Un'opera d'arte.

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Nick: pearl jam
Oggetto: Un'opera d'arte.
Data: 22/4/2005 3.24.47
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Ci abbiamo messo 27 minuti a trovare l'uscita.
Il Cardarelli e' uno di quegli ospedali che ha un sacco di spazio per renderti conto di quanto la vita sia difficile.E per fumare.
Quasi un kilometro di alberi e destre prese al posto delle sinistre.Consigli sballati,sorrisi e mio padre,che finalmente potra' farsi chiamare nonno.
Magari questa dicitura riuscira' a placare il suo animo conquistatore.O magari ,una volta che lo si chiamera' "nonno" si sentira' in dovere di fare meno stronzate.La vecchiaia a volte te la impongono.

Sono sceso da casa di corsa mentre ero intento a fumare e trovare qualcosa di sensato in queste pieghe di tempo perso che mi costringono a chiamare vita.Cercavo qualcosa da scrivere e squillavo una ragazza da amare.
Poi una telefonata ed il silenzio d'una casa vuota.E allora via subito ;un pantalone messo in fretta ed una sciacquata di faccia con l'ennesima sigaretta ben impiantata fra i denti.
C'era Gianluca ad aspettarmi giu' .Lui c'e' sempre quando c'e' qualcosa di buono.
Qualcheduno al muretto,ha pure tentato di chiamarmi zio."Non e' ancora nato "ho risposto celando un sorriso.
Ma la tensione gia' mi stava trivellando lo stomaco,ed il tabacco pure.
Poi una corsa composta verso l'ospedale.
E la tangenziale che sembrava un tappeto rosso verso l'altare.Ero ansioso per le sorti di mia sorella ,si,ma gia' pregustavo la visione di quel batuffolo di piume che ha dentro anche un po' del mio sangue.
Appena entrato nell'ospedale ho avvertito qualcosa di strano,..un giramento di testa e quasi svenivo.
M'e' venuto in mente ch'era troppo tempo che non entravo in un ospedale.Mi fa sempre uno strano effetto entrarci ,ma con l'abitudine si sa,ci fai il callo.
Un attimo di pausa e subito all'ascensore.Secondo piano.Ed una guardia giurata decisa a non farmi passare.
"devo vedere mia sorella..e' importante..."
"non potrei farti entrare..."
"beh,son tante le cose che non potremmo fare..."
Uno sguardo ed un passo indietro.
Nel corridoio scorgo un po' di gente e mio padre piu' teso del padre di mio nipote.A volte e' solo questione d'anima.
Abbraccio mia madre degna interprete d'un modo d'espletare il bene e la preoccupazione,d'altri tempi.Sembrava uscita da un commedia di Scarpetta padre.Di quelle chic,pero'.
Mi son unito al silenzio contagioso e fiero di mio papa' ed insieme abbiam atteso.
00.25.

A volte dei numeri ti segnano per tutta la vita.
Passa correndo un piccolo cucciolo d'uomo ,che sbraita ,urla ,muove le gambine e le braccia come ad andare a tempo.
E' Carlo.
Benvenuto piccolo uomo.
Lo rinchiudono subito in un'altra gabbia.Stavolta fatta di vetro,e non di placenta.
"verra' anche il tuo turno di liberta'.."ho pensato.E mi son fatto scappare qualche gaudente lacrima che ha peregrinato sul mio viso come una mosca in un'isola.Deserta.
Tutti son corsi,io e mio padre no.
Ci siam guardati zitti e dati gli auguri.
"auguri nonno.."
"auguri zio..."
ci han rassicurato subito sulle condizioni del ramo piu' corto del nostro albero genealogico.Eravamo sereni.
Ora c'era d'aspettare la mamma di quella chiassosa creatura.
Ero in apprensione per mia sorella,non era andato tutto come da prassi.
Ma il tempo e' passato.Fra poche chiacchiere e qualche momento di sano stemperamento.
Mi son deciso ad entrare ,da solo,nelle sale antecedenti le camere operatorie.Nessuno m'ha visto.Ma son abituato,negli ospedali io e le mie ruote passiamo inosservati.
Ho scorto un letto di spalle ed una chioma familiare.
"alberto..vieni.."M'aveva sentito e riconosciuto senza c'avessi fiatato.L'amore e' qualcosa che non ci spieghiamo.
Mi son avvicinato e le ho dato lo sguardo piu' armonioso e sereno che sapessi recitare.
"sta bene,..tu come stai?"
Sembrava una madonna col suo figlio in croce.Pallida emaciata tremante gli occhi gonfi dalle lacrime,ma ancora con la forza di stringermi le dita tanto da farmi male.
Le ho sorriso pensando a quanto siano forti le donne in questi momenti.
Pensando che il miracolo della vita e' pari alla voglia di non morire.
Ed in questi posti sorella morte e' di casa.
Negl'ospedali la senti che vaga da una stanza all'altra come un avvocato in cerca di clienti.Ma li',nel reparto maternita' sembra non volerci entrare volentieri.Anche i boia hanno un cuore.
Poi ho deciso di vedere mio nipote ,costringendo una caposala ad aprirmi il nido.In cambio io le ho aperto il cuore.
"So che ora non e' possibile ma....vorrei tanto vederlo..."
"lei e' il padre?"
"No,ma ne faro' un uomo..."
"ok caro,aspetta...".
Ed era un quadro.Quella sala nascosta a tutti e quel cubo trasparante pieno di tubi dove dentro pretendeva di vivere questa piccola opera d'arte.
Quanti capelli che ha,ho pensato subito.
E l'ho guardato,negl'occhi.E che Dio fulmini se non ha ricambiato il mio sguardo e smesso per pochi attimi di piangere.
Bello paffuto come lo zio, e quelle manime raccolte in un pugno che fra alcuni anni scorreranno solerti e tentatrici sul corpo di qualche donna che lo fara' sentire vivo.Vivo come lo e' ora.Sprovveduto al mondo ,appena sfornato dal buco d'una donna nel quale tentera' di rientrare ogni volta che potra'.Anche se il contorno non sara' lo stesso.
Tremava e respirava a pieni polmoni .Che ora si riducono a due striscette d'alveoli freddi ed intirizziti.Pesa 3kg ed ha gli occhi d'un Dio greco.Non parla e magari ha solo voglia di mangiare e coprirsi.
Ed il padre sbadigliava.Ed io gli ho detto che suo figlio e' la migliore cose che gli potesse capitare.Chissa' se m'ha creduto.
Carlo,baby,quando ti sentirai perso nel mondo spero d'essere qui per sentirmi perso insieme a te.Anche se piu' vecchio di te e magari moribondo.
Qualcuno in sala d'aspetto ha detto che "il piu' ora e' fatto..."riferendosi al parto...,beh,io dico che questo e' solo l'inizio,ed ora viene il bello.
Beh,sorella e marito,spero che riusciate a fare il massimo ed ha godervi appieno il frutto del vostro legame.
E zio Alberto sara' qui ad aiutare voi ,e ad aiutare Carlo, quando tumefatto nel cuore dalla vita ,non gli restera' che sbagliare.Che magari ,piccolo,a sbagliare in due fa sempre male,ma almeno avrai a chi dare la colpa.

Ora vado via cucciolo d'uomo ,tu piangi e prendi aria,che qui fuori ,dovrai sudarti anche questa.
Io t'aspettero' a casa con il cuore pieno di buoni propositi.
E t'insegnero' a pettinarti tutti quei neri capelli e magari a comportarti da uomo.
Con la promessa pero',che l'unica cosa che prenderei alla lettera di cio' che ti diro',saranno i miei "ti voglio bene".
Perche' amarti con tutto me stesso e' l'unica certezza che a te appena nato ,ed io quasi morto,sento di dare.

A te che sei uscito da un accogliente e caldo paradiso e che saggerai presto questo ghiacchiato inferno.

Ora dormi,e goditi il purgatorio,piccolo mio.

"...I hope you'll be a star.."