuovi contorni ai palazzi e alle intenzioni. In quell'autunno feci una corsa perchè volevo vedere la neve cadere nel mare. Non feci in tempo. L'autunno è così, come un bambino che non vuole andare a dormire e che inventa mille scuse pur di affascinarti. Oh qual caduta di foglie, gelida, continua, muta, greve, su l’anima! Io credo che solo, che eterno, che per tutto nel mondo è novembre [Carducci] |