Nick: Althusser Oggetto: il mio articolo di oggi Data: 25/2/2005 18.40.59 Visite: 25
"Un’altra Scampìa è possibile", con questa parola d’ordine la "Rete campana per il reddito e i diritti sociali" e le Associazioni di quartiere "Gridas", "Chi rom…e chi no"e "La Gru" hanno indetto per domani una manifestazione, con concentramento in Piazza della Libertà al rione Ina Casa, alle ore 9,30. Molte le adesioni: dai centri sociali della regione a Cobas, Rdb e "Precari Autorganizzati", dal Comitato Immigrati Napoli a Rifondazione Comunista, PDCI e varie organizzazioni studentesche. "Qualcosa di buono evidentemente c’è pure a Scampìa, nonostante la criminalizzazione abbia investito un intero quartiere", afferma con sarcasmo Martina Pignataro del Gridas, figlia dell'artista e muralista napoletano Felice, recentemente scomparso. Un corteo per dire no alle decine di morti ammazzati, ma soprattutto per denunciare la latitanza delle Istituzioni e l’intreccio fra politica e camorra. La Scampìa che sfilerà sabato vuole riscatto, dal degrado attuale, dalla violenza disperata, ma anche dal dirigismo dei progetti faraonici che sperpera risorse senza tradurle in reale innalzamento della qualità della vita. I dati parlano chiaro: a Scampìa oltre il 60% della popolazione è disoccupata, solo l’1% si laurea, un cittadino su 10 accede al reddito attraverso l’indotto della camorra-impresa. Un recente e dettagliatissimo studio sul "profilo di comunità" (un sistema di indicatori integrati sociali e socio sanitari) per il biennio 2005 - 2007 , realizzato dall’Istat per conto del Comune di Napoli e della Regione Campania, non lascia adito a dubbi: a Napoli nord la percentuale di sussidi straordinari di povertà erogati ai nuclei familiari o singoli cittadini è tra le più alte della città (22,46%), così come il numero di minori in affidamento (16,2%). Gli indici di nocività sono alle stelle, in periferia si muore di tumore, cirrosi e altre patologie "sociali", con indici fino a 3, 4 volte superiori a quelli dei quartieri della upper-middle class. "Una situazione catastrofica, servono politiche sociali e strumenti di partecipazione reale alle decisioni, – dice con convinzione Mario Avoletto dell’"Area antagonista napoletana" – piccoli progetti gestiti "dal basso" che abbiano ricadute occupazionali sul territorio. Non le piscine olimpioniche e le piazze telematiche fantasma". Quello della "Piazza telematica" è un caso esemplare. Aperta recentemente in forte ritardo, da teorico volano per lo sviluppo e di stimolo per la microimpresa, si è rivelata uno "scatolone" vuoto, con 3 sole postazioni internet a pagamento, invece delle 50 gratuite previste dal piano originario e sale desolatamente vuote. Quella di Scampìa è una catastrofe che viene da lontano, "dall´ avere ammassato migliaia di cittadini senza le strutture adeguate ad ospitarli dignitosamente e in totale assenza di qualsiasi progetto che rispondesse alle esigenze lavorative e sociali", come recita l’appello di convocazione alla manifestazione. Non sarà la militarizzazione che potrà cambiare faccia al territorio.
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