Nick: Copia&Inc Oggetto: re:Quesito filosofico Data: 18/2/2005 16.12.35 Visite: 10
L’UOMO E’ MISURA DI TUTTE LE COSE. La tesi che -L’uomo è misura di tute le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono-, fa di ogni uomo soggetto di giudizio sulla realtà e la non realtà delle cose. Con tale tesi Protagora afferma che le cose appaiono diversamente a seconda degli uomini, concludendo, così, che le cose non hanno una loro fermezza nell’essere, ma sono relative. RELATIVISMO E UMANISMO. La dottrina dell’uomo misura di tutte le cose, si può dire rispecchi una forma di umanismo, perché fa dell’uomo il soggetto di qualunque discorso reale, e una forma di relativismo, perché non esiste una sola verità, ma tante verità a seconda degli uomini. REALTA’ E RAZIONALITA’ Dobbiamo ora cercare di chiarire un’altra celebre espressione di Hegel, che si trova nella Prefazione dei Lineamenti della Filosofia del Diritto (del 1821): "Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale". Il significato di tale espressione potrebbe essere frainteso se si confonde il reale con il semplicemente esistente. Hegel non vuole dire che tutto ciò che esiste deve necessariamente esistere bensì che tutto ciò che ha in sé una razionalità assoluta non può non esistere. Hegel si riferisce qui a quelle che lui chiama le "determinazioni universali dello Spirito Oggettivo" cioè le istituzioni, i costumi e soprattutto lo Stato. Ora, chi non vede che le istituzioni e gli Stati sono ben lungi dall’essere perfetti e razionali? Ma Hegel non vuole dir questo. E’ banale osservare che "le cose non vanno bene", "lo Stato è ladro" e simili; ma chi può negare che la famiglia, la società, lo Stato siano istituzioni concrete e, ancor più necessarie, e quindi razionali? Ed è proprio questo che vuole dire Hegel. Egli ha voluto così affermare la necessaria identità fra Ragione e realtà. La Ragione non è pura astrazione, idealità, bensì governa il mondo e lo costituisce; la realtà non è che il dispiegarsi della Ragione che si manifesta in una serie di passaggi, i quali rappresentano, ognuno, il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti. Così la realtà intera è da Hegel accettata e giustificata, visto che, dal punto di vista dello Spirito Assoluto, tutto ciò che è, è, appunto, necessariamente quello che deve essere. Il compito della filosofia, per Hegel, non è quello di modificare o trasformare la realtà indicando un modello ed insegnando "come il mondo debba essere", come hanno fatto tutte le filosofie precedenti ad Hegel (in particolare quella kantiana, per la quale permane il divario fra l’essere e il dover essere, tra quello che è o si può conoscere e quello che si dovrebbe fare o si può arrivare a conoscere), ma è quello di prendere atto della realtà così com’è, essa deve cioè "mantenersi in pace con la realtà" e deve solo elaborare in concetti il contenuto reale che le offre l’esperienza, dimostrandone l’intrinseca razionalità. La filosofia è paragonata da Hegel, secondo una celebre similitudine, alla nottola (la civetta, simbolo di saggezza) della dea Minerva, la quale inizia a volare al crepuscolo, cioè quando il giorno è finito, ovvero quando la realtà è già fatta, conclusa. http://lgxserver.uniba.it/lei/scuola/scuole/ipertesti/Protagora.htm http://www.linguaggioglobale.com/filosofia/default.htm |