Nick: mir Oggetto: Amarcord Pasqua (ovviamente) Data: 25/3/2005 21.36.45 Visite: 83
Il gruppo era quello dei Matia Bazar. La canzone era "Vacanze romane". Si parlava di un paese che non aveva più campanelli e di una certa Greta Garbo "di" vanità. A me tutte queste cose non interessavano tanto, però la canzone era bella e faceva sognare. Usciva spesso dall'autoradio di papà mentre ce ne andavamo in giro per la penisola sorrentina nella nostra Ritmo marrone metallizzato (grazie papà per avermi fatto conoscere questi colori che altrimenti mi sarebbero stati preclusi). La formazione era quella classica: papà alla guida, mamma di fianco con la sigaretta perennemente accesa in mano e io dietro col naso sul vetro a guardar fuori. Fare Pasqua a Sorrento era per me esotico così come adesso lo sarebbe sulle coste della Nuova Zelanda in mountain bike. Stavamo in un alberghetto di Marina del Cantone "il Capitano" (poco tempo fa l'ho visto citato sulla guida Michelin.. bah!). I letti erano umidi del vicino mare e faceva sempre un gran freddo però si mangiava bene e il Capitano era un persona allegra e gentile. Ovviamente per i primi due giorni aveva piovuto come solo Dio sa benedire la sua Settimana Santa, e sia a Sorrento che in penisola non c'erano che pochi affezionati. A Pasqua però uscì una bella giornata. Il sole forte si posò deciso sulle dolci colline ed il cielo terso si mostrò nel suo azzurro più allegro. Io amo immensamente quei posti perchè un cielo così ancora non l'ho ritrovato. Girammo con la gloriosa Ritmo in lungo e in largo per la penisola fermandoci in baretti dalle vetrine spoglie e con ai tavolini solo i vecchietti che ciccavano il Fernet. Mangiammo in un posto che si trova sopra Positano. Allora era un locale piccolo piccolo ed aveva un'unica terrazza che si gettava decisa verso il mare. Non c'era nessuno e ci mettemmo noi al tavolo esterno. Papà si arrotolò le maniche della camicia e mamma per un attimo dimenticò di accendersi la sigaretta. Lo spettacolo del panorama levava il fiato e il caldo rendeva tutti allegri e leggeri. Forse adesso è inconcepibile immaginare un locale vuoto a Pasqua, senza la fretta, senza la minaccia dello squillo di un cellulare ma forse tra i vantaggi di avere qualche anno in più c'è anche questo. Dopo il rituale passaggio nella modaiola Positano (granita, sandali, maglietta inutile) riprendemmo la strada per il ritorno. Una bella Pasqua di inzio anni '80 in cui la felicità era dormire sul sedile posteriore di una Ritmo marrone metallizzato mentre la radio cantava: Roma, dove sei? Eri con me Oggi prigione tu, prigioniera io Roma, antica città Ora vecchia realtà Non ti accorgi di me e non sai che pena mi fai Ma piove il cielo sulla città Tu con il cuore nel fango L'oro e l'argento, le sale da te Paese che non ha più campanelli Poi, dolce vita che te ne vai Sul Lungotevere in festa Concerto di viole e mondanità Profumo tuo di vacanze romane Roma bella, tu, le muse tue Asfalto lucido, "Arrivederci Roma" Monetina e voilà C'è chi torna e chi va La tua parte la fai, ma non sai che pena mi dai Ma Greta Garbo di vanità Tu con il cuore nel fango L'oro e l'argento, le sale da te Paese che non ha più campanelli Poi, dolce vita che te ne vai Sulle terrazze del Corso "Vedova allegra", máìtresse dei caffè Profumo tuo di vacanze romane. http://www.librando.net |