Nick: Viola2 Oggetto: ateismo Data: 12/12/2002 20.25.52 Visite: 25
Sono atea, credo da sempre. Fin da bambina, nonostante le scuole cattoliche. Già allora, quando recitavamo il rosario in coro, per me era un atto meccanico, privo di significato. Per anni sono andata a messa con la mia famiglia, che è cattolica, e continuavo a non credere in quello che facevo. Poi ho smesso di andarci, ed ora non ho difficoltà ad ammettere di essere atea. Qual'è il punto? Che mi capita spesso, in un discorso sulla fede, di dire che sono atea, ed allora cala un'atmosfera strana. Come se improvvisamente avessi detto di essere una delinquente. Infatti mi capita di dirlo quasi con vergogna. Senza parlare di mia nonna, una sorta di ayatollah Khomeini versione cattolica, secondo la quale mia zia non ha avuto figli per punizione in quanto atea, tutte le traversie della mia vita me le sono meritate in quanto sono una senza Dio etc. Ed è stata sempre così. Perché se dici di essere atea, molte persone credono che per questo tu sia capace di commettere qualunque nefandezza? magari un omicidio, tanto sei una senza Dio... Senza esagerare, ma in molti permane l'equazione: atea=persona cattiva. E non ho capito perchè. Come se non ci potesse essere un'etica laica. Oppure quelli che ti guardano con compassione, come se avessi detto di avere un terribile male. E allora via con frasi tipo: ma no, tu non lo pensi veramente. vedrai che Dio ti si rivelerà...tu dici di non credere, ma il Signore ti ama lo stesso... perché ce l'hai con Dio? Ho compassione di te... etc. Ho il massimo rispetto per i credenti. Ma perché molti non lo hanno per me?
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