Nick: `Luk4s` Oggetto: re:Sulla Cattiveria Data: 11/2/2003 10.56.43 Visite: 25
Grande post, Stefano. Per tempismo, sagacia e linguaggio. Alza il tono di questo forum. Voglio fare un elogio, una critica e due commenti. L'elogio si riferisce alla straordinaria capacità analitica attorno ad un argomento. Invidio il fatto che ci hai pensato parecchio, lo hai sviscerato per bene e l'hai formalizzato con quell'entusiasmo tipico di chi sta leggendo (per studio o diletto) saggi e monografie che tendono a formalizzare aspetti sfuggenti della realtà. La critica si riferisce ad una mancanza, secondo me. Hai seminato teoricamente, ma hai mancato (per stanchezza, o per eccessivo enstusiasmo scientifico) di introdurre aspetti reali (non parlo di nomi specifici, ma di esempi generici e reali) nelle tue categorie. Questo avrebbe rafforzato quello che hai detto e avvicinate le tue parole alla comprensione nostra. Comunque sei sempre in tempo per farlo. Il commento. Sono pressochè d'accordo sulla tua classificazione; anche se il punto 1) riveste un ruolo marginale (lo stesso succede su forum in completa lingua italiana) e i punti 3) e 4) possono essere accorpabili e generare le tue sotto classificazioni. Mi ha fatto riflettere il tuo passaggio sulla latenza della cattiveria che si esprime nel momento più sbagliato; ho dei dubbi sul tuo riferimento a Freud, ma ho una conoscenza di Freud a livello di Settimana Enigmistica, per cui non ti saprei dire. Geniale, veramente, l'intuizione dell' "altro" non catalogabile e dunque non-esistente (o non-esistibile). Questo post, del resto, potrebbe provocare la stessa cosa per chi ha avuto poca confidenza con trattazioni analitico-scientifiche che hanno costituito il tuo stile. Che fare? La tua analisi lascia poche chances. Si tratta di deformazioni non guaribili dagli stessi "pari" (colleghi di forum); la loro linfa scorre tra pieghe più profonde (la non-accettazione dell'altro, il sentimento di "mutilazione"); noi possiamo solo evitarlo per quanto possiamo, biasimarlo se succede, e isolare i post palesemente espressioni di quella antipatica latenza. Un saluto, Lukas.
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