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Nick: pearl jam
Oggetto: La vita e due cavalli.
Data: 19/1/2005 19.49.57
Visite: 133

E' un po' lungo.Ma volevo che certe persone leggessero.
Buona lettura.




Il telefono inizio' a squillare prendendo le sembianze d'un martello pneumatico che si divertiva a trivellarmi il cervello.
Non ricordo cosa stessi sognando,ma il frastuono che venne a crearsi nella mia mente fu tale da confondere il tutto....
Ed era tutto cosi' bello.

"pronto...."m'accorsi d'avere preso la cornetta al contrario.Sarebbe stato meglio aver qualcosa da dire...

"pronto..."
"oh albe',sveglia...scusami eh..ma dovevo svegliarti,me l'hai detto tu!!!"-a volte dico un sacco di stronzate-pensai..
... " si si...france'.."
"ok..allora fra un'ora e mezza,giu' da te.."
E riappese.Io rimasi altri 20 secondi con la cornetta ben celofanata all'orecchio cercando d'organizzarmi i pensieri.
Ed il da farsi.

Dopo una veloce toletta,mezzo bicchiere di latte e due sigarette fumate a meta',ero pronto a scendere.
Faceva freddo.Aspettai alcuni minuti i miei avventori,e mi diressi con loro verso la tanto angustiata meta.

"abbiamo un cavallo che non puo' perdere...alle settima...capral jet.."...disse francesco.E gli occhi gli si illuminarono.
Lo facevano sempre,quando si parlava di gioco.
Francesco e' un ragazzotto di 24 anni,dedito al gioco ed a quei pochi buoni amici dei quali adora circondarsi in occasioni
per lui importanti.
andare a Tor di Valle,era per lui una di queste.
Avevamo diverse priorita',ma il gioco ci ha sempre unito...

"be',speriamo.Son in bolletta.Devo soldi a mezza fuorigrotta..." dissi sorridendo,e dando peso alla sua gioia che risiedeva
piu' nello stare insieme che nel giocare.Io lo sapevo.E lui sapeva che io ne ero a conoscenza.
Ma ci piaceva fingere che tutto cio' era solo un pretesto per scommettere su due puledri.
partimmo verso Tor di valle.Primo ippdromo romano.

Il viaggio si stava dipanando fra ciarlate che contavano poco,ma nelle quali cercavamo di metterci al passo sulle notre vite.
Unite da amicizie di preistorica data ,ma divisi da donne troppo vecchie o troppo noiose.

"cazzo albe',sfondiamo....arriveremo alla terza corsa..e fino alla settima cercheremo di non spendere molto..per poi
fare il botto con capral.." Gino sembrava avere le idee chiare.Lui le aveva sempre.Anche perche' la sua idea era solo una.
GIOCARE.il resto,vincere perdere,pisciare su di un albero,..contava poco.
Anche lui era contento di stare li' con i due dei suoi piu' cari amici....ma lo so ,per lui il gioco era la vita.
Scommettere e mantenere quella ricevuta bianca per lui era alla stregua di scoparsi la piu' gran fica che la sua mente
miope potesse immaginare.Era come salvare il mondo,e non chiedere ricompensa.

Io annuivo a tutti i discorsi che i miei amici intraprendevano sul come "sarebbe stato"...e li seguivo in tutti i loro sogni.
Ma forse,dentro di noi,mentre ci domandavamo i nostri perche',...eravamo tutti ben coscienti che le cose non vanno mai come ti
aspetti.
Specialmente se dipendono da cagate troppo grosse o fantini troppo furbi.

Eravamo arrivati all'altezza di Cassino.Ci fermammo ad un autogrill.Per mandare giu' qualcosa e per una birra fredda.
Io deliziai intanto,i miei amici sulla mia perfetta conoscenza di quella roccaforte alle porte di Roma.
loro sembrarono seguirmi attenti.O magari fingevano bene....

Francesco e Gino scesero a comprare roba..io nel frattempo m'imbattei negli altri compagni d'avventura coi quali ci eravamo
dati appuntamento li'.
Un signore sui 50,distinto e occhialuto,suo figlio,giovane e beota,ed il piu' interessante fratello del fantino che avrebbe
dovuto portare alla vittoria,il nostro amato puledro.

"piacere Vespa,io sono alberto.."..si chiamava Gennaro Vespa.Ma tutti,magari pochi,lo chiamavano Vespa.Credetti di dovermi
adeguare.
"piacere mio....."
"mbe' vespa,..vince facile?..."Mi riferivo al cavallo.
sorrise.Magari sta pensando che sono la quinta persona a fargli questa domanda.
"vincera'...capral e' un campione..."...

Io sorrisi.E presi la bud che m'aveva portato gino insieme alla piadina...

"Jamm Vespaaa,che c'arricchiamo oggi.." francesco urlo' a tal punto che avemmo addosso tutti gli occhi presenti nell'autogrill.
E tutti senza sapere il perche'.

Vespa sembrava reagire strano.Be',lo capisco,pensai...pensa se capral non vince....si sentira' una merda.O magari sta solo
pensando a cosa dire.

"dov'e' il bagno? mi scappa.." e corse via.

Avevamo ripreso il viaggio da qualche minuto.Mancavano circa 100 kilometri al nostro ippodromo....


"non credevo la tua ragazza ti facesse venire..."disse sardonico Francesco..che noi amici chiamavamo "baba'",rivolgendosi
a Gino...

"eh,non sottovalutare mai la voglia di un uomo che ha di scommettere su di un cavallo.." dissi sentenzioso io..
GIno non disse niente.Ma ci guardo' come a darci con gli occhi una serie di jeb che ci avrebbero steso.
Presi la seconda birra dal lato del portello e la stappai col molare malconcio.

Ne bevvi meta' d'un fiato.
Il sole era bello alto al centro del mondo,e noi andavamo in cerca d'un sogno.E d'un po' di tempo per stare assieme.

Arrivati al posto,la voglia di veder sgaloppare ,e l'eccitazione per una vittoria gia' oramai pregustata tranne che nei
soldi in tasca,erano tante.

Scendemmo e notammo subito il freddo.
Pungente e ingannatore.
Ci avviammo in sei,come uno squadrone di fascisti,verso la pista.
Notai subito facce spente e disegnate dalla stanchezza e dal gelo.
Gli alberi ritti,erano vaghi ed infreddoliti,e facevano da contorno ad un quadro davvero niente male.
Lo scenario che mi si paro' davanti lo ritenni molto suggestivo.Gli alberi ,i cavalli che provavano gli zoccoli sulla pista,
puttane intente ad imbrogliare vecchi troppo in la' con gli anni ,lattine di birra vuote , grosse cacate fumanti da culi
con code ben pettinate.
Tutto mi fece pensare a Bukowski.
cazzo,pensai,ora magari diventero' uno scrittore migliore,e magari a fine giornata avro' il portafoglio piu' pesante.
Gino sembrava non stare nella pelle.Corse subito verso il botteghino e vi torno' col bollettino delle corse ben stretto
fra le mani.
Baba' s'appoggio al muretto di cinta della pista.E osservava.Chissa' cosa pensava......
magari alla sua vita,che anche dalla sua bocca sembrava uscire piu' noiosa di quanto in realta' non fosse....
Incontrammo il fantino.Il fratello di vespa.Che era piccolo,scuro ,con un grosso neo sul naso.
Mi baleno' l'idea di chiamarlo "vespino" per la certa ereditarieta' familiare,ma il freddo aveva bloccato le mani,non le
meningi,ed allora desistetti.

"stamm' cca' p' te',vespi'...facci sognare"..baba' sembrava essere a suo agio in quel posto.COn quella gente.Io ero piu'
guardingo ,e meno disposto a lasciarmi contagiare da quello sfarzoso ottimismo che trapelava dalle parole e dai gesti
dei miei compagni d'avventura.

Vespino era come il fratello.Parlava poco,ma gli occhi sembravano non volermi rassicurare.
Ero sempre meno convinto dell'arricchimento,seppur in forma modesta,che francesco e gino,sembravano gia' agguantare..

"vi porto alle scuderie ,raga',venite con me...vi faccio vedere il campione"...Parlava con uno strano accento misto
fra trastevere e somma vesuviana.Non capii bene di dove fossero i Vespa,ma non m'importava e seguii i loro culi fin dentro
le stalle.

Mentre c'incamminavamo,notai il sole entrare ed elargire gli ultimi raggi al verde degli alberi,ed al marrone del fango nella
strada.

La prima impressione che ebbi ,entrando nelle zona stalle,era relativa la merda.C'era tanta di quella merda ,che sembrava
un giorno di festa ,in qualche centro commerciale.
Merda di tutti i tipi.
Stronzi fumanti,rotondi ,ed ellisse,incollati al terreno.Proprio come me,e queste ruote.
Decisi di scansarne un po'.Poi mi venne in mente che la merda portava fortuna a chi la calpestava.
Decisi che le mie ruote ,avrebbero dovuto avere una vita migliore della mia.

"dov'e' CAPRAL vespi',qui sembrano tutti uguali...tutti.." baba' sembrava avere l'argento vivo addosso.Saltellava
su d'un piede come la piu' eccitata delle gru.Sembrava avere occhi pieni d'amore per ogni cavallo,contornato da fantino,
che ci passasse davanti.
Incontrammo anche Minnucci d'un tratto.
"Giampa',stai alla 4a ed alla 5a,..ce la fai?.."E mi sentii come se stessi parlando ad un cugino.Era tutto cosi' familiarmente
tenebroso,li' giu'.
Alzo' il pollice.
Poi disse sorridendo..."Tranquilli boys"...
Uno che dice boys,mah.Sara' nato ad Harlem pensai.
Minnucci era stato il driver di Varenne.Lo riconobbi subito.
Era molto famoso.Be',Varenne e' il cavallo piu' veloce di tutti i tempi.
Uno forte quanto e piu' del padre,il grandioso Waikiki beach,e capace di bruciare ogni record del mondo in tutti e tre
i piu' importanti gran premi del globo.
Minnucci era stato il suo driver.ed ora correva alla 4a ed alla 5a di tor di valle.Insieme a cavalli di categoria
inferiore.
Sarebbe stato un gioco da ragazzi,pensai.
Ruppe alla quarta corsa,dopo uno scatto da locomotiva,ed arrivo' sesto,alla quinta.
Be',speriamo che Varenne non lo stesse guardando.

Gino era piu' visibilmente interessato ai soldi.Non gl'importava di quel mondo.
Dei racconti dei fantini caduti ad una siepe dal traguardo,di puttane che masturbavano i cavalli,per renderli meno
lucidi in corsa...e miti e leggende come questi.
Lui stava pensando a trii chiusi,accoppiate da 20 euro,e vincenti dati al totalizzatore 6 a 1(lui era uno di quelli che
considerava il giocare un "azzardo".Senza rischio,non v'era piacere..e forse aveva ragione lui.Scoparsi una puttana,non e'
il massimo.).
Io ascoltavo con attenzione.E prendevo appunti.
Volevo "scriverci" qualcosa a riguardo.
E osservavo tutti.Ed ogni zoccolata nuova era per me elemento dal qual "dover" trarre qualcosa.
Un puledro dal manto baio mi guardo' sospettoso.Avrei voluto cavalcarlo e farlo arrivare primo.E scommetterci sopra.
Lui capi' e mollo' un enorme stronzo.Forse aveva paura di vincere,proprio come me.

C'era un addetto alla stalla di ZIOCARLO(un cavallo che ha vinto molto in carriera,ma molto vecchio.Che correva alla corsa
tris di quel giorno.Che e' la corsa coi premi piu' alti della giornata)che lo spazzalava sapientemente.Erano movimenti
circolari dai quali mi feci ipnotizzare.
M'avvicinai con fare curioso.

"prima e dopo la gara,devono essere spazzolati,con acqua bollente.Cosi' il pelo s'alleggerisce ..e poi rilascia tutto
lo sporco..." Annuii.
M'interessavano gli occhi di quel cavallo.
Chissa' quante cose doveva aver visto.Quante vittorie sul filo di lana,quanti rimbrotti,stigliate,corse
perse sulla corda.Quante cavalle montate.
Avrei voluto parlargli.Ma non sapevo ancora nitrire.

"vuoi provare?"...
Feci segno di no,e carezzai il cavallo al centro della testa.Fece uno smorfia che mi chiedeva di continuare.
Lo guardai negli occhi.
Poi Gino mi porto' una bud ghiacciata e mi porse il bollettino.
"non lo guardare proprio a zio Carlo,lo danno 30 a 1."
Non era favorito il vecchio zio,proprio no.
Anche se quallo sguardo,fiero,quella compostezza quella calma mi dicevano altro.

M'allontanai e raggiunsi gli altri che erano vicino il "nostro" CAPRAL JET.La nostra miniera in zoccoli.
Sembrava calmo.Vespino,ed una bionda ramazzatice ,ci dissero che Capral,stava bene.
Avrebbe vinto.Bastava prendere la corda.
Lui ce l'avrebbe fatta.
Baba' era sempre piu' gasato,e GIno,era scomparso.Forse e' a giocare la 5a,che stava per partire.

Ci avviammo anche noi verso i botteghini.Io ,baba',Vespa,due tipi padre e figlio dediti al gioco.
Mentre ci allontanavamo diedi un ultimo sguardo.
Le facce dei cavalli erano tristi,quanto quelle di chi li accudivano.
C'era una strana aria di felicita' che sembrava pero'aleggiare ma non respirata da nessuno.
Era mista all'odore di merda ed a un certo odore di natura che gli alberi sembravano spruzzare a mo' di deodorante.
Decisi che ci sarei tornato.Volevo vivere di piu' quel mondo.Merda compresa.


Arrivati al botteghino scorsi Gino febbricitante a chiamare numeri ad una annoiata operatrice tutta in ghingheri,
e sborsare euro.Era fatto cosi'.TUtto e subito.
Gino e' un giovanotto di bell'aspetto.Capelli sempre curati,barba fatta e pochi sogni.
Lui vive.Magari a volte sopravvive.Ma lo fa con onesta chiarezza.
Le sue perversioni non son di scoparsi la ragazza dell'amico,o farsi una pera di coca dopo aver suonato con i Radiohead.
Lui gioca.E gli piace superare tutti i limiti.
Lui e' cosi',un naso alla francese ed un cuore in cui c'e' anche posto per un amore piu' vecchio di lui,e degli amici
che l'adorano.

L'avvicinai.
"vuoi fare meta' con me?"..
"no no,vado leggero" dissi e lo scostai.
Giocai un euro vincente su di un cavallo che aveva dalla sua il solo fatto di partecipare.
Il totalizzatore,aggiornato in quel momento,lo dava 141 ogni euro,vincente.
In pratica,era piu' probabile che un'onda anomala colpisse quel lembo di terra sito fra i boschi,che una mia vincita.
Be',c'era da dire che il rischio e la simpatia del fantino,un paffuto romano in la' con gli anni con la parlata
di uno stilista gay,valevano da soli la giocata.
Che poi era bello provare il brivido al solo pensiero di una vincita con la quale avresti stupito tutti.

Albiano si chiamava questo ronzino.Che ha detta del suo stesso proprietario nonche' fantino che avevo conosciuto nella zona
tecnica poc'anzi,piu' che gareggiare e correre,danzava verso il traguardo.Quasi a fregarsene della gara.E mostrare a tutti
le sue tornite cosce e le aggrazziate movenze.Come la piu' romantica delle puttane.
Inizo' la corsa.
Albiano si piazzo' alla corda del numero nove.Era in settima posizione.Cosi' concluse il primo giro di una gara d'un miglio.
Intanto gli alberi,sospesi fra poesia e veridicita',mantenevano la promessa di una serata fredda.
E la puzza sincera della merda,andava scomparendo sotto le scudisciate del gelo.

Albiano arrivo' penultimo.QUello dopo di lui,credo si fosse rotto una gamba.
nessuno rideva.Nessuno aveva sbancato.Ne' io con la mia speranza,ne' Gino con i suoi euro.Gli altri andarono a prendere
un caffe',e guardare i totalizzatori .Come cristiani ad una messa ,tutti zitti con gli sguardi verso l'alto.
ma nessun Dio.Solo gli schermi.
Ci accomodammo ad un tavolino e ordinammo dei caffe'.I caffe' in questi posti,son sempre polverosi ed insapore.Ma fanno sempre
pendant con la situazione.
E poi ci fumi sopra.Mi ero fumato almeno mezza vita ,fino a quel momento.
Presi la moleskine e iniziai ad appuntare un po' cio' che avevo intorno.
Una vecchia signora con una grossa pelliccia ed un piccolo cane.
Tre addetti alle stalle,che parlavano fra loro di scommesse vincenti e proprietari di cavalli maldestri.
Un barista,ed alcuni clienti,che discutevano animatamente,come solo i tifosi quando parlano di calcio san fare,su Totti,
la campagna acquisti,e la sua voglia d'andare via.
Secondo me,dovrebbe giocare nel Real.
Faceva un freddo boia.Non andai fuori con gli altri a fumare.Rimasi a guardare.
Al tavolo dietro il mio c'erano due biondine.Mi accostai per sentirle parlare.
Parlavano una strana lingua di qualche freddo paese.Erano sicuramente del nord.Bionde,dure e con la faccia smunta.
Avevano un bel sorriso pero'.Iniziai a guardarne insistentemente una...sembrava ricambiare gli sguardi.Mi chiedevo cosa
diavolo ci facessero li',in quel posto fatto per ubriaconi ,puttane da strada e maghi del nulla.
Forse erano con qualche cavallo,pensai.
Volevo conoscerla la biondina.Ma l'ostacolo della lingua,e la sesta corsa mi fecero desistere.
Sogno scandinavo ti amero' per tutta la vita.

Tutto intorno brulicava di gente con le orecchie appizzate per qualche dritta.Da chiunque venisse.
Da un fantino,da un giocatore di quelli incalliti con l'impermeabile lungo di pail e il "sportsman" sotto il braccio.
Da un barista,un cuoco ,un nano ,un'ascensore, un nitrito d'un cavallo ,un cane malconcio ,una sigaretta non spenta al gelo
di un albero.C'erano uomini li',pronti ad ascoltare chiunque gli desse anche la minima speranza di una vincita.
Qualsiasi speranza,qualsiasi uomo.
Proprio come la vita...pensai.


Guardai il totalizzatore.Notai Minnucci e il suo cavallo.lo dava 80 cents,ogni euro.
Lo misi primo in una trio chiusa.Sei euro.E poi giocai su di lui vincente 20 euro.Ero solo.E mi piaceva giocare solo
senza nessuno che mi suggeriva.Gli altri erano da qualche mago dell'ippica,magari,ed io mi stavo perdendo i suoi magici
suggerimenti.
Fanculo ,mi dissi,ora Minnucci li stende tutti,e quando tornano io staro' con i soldi in mano ,e saro' io il loro mago.
La corsa parti'.E Minnucci ando' in testa.Era in testa fino a trecento mt dall'arrivo.
Poi una strigliata improvvisa,e si bloccò.Lo superarono tutti.Credo anche che qualcuno lo doppio'.Ma non sono sicuro.
Appena si era bloccato,avevo iniziato ad avere i tipici comportamenti del "cavallaro" nella sala corse.Iniziai a sbuffare
,maledire tutto e tutti,e rivolgermi a gente che proprio non ne voleva sapere di darmi corda.
Un fottuto stronzo con la maglia a maniche corte e la barba lunghissima mi redargui'.
"C'ho puntato 200 euro su Minnucci...a raga' ,ma vaffanculo tu e lui"...
Certo,mi dissi.E lo guardai senza rispondere.Che se io avessi avuto duecento euro da giocare,e solo una camicia a maniche corte
mentre fuori vi erano 0 gradi,avrei pensato prima ad un cappotto.
Sei un fottuto stronzo,fottuto vecchio.E' giusto che tu perda.
Lo pensai ,ma non lo dissi.
Vidi arrivarmi Gino incontro mesto e pensieroso.Avevano perso anche loro ,tutti.E lui aveva perso parecchio.
per fortuna avevamo gia' messo la benzina per il ritorno.Ma c'era l'autostrada da pagare.
ED anche la settima corsa.CAPRAL JET.

Dopo essermi fumato una cicca,tornai dentro.Fuori il gelo stava ghiacciando anche l'aria.
Incontrai il fantino di Albiano.GLi sorrisi.
Mi ridisse di chiamarsi Mauro.Ci sedemmo ,io gia' lo ero,vicino ad un tavolo che una volta,sotto quella polvere,era stato bianco.
Voleva chiacchierare..lo si vedeva....

"non e' che io abbia avuto paura,capisci..?Quello non e' un cavallo ,e' un ronzino,capisci?E poi il nove mi ha tagliato
la strada,capisci?"..
Io capivo.O almeno credo.
E credo lui volesse conferme che io cercavo di dargli con la testa.Ed appena avrei avuto un attimo per parlare magari l'avrei fatto.
O magari avrei solo urlato.
"io non sono un gran fantino ,capisci?pero' ho vinto gare,ed ho guidato cavalli migliori.Questo non e' un cavallo,capisci?"
Io continuavo a capire.E per un attimo ebbi il dubbio d'aver assistito ad una corsa di cani.Tutti alti come alani,s'intenda.
Non fiatai.L'ascoltavo.Volevo carpirne qualcosa.Anche se non capivo.Capisci?

Finalmente quel buffo e grasso ometto smise di ciarlare.
"da quanto fa il fantino?"..Era in la' con gli anni.Non aveva mai visto un fantino sopra i 50...
"Da molto tempo ,ragazzo.Vedi ho sempre amato i cavalli.Son cresciuto con loro.Pero' a volte mi lasciano interdetto.
Il cavallo non e' un animale stupido.Ma e' ripetitivo.Capisci?Cioe',mentre correvamo lui cercava di fare cio' che sa fare.
prendere la scia del cavallo davanti a lui,e seguirlo.E magari sul traguardo,con un'adeguata strigliata,fare scatto ed
arrivare primo.Ma in questa corsa cio' non e' avvunuto.Quello davanti a me era fermo,e cosi' Albiano.Albiano,come tutti,non
e' stupido.Ma e' ripetitivo.Vedi,se insegni ad un cavallo a fare un percorso,lui lo fara' in maniera impeccabile ogni giorno
di piu'.Ma se provi a mettergli una sola deviazione,un solo intralcio in quel percorso tipo una semplice sedia di plastica che so,
beh,allora lo manderai in crisi,.
Il cavallo si blocchera' e non andra' piu' avanti.Come perse tutte le convinzioni maturate fino a quel momento."

un po' come gli uomini noiosi,dissi io.E lo guardai fisso negli occhi.Lui sembro' ricambiare lo sguardo ,che sembrava uscire
da quella bocca mezza chiusa.
Zitti'.Sembrava esser entrato in un profondo stato di crisi.
M'accorsi d'esser diventato una semplice sedia di plastica.Non era stato cosi' eccitante.

Lo salutai e m'allontanai.Lui ricambio' zitto.
La settima era in procinto a partire.
Mi unii ai ragazzi e misi nelle loro mani il mio capitale risparmiato fino ad allora,esclusi 20 euro.
Puntammo tutto su CAPRAL,e l'eccitazione intorno saliva.GIno era alle stelle,baba' fiducioso ma impassibile.Come un grande
esperto di redini e smagliature di code.
Stavamo per arrivare al culmine della nostra visita.
Il motivo per cui eravamo in quella landa fuori citta',fredda come il polo nord,stava ai nastri.E stava per partire.
Forza CAPRAL !!!!!

La partenza venne ripetuta un paio di volte.La corsa sembrava non volesse iniziare,e cio' accresceva in noi la speranza.
Si pregustava..un qualcosa di irreale.Il senso di quella trasferta,risiedeva in quei 4 zoccoli.Duri ,come il terreno.
Finalmente la corsa parti'.E sopra,la luna aveva fatto la sua giocata.Speriamo che il cielo,avesse puntato il nostro stesso
cavallo.

La partenza di capral fu bruciante.Ando' subito in testa.Distanzio' cantral beach due lunghezze.Del terzo,in piena ruota,
non scorgevo il numero da dove ero io.Eravami tutti al muretto,che alto,mi ostacolava la visuale.Eravamo tutti zitti.
Baba' con le braccia incrociate,gino con l'eccitazione fin sopra i capelli,Vespa era serio.con le mani poggiate e piglio
tecnico.Gli altri non li' guardavo.Adoro conservare gli sguardi .
Capral era primo al completamento di meta' corsa.Aveva preso altre due distanze da quel fottuto numero 8.Cantral beach era
un bel cavallo.Con una bella sgaloppata.Anche se li' ,correva di trotto.
4 distanze significa che se a 10 metri dal traguardo son ancora tante,e' quasi impossibile perdere la gara.Ne mancavano
500.Di metri.
Capral andava .e dietro tutti gli altri.
Tra noi non si fiatava.Gino si abbraccio' a me.Anche io caddi alla tentazione d'eccitarmi.Pensai ai 600,700 euro ,che sarei
andato ad intascare fra meno di 400 mt.Dal palo.
Pensai che avrei potuto estinguere qualche debito...a gianluca,a mia sorella,con un amico.....
300 mt.
E scorsi una tipa,dall'altra parte del muretto,in linea d'aria coi miei occhi,che mi fissava.Me la sarei fatta ma dopo lo sprint,
baby.
Baba' inizio' a urlare.Stavano in dirittura d'arrivo.Capral Jet,seguito da Cantral beach e Codama party,un puledro di 5 anni.
Giovane ed inesperto.Come Gino ,col sesso.Ed io con l'amore.
Mentre Vespa iniziava a strabbuzzare gli occhi nel vedere il fratello dominare,ed andare a vincere quella corsa,mentre baba'
urlava e si dimenava come un bambino davanti la prima volta alle giostre,Gino e io eravamo abbracciati.
Io gli toccavo il culo.Per ridere.Lo facevo sempre.
"abbiamo scassato...albe'..vai capralllllll"...e si stacco' per avvicinarsi al traguardo.
Codama sale.
Routa a routa con cantral a 10 mt dall'arrivo.E due distanze dal mio capral.
lo spasmo e' tutto intorno nell'aria.Sembriamo impazziti.Si respira sperma.E merda di cavallo.Stavamo per diventare re.
I re del nostro cosmo.Anche la luna doveva inchinarsi.Gialla e pazzoide nell'illuminare.
Ma d'un tratto,come spesso succede,i giovani con la loro voglia di strafare,rovinano tutto.
Codama fa un balzo degno del miglior Varenne.Brucia il vento.Stacca prima cantral,e poi ad un metro ,sul palo,butta il naso
sopra Capral......

Non c'e' dubbio.
CApral e' secondo.
E noi zitti e ghiacchiati.
BAba' si piega sul muretto.Vespa esclama un laconico.."non ce la faceva piu',povero fratello mio..."..
Gino rimase zitto.A sentire la folla che urlava.Quella che aveva scommesso su Codama,probabilmente.
Come la piu' sordida delle puttane,Codama,e la sua voglia di arrivare,avevano rovinato la nostra festa.
Gianluca,niente piu' soldi,caro mio..dovrai aspettare ancora.
E' il primo pensiero che mi venne.
Al secondo,non ci feci caso.

Entrammo tutti dentro nei botteghini.Sembravamo al seguito di una bara di famiglia.Gino si grattava le mani non sentendo
odore di soldi,forse,ebbe paura di buscarle da qualcuno.Lo vidi accigliato.Non gli chiesi il perche'.
Baba' continuo' per tutto il tempo-fino alla prossima corsa-ad andare avanti indietro,senza fiatare.GLi altri li persi.
Vespa aveva raggiunto il fratello negli spogliatoi.
In 8 metri,ci avevano preso per il culo.
Vespino,Capral,codama,la luna,la merda che avevo calpestato con le ruote.La luna ,quella fottuta,e tutto il cielo,artefatto
di freddo e neve falsa.

Aspettai la tris.Ma oramai l'argento era sparito.Eravamo 3 cadaveri senza sogni e pochi euro.Nella corsa tris,la nona,
riposi le ultime stentate speranze e gli ultimi 20 euro.Come una candela,si stava spegnendo tutto.Piano.
Vidi ziocarlo,il totalizzatore lo dava 30 a 1.Scommettendo i miei ultimi 20 euro,ne avrei vinti 600.
Che giornata sarebbe stata!!!
Ma la giornata era nata per sentire puzzo di merda e voci d'ubriaconi desiderosi di scoparsi qualche puttana.
E allora lasciai che mi venisse suggerito un cavallo.A 4 euro vincente.Ci puntai il mio "blu".
E zio carlo stravinse.
ma oramai,non avevo piu' nulla da dire.E non imprecai.Non piu'.
Come ziocarlo,e la sua ultima corsa.Fu Vespa a dirmelo.
"era l'ultima di zio,da domani pensione .Fara' per un bel po' il cavallo da monta.Scopera' tutti i giorni".
Lo invidiavo.Il cavallo.

E lui,come i piu' grandi,dopo una carriera di grandi vittorie,ma anche di grandi delusioni,come la vita,se ne ando' cosi'.
Vincendo una corsa importantissima,facendo sbancare i botteghini a quei pochi fiduciosi.
Dissero con non vinceva una corsa da 7 mesi.
Ricordai di quando avevo qualche ora prima,incrociato i suoi occhi.Tristi,stanchi,vissuti,neri.Che avanzo' il muso,per farsi
carezzare,e forse m'aveva detto qualcosa.Che io distratto dal nitrire e dai muri gialli,non sentii.
Ma sappi,ziocarlo,che credevo in te.
E che il cielo si fotta.E gli alberi.E questa notte fredda ,romana,in mezzo a cupe desolazioni,e peroni vomitate.
Dove uomini cercano riparo dalla vita,e cavalli stanchi rivincite sulle proprie anime.
Dove il freddo,e' la cosa che ricordi di piu'.Perche' dela vita,di questa,io non ne so niente ancora.
Magari un giorno diventero' un cavallo prima della pensione.


ritornavavamo verso le auto,qualcuno in silenzio qualcuno ridendo sulla giornata.Con gino e baba',non avrei scambiato parola
prima di domani.Sono cosi',siamo cosi' noi giocatori.
Il freddo lo sentivamo tutti,che ora unito alla stanchezza ,ci bloccava i pensieri.
Passammo sul vialetto a tagliare mezzo parcheggio,per arrivare prima al nostro macinino.
Vidi ZioCarlo salire sul van,che l'avrebbe riportato fra le fredde alture toscane.
Magari a bere vino,e fumare un sigaro.Che domani c'era da scopare.
La sua era l'ultima corsa .
Ultima vittoria d'un cavallo,e prima di un altro.Entrambi ci avevano fottuto.
Era triste,aveva avuto la migliore uscita che un campione potesse sognare.
In quel antartico quarto di Roma,a due spanne dall'arrivo,lui volle salutare tutti ,vincendo.
Chissa' zio Hank,cosa gli avrebbe detto.

Io pensai ad un cavallo vecchio ed uno giovane i quali si erano divertiti ad allargarmi il credito
verso la fortuna.E pensai ad un vecchio poeta,che non mi conosceva,ma che mi aveva cambiato la vita.
Al caldo a casa,scrissi questa storia,e m'addormentai.



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La vita e due cavalli.   19/1/2005 19.49.57 (132 visite)   pearl jam
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