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Nick: NEVERLAND
Oggetto: Ritorna La Spada di Ghiaccio
Data: 25/11/2004 16.47.48
Visite: 208

"Egli vive perennemente nel mondo dei sogni e non ha opposto la tua resistenza!"
Mago Yor



Ci sono cose che sanno di Natale, come il panettone, il pandoro, l'abete, le lucette intermittenti.
E a Natale è sempre il momento giusto per tuffarsi nei ricordi (anche se forse è ancora un pochetto presto), di fronte a un albero illuminato, avvolti in caldi, soffici maglioni.
Continuando a pescare nella memoria, i più vecchiarelli ricorderanno che ogni dicembre sugli albi di Topolino venivano pubblicate storie speciali, a tema natalizio, spesso divise in più puntate.

La palma d'oro è generalmente attribuita a tre storie che costituiscono la prima trilogia fantasy, senz'altro la più bella, mai letta sulle pagine del "topo":
la cosiddetta Saga dell'Argaar, meglio nota come "Trilogia della Spada di Ghiaccio".
Il principale artefice di queste storiche avventure è il disegnatore Massimo De Vita, il quale per l'occasione fu anche sceneggiatore, occupandosi dei testi oltre alla caratterizzazione grafica.

Per la prima volta riunite le storie Disney, tutte a colori, ambientate nel mondo dell'Argaar, un universo fantasy popolato da elfi, fate, giganti!
Qui atterrano, come per incanto, il più popolare topo del mondo e il suo amico Pippo, per trasportarvi in una delle più amate e celebrate saghe a fumetti del mondo disneyano.
Questo lungo capolavoro di Massimo De Vita, uno dei grandi maestri italiani della scuola Disney, inizia con i tre capitoli di Topolino e la spada di ghiaccio, in cui ci ritroviamo per la prima volta nei misteriosi territori dell'Argaar.
L'avventura continua poi con Topolino e il torneo dell'Argaar, Topolino e il ritorno del principe delle nebbie e Topolino e la bella addormentata nel cosmo.
Trecentoventi pagine in cui azione eumorismo si incontrano in un'eccitante miscela di trovate e colpi di scena.
Un volume unico in cui la carica vitale, filosofica ed eroica di Topolino e Pippo offre il meglio di sé.

(di Chiara Salvioni e Luca Raffelli)

Le Idee (di Luca Raffaelli):
C'è una pagina quasi completamente bianca nel nuovo classico di Repubblica "serie oro" dedicato a Topolino in edicola da domani.
Non si tratta, ovviamente, di un errore di stampa.
E' una delle magiche, sorprendenti trovate di Massimo De Vita che popolano la celebre saga della spada di ghiaccio:
cinque lunghe storie, più di trecento pagine a colori, che trasportano Topolino e Pippo nella terra dell'Argaar, un mondo fantasy popolato da maghi e cavalieri, da elfi e draghi.
Realizzata inizialmente come trilogia, e poi completata da un quarto episodio diviso in due parti, questa saga è nata nell'82, quando il Signore degli anelli non era ancora stato reso popolare dal cinema.
Il mondo dell'Argaar fu protagonista per tre Natali consecutivi, conquistando i lettori per l'originalità dell'ambientazione e la vivacità dei disegni.
E poi per quell'atmosfera giocosa che De Vita riesce a dare a tutte le sue migliori creazioni.
Per esempio, quella di pagina 209, quella tutta bianca di cui si diceva all'inizio, con l'eccezione di una macchia grigia in cui, FLOP, si tuffa Topolino.



Quella macchia con il vuoto intorno è la porta, il passaggio che permette al personaggio disneyano di scivolare dal sogno fino al mondo dell'Argaar.
Là dove troverà Pippo, già arrivato perché per lui il trasferimento è stato molto più facile.
Infatti, come spiega al topo il mago Yor, "egli vive perennemente nel mondo dei sogni e non ha opposto la tua resistenza!".
E Pippo offre davvero il meglio di sé in questo contesto.
La sua leggerezza, la sua capacità di non prendersi sul serio neppure nei momenti più complessi, viene fuori in tutta la sua grandiosità.

La storia (di Chiara Salvioni):
Per tre anni consecutivi, dal 1982 al 1984, il settimanale Topolino ha ospitato le vicende ambientate nelle immaginarie terre dell'Argaar, una fra le numerose dimensioni parallele alla realtà Disney, un vero mondo secondario (per usare la terminologia fantasy più tecnica) in cui il tempo scorre molto più rapidamente che a Topolinia.
È impossibile racchiudere tutto quello che succede nella saga in un riassunto che non renderebbe giustizia alla ricchezza di particolari dei disegni; accontentatevi dunque di qualche breve accenno:
Il 1982 aveva visto il grande successo cinematografico del film con Arnold Schwarzenegger Conan il barbaro, grazie al quale il genere fantasy era stato rilanciato nei favori del grande pubblico.
Sulla scorta di questo successo, nel dicembre dello stesso anno De Vita aprì la serie con l'episodio Topolino e la Spada di Ghiaccio.
Tutto comincia in una regione dell'Argaar, l'innevata terra dell'Ululand, i cui abitanti decidono di combattere il dominio del temibile Principe delle Nebbie, già sconfitto una volta dal mitologico eroe Alf.
È in cerca di quest'ultimo che l'Uli Boz si reca a Topolinia, ma per errore conduce con sé Topolino e Pippo, il quale, per non rivelare il fallimento di Boz, dichiara di essere cugino di Alf e come tale si addossa la responsabilità dell'impresa, in cui sarà
vittorioso.
I due amici torneranno nell'Ululand nel 1983, anno di pubblicazione di Topolino e il torneo dell'Argaar, per scoprire che sta per essere distrutto da un'eruzione vulcanica, evitabile solo gettando nel cratere del vulcano Ghèrrod una pietra messa in palio in un torneo di cavalleria;
e sarà compito dell'assoluto protagonista Pippo, ormai mitico Cugino di Alf, vincerla sfidando in singolar tenzone gli altri concorrenti, ovviamente a modo suo.
La conquista della pietra non sortirà gli effetti previsti, ma non tutti i mali vengono per nuocere.
Infine nel 1984 arrivò il turno di Topolino e il ritorno del Principe delle Nebbie.
Come suggerisce il titolo, il malvagio sconfitto nella prima storia ritorna ed è ancora una volta Pippo a doverlo combattere.
L'avventura si chiude con un definitivo addio alle terre dell'Argaar.
Comunque non tutti ricordano che nel 1993 De Vita aggiunse alla trilogia, in collaborazione con lo sceneggiatore Fabio Michelini, un quarto capitolo di stampo più fantascientifico, Topolino e la bella addormentata nel cosmo: un tentativo gradevole ma assolutamente incapace di raggiungere i vertici delle prime tre parti.

L'ambientazione Fantasy (di Chiara Salvioni):
Questa saga è un must assoluto non solo per tutti i piccoli fan di Topolino, ma soprattutto per gli amanti del Fantasy;
se poi si possiedono entrambe le caratteristiche, ben venga.
Qualche buon motivo per leggerla?
Innanzitutto, è terribilmente divertente;
poi, è costruita con intelligenza:
le storie presentano una rilettura delle tematiche principali del Fantasy offrendo un tributo alle pietre miliari di questo genere.
È pur vero che De Vita pesca a piene mani da Tolkien e dalla mitologia nordica;
tuttavia si tratta di una rilettura, non di una banale scopiazzatura.
All'autore deve essere riconosciuta una fresca originalità, accentuata dalla presenza di un gioviale senso dell'umorismo che si avverte nel totale stravolgimento delle classiche modalità in cui il Fantasy si manifesta di solito.
Un esempio evidente è l'appellativo che Pippo si guadagna nelle terre dell'Argaar:
viene chiamato Cugino di Alf, garbata presa in giro degli altisonanti appellativi genealogici spesso utilizzati in letteratura (dice nulla l'espressione Figlio di Arathorn?).
Continuando su questa strada, il vettore dimensionale (il piatto degli Zoltan) con cui i nostri eroi raggiungono Ululand è una banale fioriera che va azionata percuotendola con un cucchiaino da caffè.
Lo stregone Yor, epigono di Gandalf e Merlino nonché molto somigliante al Panoramix di Asterix, è saggio ma anche notevolmente sbadato.
Un ultimo esempio?
Nel secondo episodio compare una creatura classica del Fantasy, un drago, il cui carattere viene però reso tutt'altro che temibile facendo apparire la creatura alla stregua di un vessato impiegato statale.
E Il senso dell'umorismo che impregna l'intera saga non è trasmesso soltanto dallo sconvolgimento degli elementi Fantasy;
è comunicato anche dai vari personaggi, specialmente da tre di essi: il buon, vecchio Pippo, l'Uli Boz e (soltanto nel primo episodio) lo sfortunato Principe delle Nebbie, per il quale non si lesina una bella dose di sarcasmo.
Quest'ultimo è una citazione unica: ha l'aspetto inconfondibile di Darth Vader e la storia del Sauron Tolkieniano, con cui divide la forma estetica (è un'ombra che ha perso forma corporea), servitori che viaggiano su cavalcature alate e il fatto di essere già stato sconfitto in precedenza (uno da Isildur, l'altro da Alf).
Inoltre, come l'Unico Anello deve essere gettato nel fuoco sul Monte Fato, così anche la Spada di Ghiaccio, perché il Principe muoia, va inserita in una fessura su una montagna presso il regno del malvagio nemico.
Questi non sono gli unici elementi di contatto tra i fumetti di De Vita e il Signore degli Anelli.
Gli elfi sono delicati ed efebici in entrambi i lavori, nonostante nella Saga dell'Argaar sembrino proprio gli omini verdi dell'immaginario ufologico; anche qui essi si rivelano l'avversario più agguerrito del Nemico e forgiano la spada del prescelto (Pippo come Aragorn).
I pacifici Uli, poi, sembrano proprio degli Hobbit.
Nel secondo episodio è presente addirittura il tema del rifiuto della tecnologia in favore di una vita rurale, dopo che Ululand (analogamente alla Contea) è stata snaturata dal progresso.
Oltre a Tolkien, un capitolo a parte è quello dei legami con le saghe nordiche: Jotunheim, Niflheim, Hel, Aesir, sono tutti nomi presi in prestito dalla mitologia norrena.
Il Corno di Giallar donato a Pippo da Yor (che egli afferma essere stato proprietà di Heimdall) è tratto dalle leggende esattamente come l'incontro con i giganti e l'episodio del ponte dell'Arcobaleno. Tuttavia questi punti di contatto sono omaggi, non scopiazzature.


La trilogia della Spada di Ghiaccio non perde mai il pregio di essere un fumetto Disney estremamente originale e versatile, capace di giocare con la Fantasy classica mischiando, a tratti, i generi (esiste anche qualche bel tocco di fantascienza).

Una trilogia che di anni ormai ne ha venti, ma non li dimostra, proprio come tutti i classici Disney...
un (classico) capolavoro Disney da leggere, possedere e custodire gelosamente...una lettura consigliatissima per questo Natale!

Articoli di:
Luca Raffelli
Chiara Salvioni

Fonte:
Repubblica.it


© DISNEY. TUTTI I DIRITTI RISERVATI.



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