Nick: paps46 Oggetto: Adel Smith e Vespa... Data: 11/1/2003 10.38.46 Visite: 32
Beh...ciò che hanno fatto quelli di Forza Nuova è assolutamente assurdo... Ma a proposito di Adel Smith voglio copiaincollare un altro articolo tratto da Repubblica.it, scritto da Dipollina quando Adel Smith fece la sua comparsa nel salottino di Vespa. Telematch I musulmani accusano Vespa "Ha arruolato un provocatore" di ANTONIO DIPOLLINA Porta a Porta, lunedì sera. Vespa ha introdotto a un certo punto il signor Adel Smith, definendolo «presidente dell'Unione dei musulmani d'Italia». Il signor Smith ha iniziato una filippica chiedendo a Buttiglione le prove della colpevolezza di bin Laden, definendo il Crocefisso «un cadavere in miniatura inchiodato a un pezzo di legno» e la morte di Cristo un «suicidiodeicidio». Tra gli ospiti, il professor Cacciari si è indignato davvero, Buttiglione è ammutolito mentre Vespa faceva l'offeso. Per i telespettatori, un enorme imbarazzo. Il giorno dopo - ieri - sorpresa: la vera Unione delle Comunità Islamiche in Italia rilasciava un duro comunicato di protesta contro Vespa, accusandolo di aver invitato un tipo ben noto per essere «già stato in altre occasioni aspramente censurato da rappresentanti della comunità islamica in Italia per le sue affermazioni irresponsabili». L'associazione di Smith risulta peraltro «sconosciuta alla stragrande maggioranza dei musulmani». Colto in posizione scomoda, Vespa ha replicato spiegando che del signor Smith aveva letto una dichiarazione a un'agenzia di stampa. Rendendosi conto della pochezza dell'assunto, ha poi aggiunto che, come dimostra l'Imam di Torino, quelle sono posizioni condivise anche da altri islamici in Italia e che le comunità presenti nel nostro paese devono decidere una posizione comune. Fantastico. Ad altri rimane il dubbio che Vespa abbia invitato uno qualsiasi allo scopo di mettere in scena il consueto teatrino biscardiano per far litigare tutti quanti e far salire gli ascolti. Ma non si può dire, perché il conduttore è capace di appellarsi nientemeno che al rispetto per la libertà di stampa. (Repubblica.it)
|