Nick: Althusser Oggetto: La pioggia continu˜ a cadere Data: 4/12/2004 14.34.8 Visite: 125
Calda, calda, di composizione on-line. Mi si accostò e mi chiese: - Cosa pensi? - A niente. Risposi. - Non è possibile, si pensa sempre a qualche cosa... Lasciai passare un lungo istante. Ho sempre amato il colpo di teatro. Fuori pioveva e il tic tic della pioggia mi metteva di buon umore. - Ok, allora diciamo che penso a una cosa che non ti voglio dire. - Sarebbe sconveniente? Ribattè lei. - Moltissimo. Le dissi con un largo sorriso marpione. - E no, ora me lo dici, anzi no, non dirmelo, che tanto già lo so. - Ok, allora dimmelo se lo sai. Accettai la sfida. - Pensi a lei, tu pensi sempre a lei. - mmm. No in verità pensavo alla lotta di classe. E risi. - A cosa? - Alla lotta di classe, al popolo, al destino di mio padre e mio nonno e, in fondo, pure al mio. - E che palle. Sbottò infastidita. Siamo qua, abbracciati, fuori piove e tu pensi sempre a quelle stronzate della politica. Tanto non cambierà mai niente: i ricchi resteranno ricchi e i poveri se lo prenderanno nel culo. - Stai diventando volgare, baby. - Già, disse non provando nemmeno a negare, ma tu dici sempre che volgare è una parola impropria. Ricordi, vero, la solita pippa su volgare che viene da vulgus, popolo, e che i ricchi identificano il popolo, appunto, con la volgarità? - Touchè. Sorrisi, usando una delle 4 parola francesi che conoscevo. - Allora diciamo che non pensavo alla politica, ma a lei. -... Ecco lo sapevo... - Ma pensavo anche a te. - Si la solita pezza a colori. - No, no, pensavo a lei e a te e a come sarebbe una storia a 3 fra noi. - Il solito porco. Mi condannò senza indugio. Io l'abbracciai ridendo e la strinsi a me. Fuori tic, tic, tic, la pioggia continuò a cadere. La stavo perdendo. |