Nick: Viola2 Oggetto: Sull'Università Data: 10/12/2002 14.46.2 Visite: 30
So che c'è un post di Bobomix più giù che parla di questo, ma vorrei parlare anche di altri aspetti della questione. La Finanziaria ha gettato alcune delle più grandi Università d'Italia praticamente sul lastrico (Roma, Mapoli, Bologna etc). Conseguenza: blocco delle assunzioni, fondi per laboratori ed altro svaniti. Conseguente fuga dei cervelli all'estero, conseguente piagnisteo periodico sui fondi insufficienti x la ricerca scientifica, che si concretizza in iniziative tipo: telethon, 30 ore x la vita etc. Vale a dire che dovremmo essere noi cittadini a sostenere con le nostre offerte la ricerca, che dovrebbe essere patrimonio della nostra nazione, finanziata con i soldi dello Stato. Quei soldi che si perdono in mille rigagnoli scuri come il liquame delle fogne. Si preferisce finaziare i progetti degli amci degli amici degli amici e via così, in una tragica catena di S.Antonio che non avrà mai fine. Per non parlare di progetti faraonici come il ponte sullo stretto, di cui nessuno sente il bisogno impellente, ma che fanno tanto "immagine". Ma non è solo questo il punto dolente. La Riforma dell'Università sta letteralmente distruggendo tutto ciò che essa dovrebbe essere e significare. Docenti costretti ad accumulare "crediti" (parola odiosa)con attività che nulla hanno a che fare con la ricerca, con conseguente impoverimento della produzione scientifica, che dovrebbe essere la spina dorsale dell'istituzione. lauree brevi: megapresa per i fondelli ai danni degli studenti. Ad es. la laurea breve triennale in Scienze Biologiche è ridicola, non ci sono altre parole. Programmi d'esami ridicoli, e via così. Tutto con il sistema dei famigerati "crediti". Un seminario vale tot crediti, attività del caxxo altri crediti, e così via. E il percorso formativo dove va a finire? e il senso ultimo, che dovrebbe essere quello di creare "sapere", che fine fa? Tutto subordinato ad una logica illusoria di "produttività". Dall'università escono studenti che non sanno un caxxo, ma sono "pronti per il mercato del lavoro". ma davvero? Specialmente qui al Sud, già li vedo gli imprenditori et similia che corrono alle banche del lavoro per approvvigionarsi di carne fresca. Come no. che bel film. La scuola e l'Università viste come una gigantesca catena di montaggio, da cui nel minor tempo possibile devono essere sfornati tanti begli omini pronti per il meraviglioso mercato del lavoro. L'Università avrà anche tanti mali, primo tra tutti i baroni ed i loro accoliti, ma non merita di fare questa fine ingloriosa. La mentalità aziendale applicata con tutti i suoi orrori a quello che dovrebbe essere il luogo di formazione di "cervelli". E'questo che si vuole creare. Una generazione che non pensa più, che ragiona in termini di "crediti"e del "produrre". Così perderemo la nostra anima, se mai ce ne è stata una. Tempi bui ci attendono.
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