Nick: NEVERLAND Oggetto: 1Natale 3Metri Sopra il Cielo Data: 21/12/2004 15.33.31 Visite: 152
Premessa: non è roba mia, l'ha scritto "Federico Moccia", l'autore di "Tre Metri Sopra il Cielo", per il suo blog online sul sito della Feltrinelli. Niente, sta cosa, anche se malinconica, mi è piaciuta molto e un pochetto mi ci sono anche rivisto dentro come se qualche riga l'avessi scritta io di mio pugno... e così eccola qui, la giro anche a voi, sperando per me e per tutti un Natale "Tre Metri Sopra il Cielo". Mancano pochi giorni, mancano gli ultimi regali. Manca un biglietto. Un pensiero. Un desiderio. La gente cammina veloce per le strade. Guarda frettolosa le vetrine. Tutto sembra costare un pò troppo. E a volte non c'è neanche il prezzo di quel regalo lì... quello che vorrei tanto prendere ma che non avrei mai pensato costasse così tanto. Fa freddo. Lontano il suono di una zampogna. Un babbo Natale gira per la città. Sorride. Un bambino è emozionato, la sua mamma lo stringe a sè, cullandosi di tanta purezza, di quella bella ingenuità. Più in là. Un'altra mamma ride tenendo il suo bambino per mano. E' un pò più grande. Chissà se ci crede ancora. Il papà del bambino prende l'altra mano. E cominciano a correre tutti e tre insieme. Corrono veloci, ridono, scherzano, superano qualche lento passante. Poi, per salire il gradino di un marciapiede, il papà e la mamma lo tirano su. Fanno volare il bambino verso l'alto, con semplicità, con amore, con quella felicità che sa di tutto e di niente, che non ha ragione, che è e basta. Chiudere gli occhi e lasciarsi andare , senza pensieri. Un urlo e poi il bambino lancia anche il suo sorriso verso l'alto , verso le stelle, verso quel cielo... che è già di un blu natalizio, diverso da ogni giorno dell'anno, bello come quelle notti dei presepi, intenso come il telo che sta dietro la piccola capanna, si, quella che ospita Maria e Giuseppe e il bue e l'asinello. Quella che aspetta la venuta del Signore. Ma è un attimo. Un ricordo. Quei presepi a Piazza Vanvitelli. Lei che va a vederli in compagnia. Step in moto davanti alla sbarra. La macchina che esce, lui che la segue, poi quello stop. Sono fermi. Il freddo della notte, il motore caldo della moto. E la sua rabbia. Tanta. La sua voglia di distruggere, di sfondare quel finestrino, di tirare il tipo fuori dalla macchina e... no...non si può. A cosa servirebbe? E poi si sa. A Natale si è tutti piu` buoni... ma proprio quello che ti manca e quello che ti fa più male. E non c'è nessun regalo che possa prendere il suo posto. Ricordi... Si sciolgono conme la prima neve... proprio ieri Lui mi ha chiamato da Los Angeles per farmi gli auguri. Gli ho chiesto se voleva venire da me, se passava il Natale da solo, se aveva voglia di un pò di compagnia o se gli andava di fare qualunque altra cosa... mi ha detto solo no grazie. Allora gli ho detto: "Ma è perchè non ti va di fare un viaggio troppo lungo?" C'è stato un pò di silenzio. Poi mi ha risposto con una frase bellissima: "Sai quando ami qualcuno nessun viaggio ti pesa tanto e nessun regalo costa troppo... quando lei lo scarta, quel suo sorriso fa sparire qualsiasi fatica. La guardi, la vedi felice... questo conta. Lei apre qualcosa che le hai preso, sorride, lo prova, lo poggia sul suo corpo, gira su sè stessa come una semplice modella... tutto questo non ha prezzo... tutto questo è bellissimo... t tutto questo mi manca da morire." Sono rimasto in silenzio, dall'altra parte della cornetta, dall'altra parte del mondo, dall'altra parte dell'oceano, senza sapere bene che dire... non gli ho detto neanche che avevo preso un regalo per lui... ho pensato che dopo quello che aveva detto, non avesse senso... Federico Moccia |