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Nick: Kashmir
Oggetto: una Gemma di rugiada
Data: 22/12/2004 17.14.39
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Gemma è aggrovigliata sul suo divano di pelle, con le ginocchia al petto, col tramonto invernale che cala fuori alla finestra, con quel maglione indiano che le scende per i fianchi, ed i capelli scuri che le carezzano il viso.
Pensa, ma solo facendo fuoriuscire i suoi pensieri libera la mente, ma li fa fuoriuscire con brevi sospiri fatti di silenzio, che baciano l’aria dolcemente mischiandola con l’incandescente amore che sovrasta il suo animo e racchiude la loro anima.
Gemma quando piange singhiozza, non riesce a trattenersi, quando ci prova le si gonfia la gola, vi si forma un nodo enorme, che non le permette di deglutire, azione inutile, dato che lo stomaco si fa acido, e non riesce più a mangiare.
Piange per sfogarsi, piange per i sensi di colpa, per il pentimento del male che ha fatto, per la consapevolezza di essere inconsapevole dei mali che compie.
Gemma quando ride ha gli occhi come due immensi bagliori di luce, è seduta su una spiaggia, con l’alba che nasce tra le braccia del cielo come un bambino si sveglia piano dal grembo della madre, sbadigliando dolcemente come per salutare il nuovo giorno, e le calde braccia di colei che lo ama.
L’alba la guarda accanto a Lui. Lui è bello più del Sole, è il Sole della vita di Gemma, riflette la luce ad ella, e grazie a questa luce lei riesce ad illuminare la sua vita, la loro vita, la vita di chi cerca un sorriso da lei.
Lui ha un animo dolce, la guarda con amore, si guardano con amore, lei non riesce a smettere di guardarlo, i suoi occhi sono come un impeto impossibile da controllare, impossibile da fermare, nessuno vorrà mai controllarlo, nessuno vorrà mai fermarlo.
Si amano.
Gemma raccoglie le gocce di rugiada che scendono dalle foglie in quell’alba che l’ha fatta rinascere, e con le mani ancora fresche di mattino carezza il suo viso, trasportandone l’essenza da una guancia all’altra, da un sopracciglio all’altro, da quel mento così dolce, quella fronte così tenera, quegli occhi così immensi, quel naso così morbido, quell’angolo di paradiso incontrastato che è il suo viso, quella magia pulita che è il suo essere.
Pulita.
Come la loro anima, pulita da ogni dubbio e da ogni domanda, piena soltanto d’amore e di futuro, in attesa che l’alba diventi giorno, e che il giorno torni ad essere tramonto, per poi scendere nella notte, e far si che un’alba ancora arrivi a farli svegliare abbracciati nel letto del fiume, tra le tiepide nitide acque che li bagnano e fondono insieme ancora una volta.
Gemma non ha dubbi, Lui è la sua unica certezza, lui ed il loro amore. Gemma avverte il suo Amore. Lo sente vibrare nella loro anima, miscelarsi al suo sangue bollente, alla sua passione, al suo spirito.
Gemma è chiara. Chiara come la luce, chi la guarda intensamente negli occhi sa cosa vuole, ma solo Lui riesce a capire perché lo vuole.
Limpida come un cielo estivo senza nuvole, come l’acqua della fonte dell’eterna giovinezza, basta un sorso di quest’acqua per accorgersi che non si invecchia mai, che non si cresce mai, che a rendere vecchi è la noia di essere vivi.
Lui e Gemma non si annoiano mai di essere vivi, non invecchiano mai. Perché l’uno è la vita dell’altro, perché nulla avrebbe potuto tagliarla, non vi sono pistole capaci di penetrarla, non vi sono coltelli capaci di infilzarla, non ci sono soffi in grado di spegnerla, ma solo di alimentarla.
Se Lui si arrabbia, Gemma lo abbraccia, e la sua rabbia si trasforma in calore.
La sua rabbia fa parte del suo impeto, della sua passione, del suo essere pulito, limpido, vero.
Gemma ama il suo essere.
Gemma lo ama perché è così…
Così.
